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Mototurismo: le Dolomiti con la BMW R 1200 GS Triple Black

Patrimonio dell'UNESCO, rappresentano il massimo per il piacere di guida e appagano lo sguardo da ogni angolo

Moto - Test: Mototurismo: le Dolomiti con la BMW R 1200 GS Triple Black

Qual è la moto perfetta per fare quasi 3.500 Km in meno di una settimana, in coppia, in qualsiasi condizione, carica come un mulo, potente, divertente, comoda e che ogni volta che avvii il motore ti fa battere il cuore? Noi abbiamo scelto la BMW R 1200 GS che, in versione Triple Black (rigorosamente full optional!) si è rivelata la scelta corretta per salire e scendere più e più volte i passi dolomitici, un vero e proprio paradiso del motociclista, vuoi per le curve infinite, vuoi per gli asfalti a dir poco esemplari e soprattutto, vuoi perchè, viste e paesaggi del genere, si trovano solo qui. Vi raccontiamo il nostro viaggio ed andremo ad eleggere (umilmente parlando) il passo che ci è piaciuto di più!

ULTRACARICHI – Quando si parte per un viaggio in moto, il tris di borse è d'obbligo, ed infatti, le borse BMW Motorrad con cui era equipaggiata la moto stavano quasi per esplodere! Non dimenticate poi l'antiacqua con voi, poiché in questi posti è un attimo tornare in albergo bagnati e sgocciolanti. La partenza avviene da Roma alle tre del mattino (viaggiare con il “fresco” non ha eguali N.d.R.) e con un semplice click al manubrio regoliamo le sospensioni grazie all'ESA II, pratico ed efficiente. L'illuminazione dei fari è ottima ed in autostrada la tedesca offre comfort e protezione aerodinamica, tutto il resto, lo fa il cruise control che permette di non affaticare l'avambraccio destro. Arriviamo a pranzo in Val di Fiemme e dopo una doccia ed una lauta cena, il letto ci aspetta “a lenzuola aperte”.

ANDARE A S...PASSO – L'indomani, imbocchiamo la SS48 che da Moena diventa trafficatissima e raggiungiamo Canazei in Val di Fassa. Il sole splende e arriviamo in un baleno al Passo del Pordoi (2.239 m.l.m.), protagonista per ben 37 volte al Giro d’Italia; collega Canazei con Arabba e sicuramente è una delle strade più divertenti da fare in moto. “Sfiorata” Arabba, risaliamo per il Passo di Campolongo valico che tramite la SS244 ci porta a Corvara in Badia. Prendiamo la SS243 fino ad arrivare a Passo Gardena (2.121 m.l.m.). Tutto è verde ed iniziamo a dimenticare lo smog che caratterizza le nostre affollate città. La GS sale e scende dai passi con una “forza” disarmante, la coppia del motore, da camion, spara fuori dalle curve come una fionda e bisogna pensare bene a ciò che si sta facendo, perchè è facile trovarsi a guidare in maniera un po' troppo... svelta. Basta andare con un rapporto più alto, anche se il prurito al polso destro, si fa sentire. A Plan de Gralba svoltiamo a sinistra per la SS242 e troviamo il paradiso: uno dei passi più belli dell'intero arco alpino, il Passo Sella, per le sue curve da pennellare e per il paesaggio che lascia a bocca aperta. Sito a 2.240 metri sul livello del mare, lascia tutti di stucco. Si spegne il motore e si rimane per lunghi istanti senza proferire parola. Riscendiamo verso Canazei, la giornata volge al termine. Abbiamo percorso uno dei più bei giri motociclistici conosciuti e mentre ritorniamo in Val di Fiemme ripercorriamo il percorso mentalmente con il sorriso sul volto.

 

