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MotoGP, Suppo: la mano tesa a Rossi? non durerà a lungo

Breve apparizione di Marquez. Intanto la Honda espone nel padiglione 22 quella di Pedrosa con il numero 26


Una breve apparizione sul palco, chiamato da Vito Cicchetti, General Manager di Honda Europa alla presentazione dei nuovi modelli del colosso nipponico per il 2016. Questo è tutto quanto i fan di Marc Marquez hanno potuto avere dal pilota che, negli ultimi due stagioni, è stato esaltato, a ragione, come il nuovo Valentino Rossi.

Le spire velenose della fine del motomondiale hanno infatti consigliatoi vertici Honda a limitare al minimo le apparizioni del numero 93.

Numero che peraltro è scomparso dalla RC213-V che fa bella mostra di sé nello stand all'Eicma: quella esposta infatti è quella con il 26 di Dani Pedrosa. Una decisione presa interamente in Italia. L'HRC, infatti, avrebbe voluto esporre quella di Marquez.

Una situazione pazzesca, estranea al mondo dello sport.

Su questo concorda Livio Suppo, team principal dell'HRC costretto suo malgrado a giocare in difesa, anche se con l'arma della telemetria in tasca, sempre pronto a mostrarla quando (e se) la FIM ritirerà il suo veto.

Ciononostante Marquez ha mostrato ampi cenni di distensione all'indirizzo di Valentino Rossi. Addirittura ha detto di essere pronto a stringergli la mano.

"Non so se Valentino stringerà la mano che gli ha teso Marc - ha detto Suppo, che ha aggiunto - e nemmeno so se Marc continuerà a tendergliela. Si è andati molto oltre ciò che è accettabile. Spero che con il tempo la gente torni a ragionare. Io stesso credo di aver sbagliato quando non sono intervenuto alla conferenza stampa di Sepang, quando Rossi ha accusato Marquez. In Australia tutti abbiamo visto una bellissima gara, eravamo concordi. Poi ci sono state le parole del giovedì di Sepang".

Suppo non difende a priori a causa del suo ruolo. Prova a far ragionare.

"A Valencia se Lorenzo e Marquez avessero voluto avrebbero potuto inscenare una pantomima con 300 sorpassi, per poi far vincere chi volevano. Soprattutto Marc era consapevole che se non fosse riuscito a vincere avrebbe attirato su di sé una valanga di critiche, come poi è accaduto. Alla fine comunque è rimasto sereno perché, come ha detto lui stesso, sa di avere la coscienza a posto. Certo, dopo Sepang non riesco a capire come Valentino potesse aspettarsi un aiuto da parte sua".

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