La MotoGP quest'anno ci ha offerto una stagione eccezionale grazie al duello ravvicinatissimo fra Valentino Rossi e Jorge Lorenzo, ma non è stata l'unica classe a tenerci con il fiato sospeso. Anche la Moto3 è stata bellissima.
Nella minima cilindrata il mondiale è andato a Danny Kent, che ha riportato in Inghilterra un mondiale che mancava dal lontano 1977, l'poca di Barry Sheene. Il duello fra il pilota britannico e Miguel Oliveira, sul finale, è stato entusiasmante, così come le belle prestazioni degli italiani. Il terzo posto di Enea Bastianini, ma anche il 4° di Romano Fenati ed il quinto di Niccolò Antonelli testimoniano la rinascita della scuola italiana.
Una scuola che anche quest'anno è stata portata avanti, più che da ogni altro, da Sky con un team, quello costituto assieme alla VR46 di Valentino Rossi che a ragione di può definire una università della moto.
Il lungo filmato di Sky nel quale Sanchini fa finta di essere un tifoso aspirante pilota che chiede come diventare un professionista e chiude queste note fa capire, più di ogni altra cosa, l'italianità della squadra nelle parole del capotecnico Pietro Caprara: "A Le Mans quando sotto il podio ho applaudito Fenati, Bastianini e Bagnaia mi è scesa una lacrima".
A ragione, perché in realtà la stagione della squadra italiana non era iniziata benissimo.
"In Qatar quasi non abbiamo preso punti, la prima gara è andata male e lì abbiamo fatto un reset deciso - ricorda il team manager Pablo Nieto, figlio del mitico Angel 13 volte iridato - in effetti la svolta è arrivata con il successo di Le Mans, dopo quella gara abbiamo lavorato più rilassati e con ancora più voglia di vincere".
Un desiderio riassunto da Alberto Tebaldi, braccio destro di Valentino Rossi e uno dei motori del team.
"La squadra ha uno spirito fantastico, i meccanici si capiscono a gesti senza parlarsi".
"Siamo contenti, finalmente, perché ora abbiamo una base solida", la conferma di Uccio.
Il gruppo è importante nel motociclismo che anche se la gara in pista è l'espressione di un singolo, dietro ha l'impegno di una squadra.
"E' vero - ribadisce Nieto - in Moto3 siamo arrivati ad un tale livello che non è solo il pilota ma tutta la squadra a contare".
"Del resto - è la chiosa finale di Caprara che ben riassume il concetto - quando hai spremuto tutto dal mezzo tecnico e non puoi fare di più pensi al lato umano".
Alla fine è quello che ti fa vincere, l'X-Factor, il talento, emerge solo così.
Buona visione!
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