Atterrati in Malesia, la prima impressione è quella di una nebbia fitta, che neppure il sole riesce ad attraversare. In realtà si tratta della conseguenza degli incendi appiccati dagli agricoltori in Indonesia, soprattutto nelle zone di Sumatra e Kalimantan. I contadini usano infatti ancora la tecnica rudimentale di bruciare le piantagioni di palma da olio per fertilizzare il suolo.
La conseguenza è che una nube tossica staziona sull’arcipelago malese e sia a Kuala Lumpur che a Putrajaya (città non lontana da Sepang dove molti team del motomondiale hanno la loro base negli hotel) in questi giorni è stata anche decisa la chiusura delle scuole a causa degli altissimi livelli di inquinamento. La situazione inoltre è aggravata dal periodo di siccità e Greenpeace ha comunicato che l’indice di inquinamento dell’aria (Polluttant Standard Index) è passato da 75 a 401 in meno di una settimana.
Il problema investe anche la MotoGP e oggi, al circuito di Sepang, c’è chi ha preso precauzioni per combattere il problema. Gli uomini del team di Rossi (nella foto Silvano Galbusera e Matteo Flamigni) hanno usato mascherine sul volto per combattere l’inquinamento, un accorgimento che usano in molti anche per le strade di Kuala Lumpur.
In questo momento, il vento sta schiarendo leggermente l’aria e, secondo le previsioni, si attende la pioggia per le giornate di venerdì e sabato. Questo dovrebbe migliorare la situazione in vista del GP, anche se i piloti dovranno continuare a fare i conti con il caldo e l’umidità.