MotoGP o Formula 1: quale veicolo va più forte? E quale frena meglio? Per rispondere alla questione che da sempre si pongono gli appassionati ci arriva in soccorso il tracciato di Austin.
La pista texana è infatti una delle due (l’altra è Sepang) ad ospitare sullo stesso tracciato (5.513 metri di lunghezza) una gara valida per il Campionato del mondo delle due ruote e un’altra per il Mondiale delle quattro ruote. La MotoGP sarà infatti impegnata sul Circuit of the Americas questo week-end mentre la Formula 1 sbarcherà in Texas il 23 ottobre.
Forte del ruolo di fornitore dei principali team delle due categorie, Brembo è in grado di presentare alcuni dati veramente interessanti.
Incominciamo col precisare le caratteristiche tecniche dei due prototipi:
Non considerando i piloti, quindi, una monoposto di Formula 1 pesa il quadruplo di una MotoGP, vanta un motore decisamente più potente (anche per la presenza dei motori elettrici). Discorso a parte meritano i pneumatici: le monoposto di Formula1 dispongono di gomme sia per numero (4 anziché 2) sia per dimensione del battistrada molto più generose rispetto a quelle di una moto.
Inoltre al di là della larghezza del battistrada quello che differisce tra F1 e MotoGP è l’ impronta a terra, cioè della superficie dello pneumatico a contatto con l’asfalto, assai diversa per la differente costruzione di uno pneumatico auto e di uno moto. Mentre nelle F1 la larghezza del pneumatico coincide con l’ impronta a terra, nella MotoGp questa è solo una porzione della larghezza totale del battistrada.
Confrontiamo le loro prestazioni sul giro ad Austin nel 2015:
Confrontando il miglior giro ottenuto in gara nel 2015, ottenuto rispettivamente da N. Rosberg e A. Iannone, il gap tra Formula 1 e MotoGP raggiunge addirittura una ventina di secondi. Le velocità massime vedono invece le MotoGP davanti alle Formula 1.
I limiti delle MotoGP sono essenzialmente due:
1) Il tempo impiegato per ridurre la velocità così da affrontare le curve.
2) La velocità di percorrenza di curva.
Entrambi sono imputabili a diversi fattori tra cui principalmente:
A) la differente dinamica dei due veicoli, dove la MotoGP deve tenere in considerazione il limite di ribaltamento del mezzo.
B) la sostanziale differenza dovuta al carico aerodinamico, inesistente su una MotoGP, ma che influenza pesantemente anche i valori di decelerazione di una F1.
C) la notevole differenza dell’impronta a terra degli pneumatici dei due veicoli.
A chiarire il punto 1 bastano tre situazioni desunte dai dati che Brembo ha rilevato in passato ad Austin.
Rappresentativi del punto 2 sono invece queste frenate, sempre relative alla pista di Austin:
Naturalmente anche gli spazi di frenata delle moto risultano più lunghi ad Austin:
Non a caso, secondo gli ingegneri Brembo che seguono sul campo di gara le competizioni, ad Austin i piloti delle MotoGP spendono il 23 per cento della gara in frenata mentre le Formula 1 solo il 18 per cento. Una differenza che determina tempi sul giro significativamente differenti.
La spiegazione è tutto sommato banale: le Formula 1 possono scaricare subito a terra tutta la coppia frenante perché non hanno alcun problema di equilibrio mentre i piloti della MotoGP devono dosare la forza perché con due sole ruote a disposizione il rischio di ribaltarsi è alto.
Oltre tutto, le monoposto dispongono di una impronta a terra dei quattro battistrada che è ben oltre il quadruplo di una MotoGP: naturalmente, maggiore è l’impronta a terra maggiore sarà la possibilità di scaricare a terra la coppia frenante. Per questa ragione, le decelerazioni di cui sono vittime i piloti sono in linea con le caratteristiche dei veicoli che guidano:
L’unica cosa che accomuna le due categorie ad Austin è l’impegno richiesto per gli impianti frenanti: entrambi sono stati inseriti dagli uomini Brembo tra quelli di media difficoltà.