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MotoGP, Valentino Rossi e Aragon, l'ultimo tabù

Il Dottore non ha mai vinto al Motorland, Lorenzo ha l'imperativo di batterlo e Marquez è l'incognita

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E’ rimasta solo Aragon, l’unica pista in calendario insieme ad Austin in cui Rossi non ha mai vinto nella sua carriera ed è salito sul podio una sola volta. Sarà il prossimo GP, questa volta in Spagna, casa di Lorenzo, la rivincita perfetta dopo Misano. I punti di distanza fra i due ora sono 23 ma ne rimangono ancora 125 da assegnare prima di potere decretare il vincitore di questa stagione.

Valentino ha detto che non è ancora possibile ancora fare calcoli e ha ragione, ma solo in parte. Il pesarese tiene d’occhio Marquez e sa che se il piccolo diavolo si mettesse sempre fra lui e Jorge il titolo andrebbe al maiorchino. Senza perderci in calcoli astrusi: con Lorenzo sempre primo, Marc 2° e Valentino 3°, i 23 punti non sarebbero sufficienti per tenere la testa del campionato.

Pensiamo però a un’altra eventualità, anche questa ‘estrema’, con Marquez vincitore in tutte le rimanenti gare, Lorenzo sempre 2° e Rossi sull’ultimo gradino del podio, il Dottore si laureerebbe campione con 3 punti di vantaggio.

E’ vero, stiamo facendo ‘matematica da bar’ ma permette di capire come Marc possa essere veramente l’ago della bilancia del campionato, potendo favorire ora uno ora l’altro nelle ultime gare della stagione. Lo stesso discorso vale anche per Pedrosa e le Ducati, e proprio Petrucci e Dovizioso a Silverstone hanno fatto il gioco dell’italiano.

Semplificando la situazione: se Rossi arriverà sempre davanti a Lorenzo il titolo sarà suo, non è detto il contrario. Il bottino è un buon vantaggio, ma non mette al sicuro anche perché battere Jorge non è un’impresa facile.

A partire da Aragon, dove il maiorchino ha vinto solo una volta in una gara decisa dal flag-to-flag ma è arrivato sul podio in ogni edizione del GP. Per questo motivo i test pre-Misano sulla pista spagnola sono stati importanti (anche se limitati dalla pioggia nel secondo dei due giorni) per Valentino che infatti si è concentrato più sulla gara che sulle prove della M1 2016.

Ancora una volta il Dottore parte senza i favori del pronostico, ma mai come in questa stagione ha mostrato di potere stupire proprio dove era dato per spacciato. In Argentina e Silverstone era sempre rimasto a bocca asciutta, mentre ha vinto in entrambe le occasioni.

Sia lui che Lorenzo lo ripetono spesso: "ogni gara fa storia a sé". Sembrano avere ragione, perché i colpi di scena sono all'ordine del giorno e basta un errore o un guasto tecino per mandare a monte ogni vantaggio o perdere le speranze iridate. Una corsa su un filo sottile in cui non sono ammessi passi falsi.

Aragon è un altro tabù per Valentino, l’occasione per sfatarlo arriverà fra pochi giorni.

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