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SBK, Pirelli: pneumatici per tutti, mai ad hoc

Parla Barbier: no SC2 standard a Jerez? Se piace solo a Rea, non ha senso portarla

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Con il campionato mondiale SBK che volge al termine ed il titolo della classe regina già assegnato, è tempo di bilanci per Pirelli, che “calza” le derivate di serie da dodici anni a questa parte.

“In questa stagione ci siamo concentrati di più sui processi che non su stravolgimenti delle specifiche – ha spiegato Giorgio Barbier, direttore racing di Pirelli MotoIn altre parole, volevamo migliorare ulteriormente la qualità in fabbrica in funzione del campionato come dell’utente finale. Il battistrada, per quanto riguarda il posteriore, ha subito cambiamenti importanti, dalle minori grammature per la bilanciatura all’equilibratura che richiede meno peso, passando da una maggiore uniformità”.

I risultati in pista, dove sono crollati diversi record nonostante un regolamento tecnico più restrittivo, sono stati incoraggianti.

“Per fare un esempio, lo scorso anno nel WUP i piloti scaldavano per due giri le gomme che avrebbero messo in gara – ha commentato Barbier – Ora arrivano in griglia con gomme usate e partono con le nuove. Per noi è un atto di fiducia nella continuità del prodotto”.

Detto questo, il fornitore ha già pianificato lo sviluppo in vista della prossima stagione.

“Abbiamo diverse novità in cantiere per il 2016. Vogliamo cercare alternative alla gamma attuale, soprattutto per quanto riguarda l’anteriore. Solo uno o due piloti usano la SC2 standard (la mescola più dura, nda). Non l’abbiamo portata a Jerez più che altro per provocazione”.

Il più affezionato alla SC2 è, numeri alla mano, il neo-campione Jonathan Rea. Il nordirlandese, senza la sua gomma preferita (che tornerà disponibile a Magny Cours), ha mancato per la prima volta il podio in Spagna, dove peraltro ha scelto una soluzione di mescola SC1, la T1616, al posto della SC2 sperimentale con la sigla U0104.

“Dobbiamo accontentare oltre venti piloti in griglia che corrono con sette marche diverse, spesso in condizioni climatiche differenti, con stili di guida particolari – ha spiegato Barbier – Se una specifica va bene solo ad un pilota non ha più senso portarla. Normalmente facciamo passare tre o quattro gare per togliere una fornitura. È una semplice logica darwiniana. Rea inizialmente è stato shoccato. Non ha nemmeno provato la soluzione sostitutiva, salvo poi valutarla positivamente nei test”.

Non è la prima volta che accade. D’altronde, in regime di monogomma e con un numero massimo di pneumatici disponibili per pilota, è difficile accontentare tutti.

“Accadde la stessa cosa con Biaggi nell’anno del suo ultimo mondiale. Alla terza gara abbiamo deciso di togliere un posteriore che praticamente usava solo lui. Ne nacque una grande discussione, ma l’ha vinto lo stesso il titolo. Tornando a Jerez, la nuova SC1 (portata per la prima volta in pista a Portimão) offre più grip. I piloti lo avevano trovato durante le prove, ma perso con le temperature più alte la domenica. L’asfalto di Jerez soffre molto i cambiamenti di temperatura. Si va molto forte al mattino con il fresco, per poi perdere più di un secondo. Abbiamo raccolto dati molto utili, e ci lavoreremo”.

Per quanto riguarda il posteriore, parallelamente, prosegue il lavoro su mescole più morbide.

“Quest’anno i piloti hanno quasi sempre corso con la SC0. Anche in Inghilterra, dove in BSB si usava quasi sempre la SC1 e la SC0 solo per qualifica”.

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