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Yamaha MT-10: la superdotata

Stabile, ma allo stesso tempo maneggevole e con un gran motore. Yamaha fa centro e realizza una moto che è un vero luna park su due ruote. Disponibile entro fine maggio, al prezzo di 12.990 euro f.c.

Moto - Test: Yamaha MT-10: la superdotata

Divertente. Quello che ci viene in mente a caldo dopo essere scesi dalla nuova Yamaha MT-10 si riassume in un solo aggettivo. La tanto attesa maxi naked di Iwata è di quelle moto che lascia davvero con il sorriso stampato sul volto. Moto stabile, ma allo stesso tempo agile e non è un controsenso. L'equilibrio che in Yamaha sono riusciti a dare alla loro nuova roadster è di un livello che su poche moto di questa categoria siamo riusciti a percepire. Forse la sola Aprilia Tuono impressiona di più per la resa globale in termini di ciclistica e motore, ma se paragoniamo le due moto per un utilizzo prettamente stradale, la Yamaha non teme il confronto con una delle migliori realizzazioni nel segmento come la maxi di Noale. Il nuovo capitolo della fortunata serie MT si rivela azzeccata nelle quote, nella risposta del gas e nel comfort e qualità percepita. L'estetica seppur fuori dagli schemi, se in foto lascia qualche dubbio, vista dal vivo trasmette comunque forte personalità, sebbene , non lo nascondiamo, i punti forti di questa MT-10 non sono nella vista da fermo, ma li troviamo una volta girata la chiave e ascoltando il motore cantare con la melodia tipica del Crossplane.

Per saperne di più sulla dotazione tecnica vi rimandiamo alla nostra analisi tecnica, ora scopriamo insieme come va.

IL TEST - Una moto da ferma la guardi non più di due minuti, ma è in sella che passi la maggior parte del tempo. Per l'occasione , 350 KM di curve sugli splendidi nastri d'asfalto nel sud della Spagna, sono stati il banco prova per saggiare le doti della nuova naked Yamaha MT-10. Giro di chiave, pulsante "start" e si parte.

Sulle prime non possiamo fare a meno di notare come la posizione di guida, per quanto la moto risulti alla vista da ferma caricata sull'avantreno, sia comunque confortevole e molto neutra. Le pedane sono ben distanziate dal piano sella (buona cosa su strada, ma forse basse se si vuole puntare a qualche giro in pista) ed il manubrio azzeccato come altezza ed angolazione. La sella,  posizionata a 800 mm da terra, sulle prime può sembrare dura, ma non lasciatevi ingannare. Nonostante un nostro iniziale scetticismo sull'esito del test da questo punto di vista, alla fine non abbiamo avvertito nessun tipo di fastidio nella zona del fondoschiena. Rigidità controllata, ed anche dopo ore trascorse alla guida non si avvertono indolenzimenti di sorta. Il serbatoio da 17 litri, panciuto e realizzato in lamierino, ricorda un po' nelle forme in sella quelle delle R1 prima serie, ma in questo caso è meglio rastremato verso il basso il che consente di stringere bene con le gambe e inserirsi al meglio nel corpo macchina.