I LAGHI VERDI – Lo speck mangiato a colazione in quantità industriale ci prepara alla giornata odierna. Lasciato l'albergo l’iter è sempre lo stesso dalla Val di Fiemme: Moena, Canazei, Passo Pordoi e Arabba, Passo Falzarego sulla SS48. Proprio quest'ultimo, a salire come a scendere, altro non è che un tripudio di tornanti e tornantini dove la GS si dimostra stabilissima. I freni sono potenti e modulabili e non si fa altro che snocciolare una marcia dietro l'altra! 15 Km da una parte e 15 Km dall’altra, una bilancia “equilibrata” da percorrere in due tappe per raggiungere i 2.109 metri di altezza. Giunti al Passo, vale la pena allungarsi di qualche metro per vedere Passo Valparola (2.192 m.l.m.), dove non si può non fermarsi ed ammirare il Forte Tre Sassi, museo della Grande Guerra. Giungiamo a Cortina d’Ampezzo dove notiamo BMW, Porsche, Ferrari, Lamborghini, Lotus… Proseguiamo per la SR48 in direzione Misurina (attenzione al pessimo asfalto nella seconda parte N.d.R.) fino ad arrivare al lago. Siamo a 1.754 m.l.m. e notiamo una miriade di alberghi intorno che rovinano il paesaggio, incluso l’edificio che si nota guardando verso sud: una casa di cura che inficia la vista del massiccio del Sorapiss con la sua punta nominata “il Dito di Dio”. Pranziamo in riva al lago e proseguiamo fino al primo bivio utile, bypassando volontariamente le Tre Cime visto che la strada è a pagamento. Prendiamo la SS51, costeggiamo il meraviglioso Lago di Landro e successivamente il Lago di Dobbiaco. Le acque verdi lasciano senza fiato e verrebbe voglia di prendere un bicchiere e assaggiarne il sapore. Siamo sulla SS49 e giriamo a sinistra verso Brunico. In un attimo arriviamo all’incrocio con la strada per Braies dove la salita verso il Lago ci propone dei prati verdi da cartolina con tanto di mucche che pascolano libere, piccoli paesini dove spiccano i campanili delle chiese e le tipiche case con i tetti spioventi e i balconi ricoperti di fiori. Sembra di essere in un presepe! Giunti a Braies… ci risiamo: l’ennesima struttura che copre la natura, un hotel posto alla fine della strada. Sarebbe stato bello arrivare alla fine della strada e ammirare liberamente il lago. Il lago, verde smeraldo, mischiato al blu cobalto toglie il fiato. Davanti ai nostri occhi la parete rocciosa della Croda del Becco e intorno a noi la foresta. Che meraviglia... Ripartiamo in direzione Brunico, dove svoltiamo a sinistra in direzione San Martino in Badia. In questo piccolo paese troviamo la strada (sulla destra) che porta a Passo delle Erbe, sito a 2006 m.l.m.. Il sole scalda ancora e dopo una breve pausa ripartiamo per scendere verso Bressanone. Siamo sulla SS12, di ritorno in albergo, stanchi morti ma soddisfatti della giornata.

LA REGINA – L'indomani, ancora provati dal giro del giorno precedente, optiamo per andare a vedere “La Regina” delle Dolomiti. Sua Maestà la Marmolada. La strada è sempre la stessa e giunti a Moena valichiamo il Passo di San Pellegrino (1.918 m.l.m.), trafficatissimo e che ci porta a Falcade. Svoltiamo poco più avanti a sinistra in direzione Alleghe e giunti a Rocca Pietore ci “arrampichiamo” verso Passo Fedaia. La nostra tedesca è a suo agio in ogni condizione e anche se le temperature sono fresche, la protezione aerodinamica del cupolino regolabile in altezza vengono in soccorso. Giunti al Passo, sito a 2.057 m.l.m., sul lato sinistro abbiamo il lago omonimo ed il ghiacciaio brilla alla luce del sole. Il nostro ultimo passaggio risale a oltre 10 anni fa e non possiamo non notare che questo si sia vistosamente “ritirato”. Fa riflettere... Pranziamo a ridosso della diga, oggi ce la prendiamo con calma e pensare che domani è l'ultimo giorno ci mette un po' di tristezza. Centinaia sono le moto e notiamo che in molti, soprattutto con targhe tedesche, hanno gli scarichi aftermarket privi del dB killer. Nel silenzio e nel rispetto delle persone che parlano con toni pacati, non è proprio il massimo. Ripercorriamo il percorso al contrario ma invece di svoltare per Falcade, proseguiamo per Agordo, svoltando a destra verso Siror, dove giunti a San Martino di Castrozza saliamo per Passo Rolle (1.989 m.l.m.) dove giunti in cima un pastore combatte con due mucche “ribelli” che proprio non ne vogliono sapere di ritornare nel recinto! Scendiamo verso Predazzo dove ad un tabaccaio tentiamo la fortuna con un gratta e vinci, hai visto mai che vincendo qualche soldo possiamo rimanere dei giorni in più! Il risultato? Beh... ecco... domani sarà l'ultimo giorno...

