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SBK, Aprilia, senza Biaggi manca il lieto fine

Con il futuro di Noale sempre più legato alla MotoGP, il romano avrebbe potuto chiudere un lungo arco

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Max Biaggi era pronto a viaggiare nel tempo. Proprio a Losail, Biaggi aveva corso la sua prima gara tra le derivate di serie. Una lunga cavalcata al termine della quale aveva piegato la resistenza di James Toseland, vincendo, proprio come aveva fatto al debutto in 500, per di più dopo un anno sabbatico. In Gara Due arrivò secondo per soli sette decimi, prendendosi comunque il giro veloce (1'59.194). Fu l’inizio della seconda vita del Biaggi pilota, che in SBK ha raccolto 21 vittorie e due titoli mondiali.

Il ritorno del romano sul tracciato di Losail aveva un fascino particolare, come se ci fosse l’invisibile mano del Destino a pennellare la chiusura di un lungo cerchio. Il Corsaro era ottimista dopo i test, e le indiscrezioni dalla pista parlavano di tempi di tutto rispetto, che lo avrebbero messo in lizza per una storica vittoria. La stessa che aveva sognato a Misano, sfiorando il podio, ed accarezzato a Sepang, con un terzo posto in Gara Uno.

Durante i test privati Misano, a settembre, Biaggi con la RSV4 aveva girato solo otto decimi più lento degli ufficiali sulla RS-GP, dotata di distribuzione a valvole pneumatiche e una ventina di cavalli in più. Insomma, le premesse per l’impresa c’erano tutte. A 44 anni, tre mesi e 22 giorni, Biaggi avrebbe potuto riscrivere un record che già gli appartiene, quello di pilota più vecchio ad aver vinto una gara in SBK. Lo avrebbe potuto ritoccare di quasi tre anni (ne aveva 41, 2 mesi e 14 giorni quando vinse al Nürburgring nel 2012).

Cosa alimentasse il sacro fuoco nel cuore di Biaggi, lo può sapere solo il diretto interessato. Ma non pensiamo di sbagliarci di troppo se indichiamo come combustibile l’orgoglio di un campione che, per quanto ci abbia provato, non è mai riuscito ad allontanarsi troppo dal primo grande amore, la Velocità. Correre è ciò che Biaggi ha sempre saputo fare meglio, ed un ritorno alle basi forse era ancora più necessario in quello che lui stesso ha definito un “momento difficile” della sua vita privata. La saggezza popolare invece vuole che le avversità non colpiscano mai una alla volta. Una caduta in allenamento con la mountain bike a pochi giorni dal via ha spento anzitempo le luci su quella che avrebbe dovuto essere una notte magica, a prescindere dal risultato.

A perderci non è solo Biaggi, ma lo stesso campionato e soprattutto Aprilia, che aveva investito cifre consistenti per mandare moto e squadra nel deserto, per di più con quattro giorni di prove. Poteva essere il canto del cigno, visto che è ormai chiaro che l'Aprilia ha deciso di uscire ufficialmente dal mondiale delle derivate di serie. Le trattative con Abraham hanno subito uno stallo, tanto che il team ceco ha contattato Yamaha. Negli ultimi giorni è tornata in superficie l’ipotesi di affidare il progetto al team Nuova M2 che ha vinto il titolo della Stock1000 con Savadori, un’ipotesi che la stessa Aprilia aveva scartato mesi fa per mancanza di tecnici da affiancare alla squadra per un passaggio di consegne. Una volta chiarite le idee, potrebbe essere troppo tardi.

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