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MotoGP, Rossi-Lorenzo, il grande freddo gela l'Eicma

Nemmeno Hiroyuki Yanagi, presidente Yamaha, fa stringere la mano a Vale e Jorge

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Il presidente di Yamaha Motor Corporation, Hiroyuki Yanagi, è un tipo forte. Parla un buon inglese e alla fine della conferenza stampa 'Next level' si è presentato fra Valentino Rossi e Jorge Lorenzo con il maglione giallo e nero Blumblebee, con lo stilema che richiama la leggendaria TZ 500 di Kenny Roberts.

Nemmeno lui, però, ha avuto il coraggio di fare ciò che andava fatto ieri sera all'interno della Pelota di Milano: far stringere la mano a Vale e Jorge. I due piloti Yamaha che assieme, come ha ricordato, "fanno 14 titoli mondiali".

Sarebbe stato quello il miglior modo per rendere in modo pratico il 'prossimo livello' a cui, per l'intera serata, si è riferito mostrando le nuove moto di cui leggete a parte.

La tecnologia, infatti, non è tutto. A meno che Hiroyuki Yanagi la prossima stagione non voglia far scendere in pista, al posto di Rossi, Jorge o entrambi il Motobot, un automa capace di guidare fino a 200 all'ora.

Potrebbe essere quello il 'Next level' di Yamaha nel 2016. In questo modo, infatti, si eviterebbero tutte le polemiche a cui abbiamo assistito alla fine del mondiale, con relativa tracimazione mediatica.

Quella alla quale abbiamo assistito ieri, infatti, è stata una grande occasione persa: il presidente di Yamaha Motor Corporation avrebbe potuto richiedere un gesto che, ancorché imposto, sarebbe stato perlomeno emblematico da parte della casa giapponese di voler chiudere le polemiche, quantomeno in casa.

Invece Rossi è arrivato da sinistra, in sella alla XSR900 e Lorenzo dalla destra sulla MT-10. Si sono guardati a malapena, nessun cenno, nessun gesto. E esaurito il loro dovere istituzionale se ne sono andati da dove erano venuti.

Non propriamente il miglior modo per suggellare una stagione che ha visto la Yamaha vincere la 'triplice corona', mondiale piloti, marche e squadre.

Che nemmeno Hiroyuki Yanagi abbia il potere necessario per sedare gli animi?

E' un dubbio iconoclasta, conoscendo la rigida gerarchia giapponese, eppure ci è venuto. Come la Yamaha pensi di ricomporre la situazione se nemmeno il numero 1 si è posto il problema è difficile da immaginare. Un bel muro? E le telemetrie condivise, le lasciamo o le togliamo?

Certo il grande vantaggio della casa di Iwata è quello di avere, per entrambi, già i contratti firmati, ma per favore non parliamo di sport. Ieri sera l'occasione c'è stata. Ed è andata sprecata.

 

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