AND THE WINNER IS... - E' l'ultimo giorno prima della partenza, purtroppo (maledetto gratta e vinci...). Chiediamo a dei locali dove poter andare mentre facciamo colazione. Ci infiliamo la tuta, avviamo la nostra GS e ci dirigiamo verso Cavalese. Il boxer, con i suoi 125 CV ci porta a raggiungere Passo Lavazè (1.805 m.l.m.) in pochi minuti. Nell'arco della mattinata tocchiamo diversi passi, tutti in zona, quali l'Oclini, il Pramadiccio, il Pampeago e il Nigro. Passi minori, è vero, ma proprio per questo meno trafficati e più godibili. La meta è il Lago di Carezza. Lo specchio d'acqua altro non è che un arcobaleno di colori verdi e blu. Trasparente, bellissimo, una cosa da non credere, tutto grazie ad una attenzione nel salvaguardarlo da eventuali turisti “esagerati”. Una recinzione permette di proteggerlo e girare intorno al perimetro consente di scattare immagini da diverse angolazioni. Una poesia, una coccola... una carezza. Pranzato qui e superato il Passo di Costalunga (1.745 m.l.m.) arriviamo a Pozza di Fassa. Riprendiamo la Val di Fiemme e giunti a Cavalese svoltiamo per Molina di Fiemme. Da qui inizia la strada che porta a Passo Manghen, una lingua d'asfalto con curve veloci e manto perfetto. Mentre si sale, la strada si fa via via più stretta e la vegetazione più fitta, tanto che il sistema automatico dell'accensione dei fanali, decide autonomamente di darci più luce! Due macchine affiancate non ci passano e vista la mancanza di barriere laterali, decidiamo di salire lentamente in seconda marcia a poco più che a passo d'uomo. Giunti in vetta a 2.047 m.l.m. il paesaggio, sia verso la Val Cadino che la Val di Calamento lascia senza parole. Le nuvole si muovono rapide sfiorando la vetta e i nostri caschi, e ripartire in direzione Val Sugana ci dispiace. Qui sopra il tempo si ferma e la natura ci ricorda quanto può essere meravigliosa. A scendere la vegetazione è più brulla, i tornantini da fare in prima, quasi con il piede a terra per via della perdita dell'equilibrio e della stanchezza, non si contano. Anche qui incrociamo delle mucche che insieme al pastore ritornano verso la stalla. Non sono preoccupate dal nostro passaggio, anzi, ci osservano mentre masticano l'erba come fosse gomma da masticare. Non abbiamo dubbi, il vincitore secondo noi è il Passo Manghen, per i suoi paesaggi, per la sua strada, per il suo scarso traffico. Ci ha colpiti, tanto che il ritorno verso l'albergo sulla statale Val Sugana, una “pallosissima” due corsie, passa in un attimo. In testa tutto ciò che abbiamo visto in questi giorni e la voglia di ritornare appena possibile.

TRIPLE BLACK, TRIPLE FUN! - La moto di questo viaggio, in versione Triple Black, per via della colorazione black storm metallizzato, nero e grigio agate, vede la sella grigia e nera arricchita dal logo GS e la trasmissione in colore nero. Le ruote, a raggi incrociati in finitura nero metallizzato, sono di serie su questa versione. Il prezzo è di 17.230 euro c.i.m., primo tagliando compreso. Ne vale tanti soldi? Si, per tre “fun”-motivi: è bella, va da dio e consuma poco. Nei nostri 3.500 Km, percorrendo autostrade, statali e salite anche del 15% spesso a pieno carico ed in coppia, abbiamo registrato un consumo medio di 5,2 litri per 100 Km ovvero 19,2 Km/l, dati estremamente interessanti ai fini dell'ammortamento a lungo termine.

In questo test abbiamo utilizzato:
Casco moto AGV PISTA GP E2205. Top di gamma dei caschi per uso Race che garantisce alti livelli di protezione e ergonomia.

 

Completo Dainese D-EXPLORER S/T GORE-TEX JACKET & Pants - Top di gamma della sua categoria: giacca 3 strati modulare, impermeabile e traspirante è confezionata con materiali pregiati che permettono di usarla tutto l’anno. Pantaloni separati.

 

Stivali Dainese Latemar GORE-TEX - Soluzioni all’avanguardia e materiali di altissima qualità per questo stivale touring, top di gamma della sua categoria. Ottimizzati per consentire il massimo feeling e integrazione con la moto.

 

 

Guanti Dainese ERGOTOUR GORE-TEX X-TRAFIT - Grazie alla presenza della membrana di marca GORE-TEX si garantisce impermeabilità e traspirabilità mentre la tecnologia X-TRAFIT assicura a questo modello certificato comfort e sensibilità superiori alla guida.

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