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La leggenda di Tommaso Omobono Tenni

Lo chiamavano The Black Devil, il Diavolo Nero, e fu il primo pilota non inglese a vincere il Tourist Trophy sull'isola di Man

Moto - News: La leggenda di Tommaso Omobono Tenni

Ci sono uomini, piloti, che nascono con qualcosa di diverso dentro. Un'attitudine. Un istinto. Un bisogno ancestrale di sfidare costantemente il limite. Per semplificare, in genere lo chiamiamo manico, talento. Ma in taluni casi, rarissimi, si tratta di altro. Genio. Follia. Magia pura. Imprese che incantano e si imprimono per sempre nell'immaginario collettivo. Autentica leggenda!


Un solo scopo nella vita...


A Tommaso Omobono Tenni da Tirano di vincere le gare non gli importava un bel niente. Voleva solo andare forte in moto, lui, sempre più forte. In una folle corsa contro se stesso e i propri limiti, dove l'unica cosa che contava erano la velocità - pura, assoluta, sconsiderata - e un coriaceo eroismo spinto ai confini estremi.
Era il 1933, quando scatenando la sua Moto Guzzi sul circuito Littorio di Roma, in occasione del “Trofeo della Velocità”, schiantò a terra rovinosamente mentre spingeva la sua cavalcatura oltre ogni limite. Una botta micidiale che avrebbe steso chiunque ma - come raccontano le cronache dell'epoca - Tenni malconcio si rialzò e incurante del dolore corse a riprendere la moto sotto lo sguardo attonito del pubblico. In quell'occasione, solo un guasto meccanico non gli permise di riprendere la gara.


Ricucitemi le dita, devo correre il TT


Ma fu nel 1937, mentre risaliva in moto a folle velocità i tornanti del Lario, che tutta la tempra di Tommaso Omobono Tenni venne fuori come cuoio duro. Mancavano 3 mesi al Tourist Trophy nella Terra di Albione e l'allenamento era serratissimo. Poi d'improvviso, un carretto trainato da un asino gli si parò davanti e lo scontro, ancora una volta micidiale, fu inevitabile: una gamba fratturata e due dita del piede troncate di netto. Impassibile, senza batter ciglio, il campione di Tirano le raccolse e le avvolse con cura in un fazzoletto, confidando nella possibilità che i medici dell’ospedale di Como gliele potessero ricucire. La sua sola preoccupazione, la sua unica urgenza, era di non poter correre la gara sull’Isola di Man, alla cui vittoria aveva dovuto rinunciare due anni prima, beffato dalla nebbia e dall'incrocio di traiettoria con un corvo. Le dita rimasero mozze ma al via, Omobono Tenni, ci si presentò lo stesso!


Galvanizzato, il radiocronista della BBC...


Le notizie che mi pervengono da ogni zona del circuito concordano su un solo punto: Tenni sta curvando con pazzo abbandono, creando dubbi sul fatto che egli possa finire la gara in un pezzo solo”. Era l'inizio della leggenda di "The Black Devil" - il Diavolo Nero - il primo pilota non inglese che fu capace di vincere all’Isola di Man. Un italiano, sprezzante del pericolo e con 2 dita del piede in meno.


Forse il più forte pilota di sempre


Era la prima metà del secolo scorso e le 239 gare corse da Tommaso Omobono Tenni - molte vinte e la maggior parte vissute costantemente in vetta - rappresentano un numero davvero elevato, se rapportate a quell'epoca. Un numero, che consente di paragonare le gesta del Campione di Tirano ai record dei più acclamati protagonisti del motociclismo moderno.
Una carriera incredibile, un'epopea entusiasmante, che si interruppe purtroppo drammaticamente il 1° luglio del 1948, all’altezza della curva Eymatt del circuito di Berna, dove una Moto Guzzi fuori controllo, lanciata a forte velocità, andò letteralmente in frantumi. Termina così la vita di uno dei piloti più forti mai visti in sella ad una moto... forse il più forte di tutti. Una vera leggenda!


Per chi volesse approfondire, “Tenni - L’antenato di Valentino”, Cesare De Agostini (Giorgio Nada editore).


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