Senza dubbio il momento più brutto del 2016 è stato a Motegi quando, nelle prove libere del sabato, Alex De Angelis è stato protagonista di un violento incidente. Le immagini del suo corpo a terra dopo avere battuto contro il muro, la moto distrutta e i medici che si affannavano sono state terribili. La storia ha però avuto un lieto fine, poco settimane dopo il sammarinese era nel paddock a Valencia, per un saluto.
Sono passato poco più di due mesi, Alex ha un solo obiettivo: essere in piena forma per l’inizio del campionato a fine marzo in Qatar.
“Mi sto allenando tutti i giorni in palestra e sono riuscito a fare già tre uscite in mountain bike - dice - Martedì prossimo mi sottoporrò a una risonanza magnetica alla schiena e, se sarà tutto a posto, potrò risalire in moto, fare un po’ di cross e dirt track”.
Ti manca?
“L’inverno è sempre noioso per un pilota, di solito viviamo di adrenalina. Non vedo l’ora di sfogarmi in sella”.
Sembri a posto…
“Qualche dolore ce l’ho ancora, ma nulla di preoccupante, più ai muscoli che altro”.
Il tuo recupero ha dello straordinario…
“Per fortuna non sono un esperto di medicina e ho usato la mia testa. Però ho visto negli occhi lo stupore di tante persone, dai medici dell’ospedale di San Marino a quelli della Clinica Mobile, che mi hanno sostenuto molto. Ho seguito i consigli del dottor Costa: se ti senti di fare una cosa, perché non farla…”.
In che senso?
“Ho una grande forza di volontà e mi sono preso qualche rischio. Sapevo che le mie fratture non erano pericolose ma solo dolorose, così, appena ho potuto, ho incominciato ad alzarmi da letto e vedevo che la situazione non peggiorava. Ora mi manca solo forza al braccio destro, è normale, i nervi hanno preso una bella botta, serve tempo”.
Ti ricordi l’incidente?
“Per niente. Nei primi giorni non ricordavo neanche la giornata di venerdì, poi la memoria è tornata ma il sabato rimane un vuoto”.
Cosa hai pensato quando ti sei risvegliato in ospedale?
“Non è stato semplice, i medici mi dicevano di non muovermi ed ero confuso per tranquillanti e medicine. Poi, quando mi hanno tolto la morfina, il dolore era molto forte. Sono stati giorni lunghissimi, il tempo non passava mai”.
A cosa pensavi in quei momenti?
“A quando sarei potuto tornare in pista. Ai medici ho fatto due domanda: quando potrò camminare e quando potrò correre”.
Non hai pensato, al contrario, di smettere?
“Il venerdì successivo all’incidente, guardavo sul telefonino il GP della Malesia. Quando ho visto gli altri piloti a scendere in pista ero veramente arrabbiato di non potere essere con loro. Lì ho capito: non voglio smettere, anzi è l’opposto”.
Cosa hai imparato da quella situazione?
“Mi ha fatto capire quanto questo sport sia la mia vita. Io sono un pilota e nient’altro. Inoltre ho scoperto quanta gente ci sia intorno a me che mi vuole bene, ho un sacco di amici”.
Che aspettano il tuo ritorno…
“L’obiettivo è essere in perfetta forma per la prima gara, ma sarò sicuramente anche ai test di Sepang, a inizio febbraio. Non so ancora in quali condizioni sarò, di certo non al 100%, sarà importante fare più giri possibile”.
Stai già pensando al 2016?
“Certo, ma non ho ancora idea di come siano la moto e le gomme, sono l’unico pilota a non avere ancora provato le Michelin. Mi aspetterò molto lavoro ma sono pronto”.