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Bollo moto storiche: si paga!

Il Governo Renzi piega la resistenza di due Regioni

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Lo scontro fra il Governo Renzi e le Regioni in materia di bollo auto e moto storiche è stato così duro da finire alla Corte costituzionale. In estrema sintesi, l’Esecutivo (dopo aver promesso di rimodulare il bollo) ha imposto il pagamento della tassa regionale a chi ha un veicolo over 20 e under 30. Alcune Regioni, sostenendo che il bollo è materia loro, hanno detto no; continuando a non farlo pagare. Ma il Governo ha insistito parecchio (quasi fosse una questione d’importante capitale per il futuro della nazione…) e ha vinto. Una prova di forza, il cui risultato è semplice: pagare. Lo stabilisce la sentenza 199/2016 della Corte costituzionale.


Le due Regioni dalla parte dei cittadini


Il Presidente del Consiglio dei ministri, rappresentato e difeso dall’Avvocatura generale dello Stato, ha promosso questioni di legittimità costituzionale delle leggi delle Regione Umbria e Basilicata. Cosa avevano fatto di grave? La tassa automobilistica ordinaria è sostituita da una tassa di altro genere, con riferimento agli autoveicoli e ai motoveicoli immatricolati da almeno venti anni e dotati di particolari requisiti di peculiarità specificati dalla norma, anche sulla base (aggiunge il ricorrente) di una delibera della Giunta regionale.


Morale: solo limare qua e là


Per la Corte costituzionale, la tassa automobilistica è un tributo proprio derivato delle Regioni, che ne incamerano il gettito, ma possono disciplinarlo solo entro i limiti massimi di manovrabilità previsti dalla legislazione statale. Insomma, le Regioni possono limare qua e là, niente più. Deve perciò ribadirsi che un intervento sull’esenzione dalla tassa dei veicoli di interesse storico e collezionistico eccede la competenza regionale e incide su aspetto della disciplina sostanziale del tributo riservato alla competenza legislativa esclusiva dello Stato.

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