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MotoGP, Aragon: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Lorenzo incanta per perfezione, Rossi e Pedrosa danno spettacolo. Marquez saluta la compagnia in anticipo


Lorenzo prima si è disegnato la coppa e poi se l’è portata a casa. La sua gara non sarà stata emozionante ma sicuramente è stata maledettamente efficace. Una vittoria che scaccia i fantasmi della pioggia e della sfortuna. Tanto allo spettacolo ci hanno pensato la premiata coppia Rossi e Pedrosa. Il primo stava giocandosi il Mondiale, il secondo sembrava farlo. Dani ha battuto i pronostici e regalato 4 punti a Lorenzo.

E Marquez? In meno di due giri ha buttato al vento il lavoro di due giorni. Gran velocità, in tutti i sensi. Ride invece Iannone nonostante la spalla lussata, il podio non era lontano a differenza del suo compagno di squadra. Ducati è all’inseguimento delle giapponesi, ma non con Dovizioso. Lui è rimandato.

IL BELLO –  Il sole bacia i belli e Lorenzo ne sentiva la mancanza. Quando Jorge ha visto le nuvole su Aragon la mattina di domenica stava per emigrare nel Sahara e costruire un circuito fra le dune di sabbia. Il cielo però non ha fatto scherzi e il maiorchino si è esibito nella sua specialità: fuga dagli avversari con vittoria finale. Esecuzione da manuale e voti massimi dalla giuria. Applausi.

Andrea DoviziosoIL BRUTTO – Il 17 non è un numero che piaccia a molti, sicuramente non a Dovizioso: tanti sono stati i secondi di ritardo su Iannone, che tra l’altro doveva fare i conti con una spalla a mezzo servizio. La GP15 non frena come vorrebbe e il forlivese è andato nel pallone. Il Dovi ha abituato a ben altro, la battaglia è persa ma c’è ancora tempo per risolvere la guerra a proprio favore.

IL CATTIVO – Quattro vittorie e cinque cadute, in questa stagione Marquez è sceso più volte negli inferi di quelle che è salito sul gradino più altro del podio. Rimane l’ennesima occasione sprecata e non c’è bisogno di essere Einstein per capire che con qualche errore in meno Marc sarebbe ancora in gioco per il Mondiale. Il campione del mondo rilancia solo ‘all in’, ma le carte non sono sempre buone.

LA DELUSIONE – La pioggia aveva fatto sbocciare il fiore Scott Redding ma ad Aragon non c’era acqua ad annaffiare le radici. Il risultato è stato una gara incolore, soprattutto per chi guida una Honda Factory. Ducati ha scommesso su di lui per il prossimo anno, avrà visto giusto?

LA CONFERMA  – Valentino Rossi ha ridefinito il concetto di ‘pilota della domenica’. I dizionari sono stati aggiornati, non è più sinonimo di goffo amatore ma di chi si trasforma in gara. Le ipotesi su dove trovi nello spazio di qualche ora i decimi mancanti appassionano più di quelle sulla nascita dell’universo. Del resto, se il mistero fosse svelato che segreto sarebbe?

Dani Pedrosa e Valentino RossiLA SORPRESA – Pedrosa era quello con i soprannomi da Carosello che non vinceva mai un corpo a corpo, quello che messo sotto pressione alzava bandiera bianca, quello che è bravo ma gli manca sempre qualcosa. Era, appunto, a meno che non abbia trovato un sosia. Ad Aragon Dani ha avuto due huevos così, come dicono gli spagnoli non pensando alle galline.

IL SORPASSO – Perché solo uno? Pedrosa e Rossi si sono sorpassati 12 volte e non vogliamo escludere neppure una manovra. Contro il logorio del motociclismo moderno, ce li assaporiamo uno per uno e speriamo che le scorte non siano finite.

L’ERRORE – Quando si è in lotta per il Mondiale bisogna marcarsi, rispondere all’avversario con le stesse armi, copiare le strategie. Ecco, senza arrivare ai livelli di Enea Bastiani e Danny Kent, entrambi a terra nello spazio di qualche metro quando la bandiera a scacchi era vicina. Serve un ripasso di tattica.

Foto di gruppo per il team YamahaLA CURIOSITA’ – Oltre il titolo costruttori e quello piloti, c’è anche quello riservato ai team. Yamaha Factory l’ha vinto ad Aragon, non interessa a quasi nessuno ma è pur sempre un’occasione per farsi una bella foto.

IO L’AVEVO DETTO – Marquez all’attacco il sabato: “sono pronto a lottare per la vittoria”. Forse era troppo pronto.

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