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Motociclista vittima di pedone pirata! Scatta l'accusa di omissione di soccorso

Ubriaco, attraversa la strada. Investito, scappa. Lasciando lì da solo il motociclista

Moto - News: Motociclista vittima di pedone pirata! Scatta l'accusa di omissione di soccorso

Partiamo dal caso classico di pirateria stradale: l’automobilista investe il pedone, se ne accorge perfettamente, ma scappa come un vigliacco. Lo lascia lì sull’asfalto, magari sanguinante o agonizzante. È una piaga italiana, con la vittima che talvolta è un centauro: nel 2015, circa 1.100 episodi, in costante crescita. Ma quanto appena capitato è un caso particolarissimo.


Situazione invertita


Siamo a Milano. Racconta il blog Giustiziami: Ananda G. U. L., nato 38 anni fa in Sri Lanka, è un pedone che attraversa la strada il 10 ottobre 2014, a quanto emerso ubriaco, di sicuro lontano dalle strisce pedonali. Arriva in motorino Sonu M., indiano di 25 anni. L’impatto fra i due è forte: il motociclista si procura una “distorsione cervicale” e “contusioni multiple”: prognosi di 7 giorni. Il pedone, investito, scappa. Si accorge che il motociclista necessita di cure, ma fugge anziché chiamare aiuto per il “centauro” a terra. Poi va a farsi controllare al pronto soccorso, le Forze dell’ordine incrociano i dati e lo acciuffano.


Processo penale


Altro che Modulo blu e Constatazione amichevole, qui siamo nel penale: il pedone ubriaco in fuga è un pirata, accusato infatti di omissione di soccorso. È a processo davanti alla decima sezione penale, per violazione dei commi 1, 6 e 7, art 189 del Codice della Strada. In soldoni, per omissione di soccorso. Rischia fino a tre anni di reclusione. Perché l'utente della strada, in caso di incidente comunque ricollegabile al suo comportamento, ha l'obbligo di fermarsi e di prestare l'assistenza occorrente a coloro che, eventualmente, abbiano subito danno alla persona. E l’utente può essere uno a bordo un Tir, di un’auto, di una moto, ma anche un tizio a piedi. Chiunque, in caso di incidente con danno alle persone, non ottempera all'obbligo di fermarsi, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.

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