GIOSTRA TRA LE CURVE - Una volta in marcia si capisce da subito che con la MT-10 ci si può divertire un sacco. Facile dai primi chilometri impressiona per quanto si mostri stabile nei curvoni veloci quanto negli stretti tornanti, ma allo stesso tempo, grazie anche alla posizione di guida ed alla distribuzione dei pesi azzeccata,  è naturale manovrarla tre le "esse" e nei rapidi cambi di direzione. In una prima fase di piega sembra avere una certa inerzia, ma poi superato il momento scende giù svelta e precisa. Un comportamento che leggiamo come derivante da una massa volanica consistente in questo caso maggiorata (+40%) per addomesticare un 4 cilindri che, rispetto all'unità montata sulla R1, ha necessità di una cavalleria ridotta ( -20 CV) ed una maggiore schiena sulla cura di coppia,  111,0 Nm (11,3 kgm) a 9.000 giri/min il  dato dichiarato. Questo è un altro punto di forza della MT-10: la corposa erogazione ai bassi ed i medi che ne fanno un cavallo di razza. Anche in terza e quarta marcia spalancando il gas a regimi intermedi, non ci vuole molto per sentire l'anteriore cabrare e puntare alto. Un fattore che rende la guida frizzante sotto molti aspetti. Ma non aspettatevi un cavallo imbizzarrito. La progressione e la gestione dell'erogazione con l'acceleratore impostata a monte dalle mappe, mantiene l'impeto della MT assolutamente ben gestibile. Le tre opzioni che Yamaha offre Standard A e B, mantengono tutte un buon grado di gestione del motore alla risposta del gas. Con la A l'erogazione si fa decisamente allettante, con al B la MT-10 esplode in tutto il suo orgoglio, ma senza incutere timori reverenziali. La Standard, seppure divertente anche lei, come facile intuire,è la più "morbida" delle tre ed è consigliata per la guida sciolta, ma anche in città. Molto utile comunque in caso di fondo insidioso, coadiuvata bene dalle opzioni del Traction Control. Una condizione testata nel corso del test quando un improvviso acquazzone ha ben pensato di "regalarci" alcuni chilometri di guida WET ed il controllo è rimasto totale, senza perdite di linea in uscita di curva o nelle accelerazioni.

Ci è parso buono il comportamento delle sospensioni di derivazione sportiva. La forcella, con steli da 43mm ed escursione da 120mm, copia bene le asperità ed ha la giusta frenatura idraulica (comunque regolabile), il mono tende un po' al rigido. Funziona bene e sostiene il carico in fase di accelerazione, ma la risposta alle buche risulta un po' secca. Comunque è un bel passo avanti rispetto all'unità montata sulla MT-09.

Stabilità in appoggio sui curvoni ed in rettilineo, maneggevolezza tra le "esse" ed in città, controllo totale nella guida. Sembra tutto bene, l'unico neo che  abbiamo riscontrato nel corso della prova  arriva dal reparto freni. Il mordente all'anteriore c'è in fase di attacco, ma poi qualcosa si lascia per strada, con l'azione che perde incisività. Qui ci saremmo attesi qualcosa in più, per rendere il giusto merito alle prestazioni della MT-10. Consiglio? Un buon set di pastiglie più performanti e la frenata ne può solo guadagnare. Promosso infine il cambio, ruvido come un po' da caratteristica di Yamaha, ma qui l'azione risulta più dolce e silenziosa.

DEBRIFING -  Una Fun- bike pura la nuova Yamaha MT-10. Mezzo che conferma il DNA della razza MT. Divertimento, facilità di guida, belle doti tecniche, da utilizzare in città , per qualche breve gita fuori porta (è previsto un pacchetto di accessori con borse e supporto per il navigatore, tra le altre cose) ed anche in pista, a patto di montare pedane più rialzate. CI PIACE: Bel motore, con un gran carattere e buona schiena di coppia ai medio/bassi. Riuscita la ciclistica, con un bilanciamento e quote che ne fanno un mezzo estremamente facile da guidare. Bel lavoro anche sulla connessione tra gas e risposta del motore. NON CI PIACE: La frenata, pur risultando pronta nella prima fase di pinzata, perde poi mordente. Da migliorare l'azione del mono posteriore, che con il setting di base ci sarebbe piaciuto più morbido nella fase di compressione (ma è possibile regolarlo). Infine, non ci sarebbe dispiaciuto avere un vano sottosella capiente, che renda merito ad un utilizzo prettamente stradale della MT-10.

La nuova Yamaha MT-10 è disponibile entre fine maggio nelle concessionarie Yamaha al prezzo di 12.990 euro f.c. nelle colorazioni Night Fluo, Tech Black e Race Blu. 

Ricordiamo inoltre la gamma di accessori originali: silenziatore Akrapovic, cambio Quick Shift, oltre ad una serie di componenti in alluminio dal design Racing. Per chi ha esigenza di lunghe traversate sono previsti anche cupolino, sella comfort e le borse laterali semi-rigide.

