L’Argentina è uno dei feudi oltreoceano di Valentino. Termas de Rio Hondo è tappezzata di giallo e non c’è auto o moto su cui non spunti un adesivo del 46. La stampa spagnola ha addirittura parlato di ‘problemi di sicurezza’ per Marquez e Lorenzo. I due, però, non sono preoccupati: “lo ero di più quando ieri si è spento un motore dell’aereo” scherza Marc, “in verità non sono uscito dall’hotel perché volevo rilassarmi”, sdrammatizza Jorge.
La tifoseria del Dottore - non quella ufficiale del Fan Club - è comunque rumorosa e già in Qatar si era fatta sentire sotto il podio.
“Non capisco il perché di quei fischi, cosa abbiamo fatto di sbagliato? - si chiede Lorenzo - Solo rischiare la vita, andare forte e avere battuto qualcuno”. Marquez è più realista: “non sono stupido, so che sono cose che capitano e ti devi abituare. Succedono nel calcio come nelle moto, non mi piacciono né lì ne qui. L’importante non è il colore della maglia che indossano i tifosi, ma quanto si divertono. Vale lo stesso per i piloti”.
Poi Jorge è tornato sull'argomento: "c'è solo una persona che può mettere fine a tutto questo, ma non sembra interessata", la frecciata al suo compagno di squadra senza nominarlo.
Cosa dice Valentino sull’argomento?
“Non credo che in Qatar ci fossero tanti tifosi italiani… Comunque, non sono stato io a creare questa situazione e non vedo come potrei rimediare. Il mio Fan Club ha fatto un comunicato per abbassare i toni? Benissimo, è come lo avessi fatto io”.
Il Dottore non pensa che con un suo tocco si possano cambiare le cose, e non vuole neanche provarci.
“Mi piace l’atmosfera che si respira qui, c’è una grande passione e i miei tifosi sono aumentati, soprattutto dopo la vittoria dello scorso anno e il festeggiamento con la maglietta di Maradona - dice - Effettivamente per me è difficile uscire dall’albergo, l’ho fatto una sola volta nel 2014 e sono dovuto essere scortato dalla polizia per tornare. Mi sento come la principessa rinchiusa nel suo castello”, ride.
Di certo la sua incolumità non è a rischio…
“Anzi, sono tutti con me - ammette - Non è diverso da alcuni Gran Premi europei, come quelli italiani, o Barcellona. Al Mugello e a Misano non è stato facile per me, ci mettevo un quarto d’ora per arrivare dal motorhome al box. Anche muoversi nel paddock è una fatica”.
Il peso del successo.