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SBK, Markus Reiterberger? Mi ricorda Vale e Max

Parla Witteveen: 'la moto ha una buona base. Abbiamo bisogno di tempo'

Markus Reiterberger? Mi ricorda Vale e Max

Quando parla Jan Witteveen, è come ascoltare un grande classico. Non puoi fare a meno di rimanere in silenzio e captare le sfumature, non solo le parole - chiare e decise - di una persona che ha fatto la storia del motorsport su due ruote. Come una canzone sempiterna, come un vinile nuovo. Ha fatto la storia, ma al contempo rimane attualissimo.

Anzi, nel caso dell'ingegnere olandese, rimane sempre "sul pezzo" rinnovandosi ogni volta. Questa la sua seconda vita nel Mondiale Superbike con BMW Althea. Chiaro, puntuale, ed in grado di tirarti fuori quella chicca, quella sfumatura che ti fa drizzare le orecchie. Mai banale, ci ha parlato a margine della presentazione del team Althea BMW Motorrad. Un'avventura cominciata da poco. Jan non fa proclami, ma trapela un velato ottimismo con la S1000RR:

"Diciamo che la base è buona. La S1000RR è una moto che si difende bene sul mercato con i concorrenti.

In stock è sempre stata piuttosto competitiva. Attenzione però, questa valutazione riguarda la base. Chiaramente trasformare quella moto in una superbike non sarà facile perchè ci sono molte cose su cui si può intervenire. Non è semplice: guarda ad esempio la stessa carena, che sembra identica. E' stata cambiata quest'ultima, il radiatore, il serbaotio ed anche il codone diverso".

Quale sarà il vostro lavoro per rendere competitiva la moto?

"Bisogna sviluppare una base funzionale, partendo da una Stock. Un tempo non sarebbe stato possibile, le Superbike erano arrivate ad uno stadio praticamente prototipale. Ora invece possiamo partire dalla stock come base. Poi si lavora sul motore, sulla ciclistica e sull'elettronica. Solo allora si arriverà al lavoro vero e proprio di sviluppo. Perchè è solo una volta che la moto che si arriverà ad un dato livello che possiamo capire se abbiamo lavorato bene o male e capire su quale direzione lavorare".

Lavoro chiama tempo. Questo significa che bisognerà tenere i piedi per terra, almeno inizialmente:

"Non penso che la moto sarà subito competitiva con i vertici della categoria, come la Kawasaki per internderci. Qui dobbiamo essere realistici. Inoltre all'inizio non sarà facile perchè la moto che vedi qui sarà quella che ci sarà in Australia e Thailandia. Almeno inizialmente si farà un pò fatica a lavorare e migliorare con le moto dall'altra parte del mondo. Noi nel frattempo dovremo essere bravi a farci trovare pronti e migliorare i componenti".

Quanto tempo ci vorrà per diventare competitivi? "Difficile dirlo. Probabilmente servirà tutto l'anno, poi l'anno seguente vedremo il nostro livello di competitività"

Infine, ultime parole per quanto riguarda i piloti:

"Markus Reiterberger conosceva già dal 2011 la moto. E' giovane ma ha già esperienza. Per Jordi l'esperienza è nuova, viene da un 4 cilindri a V, questa è una quattro in linea. Insieme a loro abbiamo degli obiettivi ben definiti. Vogliamo crescere insieme. Jordi poi è molto veloce, molto forte. Ha solo il sangue caliente, da latino, ma è molto pacato e focalizzato".


"Vedo molto bene Markus. E' un pilota che mi ricorda Valentino Rossi e Max Biaggi. E' molto bello lavorare con lui. Sai, a Jerez ho dovuto sostituire il suo capo tecnico, e sono stato a stretto contatto con lui"

Cosa ti fa propendere verso questa considerazione? La velocità, il talento puro? "La concretezza. Lui è un tipo concreto. Sa e fa la differenza. Sente la moto però non ti dice come risolvere un problema, ma te lo comunica perfettamente. Per me è un pilota 'abbastanza ideale' per lavorarci insieme"

- i piloti cosa hanno elogiato della moto? "Markus reiterberger la conosceva, è giovane, però è partito subito con questo tipo di moto. Per jordi è moto nuova, e come comportamento è abbastanza diverso e allora li dobbiamo lavorare e capire. Sono contento con loro, che hanno degli obiettivi. Possiamo crescere insieme".

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