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Moto3, Pablo Nieto: "Per Fenati vogliamo il titolo"

Il Team Manager sogna una chiusura in bellezza in Moto3 per l'ascolano

Pablo Nieto: "Per Fenati vogliamo il titolo"

Lo hanno definito “allenatore”. Per il secondo anno consecutivo Pablo Nieto, figlio del tredici volte iridato Angel Nieto, avrà il compito di far crescere gli alfieri del Team Sky VR46.  Scelto da Valentino  Rossi nel 2014 per guidare il team SkyVR46 in Moto3, Pablo, ancora giovanissimo, è consapevole del prestigioso incarico affidatogli, condito da grandi responsabilità ed obbiettivi ben chiari, ovvero vincere il titolo mondiale.

Pablo, questa è la tua seconda stagione al timone di comando del team SkyVR46, l’impegno comprende tre piloti da gestire, come ti senti a pochi giorni dalla prima gara in Qatar?

Mi sento molto bene, sono fiducioso. E' una bella sfida quella che ci attende. Il team ogni hanno ha evidenziato netti miglioramenti e per questo 2016 abbiamo allestito una struttura ed una squadra competente e molto importante. Valentino mi ha offerto un lavoro che mi appaga, molto impegnativo, ma ricco di soddisfazioni”.

Tu sei stato un pilota esperto, veloce e tecnico, come pensi sia cambiata la nuova KTM250?

Premetto che ad inizio “2015 eravamo in difficoltà, la moto era totalmente nuova, tutta da sviluppare e da scoprire. Il nuovo modello non presenta nessuna rivoluzione drastica, in Austria hanno lavorato sviluppando lo stesso progetto, già molto buono, puntando nel valorizzare le caratteristiche vincenti che già aveva e limitando i piccoli ma percettibili difetti. Ora la moto è più forte in frenata e l’ingresso in curva più sincero e preciso. Le differenze con il vecchio modello non sono grandi, ma si sentono…Fenati, Migno e Bulega si sono trovati a loro agio già nel primo test, e nel prossimo, a Jerez, vedremo se la strada è quella giusta”.

Che differenze ci sono tra i tuoi tre piloti? Quali sono le loro prerogative?

Romano è l’uomo di esperienza tra i tre, oltre ad avere un talento incredibile. Lui punta in alto. Andrea vuole conquistare il suo primo podio mondiale e, se sarà costante, ce la potrà fare. Niccolò è una incognita… ha un grosso potenziale e saremo noi ad indirizzarlo nel migliore dei modi. In ogni caso, pur avendo tre piloti, un bel numero, la squadra sa gestire tutti nella stessa misura, dedicando ai ragazzi le stesse attenzioni “.

Ebbene, qual è il vostro obbiettivo 2016?

Nelle corse di alto livello, ogni test ed ogni gara serve ad imparare qualcosa di nuovo; se questo lo si vive con un approccio basato sulla professionalità e sul divertimento, tutto è più semplice…ma non voglio nascondermi, con Romano vogliamo gareggiare sempre per salire sul podio, e finire la stagione nei primi tre, meglio se al primo posto finale. Nei test Fenati è stato costantemente tra i i più veloci, la moto ha risposto bene a modifiche di set-up di ogni genere e sono convinto: ce la possiamo fare”.

Ritieni sia più difficile il lavoro di pilota o di team manager, ed eri più teso in sella o adesso nel box?

Penso che sia fondamentale esser stato pilota, prima di diventare team manager. Chi ha corso ad alto livello sa comprendere le esigenze dei piloti, in pista e fuori, e questo mi sta aiutando parecchio con i miei tre ragazzi. La stagione è molto lunga e complicata, possono accadere tanti episodi e situazioni da gestire, direi che non ci si possa improvvisare in questo ruolo. Sinceramente sono più teso adesso nel vedere i miei piloti correre; quando gareggiavo avvertivo meno la tensione e mi divertivo di più. Ovviamente, nel box, non si rischia di incappare in qualche caduta e farsi male, ma la tensione emotiva che si prova è ancor più intensa, è come se fossi il fratello maggiore dei piloti ed è come se corressi io”.

Quali saranno secondo te i papabili per la conquista del titolo?

“Terremo d’occhio Fabio Quartararo, il francese è velocissimo e vanterà un anno di esperienza su cui contare.  Vedo Niccolò Antonelli e Enea Bastianini sempre tra i primi cinque,il sudafricano Brad Binder porta in gara la KTM del team interno e sarà sempre davanti. Rispetto a quando correvo io, ora la competizione è più serrata e ci sono molti piloti che possono inserirsi nella top five ed ambire al podio. Molte gare si concludono con grandi bagarre di gruppo che si risolvono all’ultimo giro, spesso all’ultima curva e le sportellate non mancano. La stagione comprende 18 gare e, oltre alla velocità, conterà essere costanti nel rendimento. Questo anno per noi  sarà il più importante perché puntiamo in alto in Moto3 prima di esordire nel 2017 in Moto2 con Romano Fenati”.


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