Fra due giorni si ricomincia. L'appuntamento è a Phillip Island per una tre giorni di test - dal 17 al 19 febbraio - forse addirittura più importante di quella di Sepang. Già perché l'ultima volta che Honda, Yamaha e Ducati si sono sfidate sul circuito australiano lo hanno fatto in condizioni di quasi assoluta parità.
Ricordate come è andò il Gran Premio, vero?
Marquez partì in pole ma Iannone e Lorenzo, accanto a lui, realizzarono addirittura l'identico tempo.
Una prima fila che fu il preludio di una delle più belle gare degli ultimi anni, con tanto di volata finale vinta da Marquez su Lorenzo…già, la volata.
Non potevamo sapere allora, quando si concluse, con Andrea Iannone terzo e Valentino giù dal podio che sarebbe stata preludio alla più grande polemica di sempre nata nell'ambito del motociclismo.
Ma questo è il passato. Il presente è il secondo test della stagione, che se servirà alle case per verificare i dati raccolti in Malesia per portare avanti lo sviluppo dei prototipi 2016, sarà invece poco utile per quanto riguarda gli assetti da utilizzare nel Gran Premio che si svolgerà il 23 ottobre prossimo con tutt'altre condizioni atmosferiche delle attuali.
In questo momento, infatti, sull'isola di Filippo è estate, e ben lo sa la Superbike che, come tutti gli anni, vi aprirà le ostilità con la prima gara della stagione, il 28 febbraio prossimo.
YAMAHA, JORGE E VALE AI FERRI CORTI - I due piloti forse più ansiosi di rivedersi sono Lorenzo e Rossi. La coppia della Yamaha infatti ha dominato i test malesi, con lo spagnolo una spanna sopra il suo scomodo compagno di squadra. Rossi deve riportarsi al livello di Lorenzo, e deve farlo entro i primi cinque Gran Premi. Ne va della sua decisione di proseguire o meno la carriera.
La pressione è su di lui. Al contrario Lorenzo ha postato una sua foto sorridente assieme a Wilco Zeelemberg sulla costa australiana.
Contrariamente a quanto si potrebbe però immaginare Valentino è tornato a casa soddisfatto: il rendimento del più vicino rivale significa che la M1 2016 va forte. Ora si tratta solo di adattarsi alla diversa guida richiesta dalle Michelin.
Una operazione che Lorenzo ha fatto rapidamente visto che ha una guida più morbida di quella di Rossi, solitamente più aggressivo in frenata.
Dal punto di vista tecnico la Yamaha continuerà a comparare i due telai con diversa distribuzione di pesi, anche se al momento appare in vantaggio la M1 ibrida.
IL DILEMMA HONDA: IL CONTROLLO DELLA POTENZA - Per la Honda, al contrario, il test australiano sarà fondamentale ed anche se i dati di ottobre scorso non saranno completamente paragonabili con quelli attuali per via delle diverse temperature di aria e asfalto, per non parlare dei diversi pneumatici, qualche suggerimento in più forniranno.
Il problema della HRC è noto: il software unico e la nuova centralina stanno mettendo in difficoltà gli ingegneri giapponesi che già alle prese con un minore numero di opzioni possibili, si trovano di fronte ad un motore che, ancorché rivisto, è ancora troppo aggressivo nell'erogazione della potenza. Ciò porta ad una moto più difficile da dominare e ciò mina la ripetitività delle prestazioni, oltre a renderne più difficile il controllo.
Se a questo aggiungiamo i nuovi pneumatici Michelin, meno stabili all'anteriore ma con un grande grip al posteriore, è facile immaginarsi che gli ingegneri soffrano dell' 'effetto labirinto'.
Una via di uscita sicuramente esiste, ma in quale direzione dirigersi per trovarla?
Una domanda resa ancora più complicata dal fatto che Marquez e Pedrosa scelgono spesso vie diverse in virtù dei differenti stili di guida.
DUCATI, IL PROBLEMA DEI DUE ANDREA - In Ducati, per certi versi, il problema è simile. Dovizioso e Iannone hanno un modo diverso di affrontare gare e messa a punto. Il Dovi è superanalitico e pretende dalla moto determinati comportamenti e finché non li raggiunge non va avanti. Un Luca Cadalora dei tempi moderni. Il Maniaco, invece, ad un certo punto se li lascia alle spalle e fa quel che può, come può, con quello che ha. La dimostrazione la abbiamo avuta nel corso del 2015: Dovizioso è partito alla grandissima con tre podi consecutivi, ma poi ha rallentato aspettandosi un progresso della moto; Iannone da un certo punto dell'anno in poi ci ha messo del suo.
Oggi però la coppia in rosso deve lavorare congiuntamente per svezzare la GP16 e prendere una direzione di sviluppo.
A Sepang, in Malesia, entrambi hanno sofferto - anche se hanno fatto finta di niente - della presenza di Casey Stoner che non sarà invece in Australia. Una scelta che lascia perplessi, ma che può anche essere giustificata dal fatto che il Canguro Mannaro a Phillip Island non può essere considerato una pietra di paragone, visto che vi ha vinto ininterrottamente dal 2007 al 2012. Anzi la sua presenza - e probabilmente i suoi tempi - avrebbero potuto essere imbarazzanti. Non è detto, comunque, ma questa è solo una illazione che Casey non possa provare più tardi in solitaria.
L'obiettivo di Ducati in Australia è quella di essere più vicina alle Yamaha, e per quanto riguarda i piloti, Dovizioso dovrà essere più vicino a Iannone. Perché alla fine di questa stagione molto probabilmente i due si giocheranno un posto in squadra.
SUZUKI, UN PASSO PER VOLTA - Un problema questo che riguarda anche Aleix Espargarò e Maverick Vinales in Suzuki. Il tempo gioca a favore del più giovane dei due, Maverick, che peraltro nel GP di Phillip Island ha confermato il suo miglior risultato della stagione ottenuto a Barcellona con un sesto posto.
Tutti sappiamo ciò che Davide Brivio ripete ogni volta che ci si parla: ad Hamamatsu stanno cercando un po' di potenza in più senza compromettere l'affidabilità, mentre nel contempo si perfeziona il cambio seamless che ancora non è all'altezza di quello delle rivali.
A Sepang però sia Aleix che Maverick non si sono detti soddisfatti anche del telaio. Una variabile in più alla quale pensare.
APRILIA, AL RIPARO DA OCCHI INDISCRETI - Com'è noto Aprilia ha deciso di non unirsi alle quattro rivali. Dopo aver effettuato uno shakedown ad Aragon la RS-GP 2016 si trasferirà a Losail, in Qatar per proseguire lo svezzamento in solitaria. In previsione del primo Gran Premio, il 20 marzo prossimo, una scelta sicuramente condivisibile.