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MotoGP, Ad Austin si frena... in picchiata

Al CotA ci sono 41 metri di dislivello fra il punto più alto e il più basso della pista: facile sbagliare in discesa

Ad Austin si frena... in picchiata

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Dall’8 al 10 aprile il Circuit of the Americas (Austin, Texas) ospita il 3° appuntamento del Mondiale 2016 della MotoGP. Completato a fine 2012, è stato disegnato dall’architetto tedesco Hermann Tilke.

Il circuito di Austin è da considerarsi mediamente impegnativo per gli impianti frenanti. Uno dei tratti distintivi della pista è l’impressionante inclinazione alla fine del rettilineo d’arrivo: in totale sono 41 metri di dislivello tra il punto più basso e quello più alto della pista, con conseguenze facilmente immaginabili per i piloti, che sbagliano la frenata nei tratti in discesa.

Secondo i tecnici Brembo, il Circuit of the Americas rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 3, identico a quelli ottenuti da altre 8 piste, inclusa quelle di Losail e Termas de Rio Hondo, che hanno ospitato la prime 2 gare della stagione.

​L’impegno dei freni durante il GP - Pur in presenza di una velocità media sul giro tra le più basse del campionato (158 km/h), il tempo speso in frenata non è altissimo: 23 % della durata complessiva della gara. La spiegazione è semplice: il Circuit of the Americas vanta ben tre curve da prima marcia e lunghi tratti contrassegnati da cambi di direzione, in cui i freni si usano poco. Anche per queste ragioni il tracciato texano si contraddistingue per una decelerazione media tra le più basse del Mondiale: solo 1,15 g.

Le frenate più impegnative - Delle 8 frenate del Circuit of the Americas 3 sono classificate come impegnative per i freni, 2 di media difficoltà; mentre le restanti 3 hanno un’incidenza leggera sugli impianti frenanti.

Degna di nota la prima staccata dopo il traguardo, dove le moto passano da 311 km/h a 60 km/h in 206 metri, con un carico sulla leva del freno di ben 11 kg. Per riduzione di velocità e spazio di frenata invece ha la meglio la curva 12: le moto arrivano lanciate a 337 km/h e devono scendere a 70 km/h. Per farlo i freni vengono usati per quasi 6 secondi. Entrambe queste frenate presentano una decelerazione di 1,6 g.

La curva 20, l’ultima del tracciato, è invece di media difficoltà: i piloti usano i freni per circa 3 secondi e mezzo con un carico sulla leva di 6 kg. La frenata meno impegnativa del tracciato è la numero 9, che determina un calo di velocità da 148 a 103 km/h, in 79 metri.

Vittorie Brembo - Al GP delle Americhe i freni Brembo hanno monopolizzato il podio in tutte e 3 le edizioni disputate. A vincere è sempre stato Marc Marquez, con la Honda.

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