Divertimento e sicurezza in moto viaggiano di pari passo. Ecco perchè per la nostra prova abbiamo utilizzato il giusto abbigliamento protettivo:

Casco AGV CORSA -  Anziché progettare a partire dalla calotta esterna, AGV STANDARDS, modello del quale il CORSA fa parte, inizia dalla testa del pilota le cui misure sono tradotte in un formato digitale, tramite una scansione laser. La scansione tridimensionale è una tecnologia estrememante precisa (al decimo di millimetro) che permette la trasformazione in dati digitali delle forme antropomorfe e successivamente condurre studi puntuali sulla fisionomia umana che sono il punto di partenza per la progettazione delle parti del casco a contatto con il viso. Il casco, riprodotto in tutte le sue parti mediante un modello matematico, consente l’effettuazione di analisi FEM (Analisi agli Elementi finiti) che simula al computer una serie di crash test che riproducono non solo i test di omologazione ma anche prove secondo i più severi standard di AGV.

Giacca Dainese Avro D1 Leather Jacket -  l’ultima evoluzione della eccezionale serie Dainese Avro. Dedicata agli amanti della guida sportiva, questa giacca, non solo aderisce ai più alti standard di sicurezza come la certificazione CE Cat. II, ma è anche confezionata con pregiata pelle bovina Tutu, tessuto bi elastico S1 e fodera interna Nanofeel trattata con ioni d’argento. La perfetta combinazione di questi materiali in accoppiata alla tecnologia brevettata Microelastic donano al capo un comfort ed un fit senza paragoni. Prese d’aria sui lati, e fodera termica interna rimovibile consentono una perfetta regolazione della temperatura per affrontare al meglio ogni situazione climatica. La sicurezza è invece affidata alla protezione termoformata con inserto in alluminio sulle spalle, la protezione composita sui gomiti e la predisposizione per paraschiena di classe G e protettore torace.

Stivali Dainese Axial Pro 1 IN - rappresenta il massimo della tecnologia e dell’esperienza Dainese applicato ad uno stivale, per offrire al pilota il top in termini di sicurezza, comfort, e funzionalità durante la guida. Confezionato in Lorica, tessuto D-Stone e pelle crosta, al suo interno dispone del sistema D-Axial in Carbonio e fibra DuPont Kevlar, studiato per ridurre il rischio di torsioni piede e per proteggerlo in caso di urto, in sinergia con la suola con tallone ammortizzato e all’inserto in acciaio sul tallone. 
Slider in acciaio inox, puntale e sottopiede in nylon offrono un ulteriore elemento di sicurezza per il pilota. Dotato di fascia interna di ritensione per evitare fratture e lo scalzamento e predisposto per l’aggancio all’interno del pantalone, questo stivale si integra alla perfezione con la tuta, riducendo il rischio di aggancio a corpi esterni in caso di caduta, nonchè favorendo la guida grazie al contenimento degli ingombri, del peso e ad una migliore aerodinamica.

Guanti Dainese Full Metal G1 - Tutta la tecnologia e l’esperienza maturata da Dainese nelle corse e nella collaborazione con i grandi campioni del motociclismo ha portato allo sviluppo di questo guanto racing dalle performance elevatissime, e che mantiene allo stesso tempo un grande comfort di guida.
Full Metal D1 è costruito utilizzando i materiali più resistenti e all’avanguardia, come titanio, fibra di carbonio, filo di KEVLAR DuPont, per consentire elevate performances al pilota. Il guanto presenta soluzioni tecniche frutto dello studio ergonomico e dei punti più sollecitati in caso di caduta.

Pantaloni Dainese Strokeville Jeans - Jeans in fibra aramide e rinforzi interni in Kevlar per una grande resistenza all'abrasione. Realizzati in tessuto Denim con filo in fibra aramidica e protezioni morbide Pro-Armor sulle ginocchia con certificato EN 1621-1. Compartimento sulle ginocchia e fianchi per poter montare una protezione Pro-Shape (non incluse). Sono dotati inlotre di rinforzi interni in Kevlar ed elementi riflettenti per essere più visibili durante condizioni di scarsa luce.


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