Danny Kent è riuscito al quarto tentativo a riportare un titolo mondiale in Gran Bretagna dopo l’iride di Barry Sheene del 1977. Il pilota di Leopard aveva dominato la prima parte della stagione, per poi perdere il grande vantaggio accumulato nella seconda. A Valencia era comunque arrivato con 24 lunghezze su Oliveira, solo un suo errore poteva toglierli il titolo.
“E’ il più bel giorno della mia vita, senza dubbio - esordisce - Per quattro gare ho avuto la possibilità di essere campione e riuscirci è un’emozione incredibile”.
E’ stata la gara più difficile della tua carriera?
“Dopo le qualifiche temevo il peggio, ma abbiamo fatto le giuste mosse nel warm up. Dovevo stare fuori dai guai ed è quello che ho fatto. Qualcuno ha detto che non meritavo questo titolo, per le mie prestazioni nella seconda parte della stagione, ma alla fine sono io quello con più punti”.
Chi vuoi ringraziare?
“Tantissime persone, a partire dai miei genitori che hanno fatto molti sacrifici. Poi la squadra, tutte le persone che mi hanno aiutato. E’ stato un lungo viaggio ma ora sono stato ripagato, ho realizzato il mio sogno”.
Guardandoti indietro, cosa hai sbagliato in queste ultime gare?
“La verità è che avevo tutto da perdere, come se portassi un bersaglio sulla schiena. Ho dominato la prima arte della stagione, ma era quello lo strano in Moto3, vincere con 10 secondi di vantaggio”.
Non sono stati i pensieri sul tuo futuro a distrarti?
“No, è stata la KTM a diventare più forte, portando nuovi telaio e motori. La Moto3 è una classe molto difficile”.
Ha cosa hai pensato durante la gara?
“Che al termine di quei 24 giri la mia vita sarebbe potuta cambiare. Certo che sentivo la pressione, ma non si possono cambiare certe emozioni”.
Ora puoi festeggiare…
“Sì, ma poi la prossima settimana sarò a Jerez per due giorni di test con la Moto2. Voglio prepararmi e allenarmi al meglio per la prossima stagione”.