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SBK, Davies: questa Ducati è da mondiale

"Kawasaki resta la moto da battere, ma siamo vicini. L'Italia per me? Buon cibo e buonumore"


Chaz Davies non è esattamente il tipico britannico. Dai nativi d’oltremanica, il gallese ha ereditato le maniere pacate, lo humour asciutto, e la passione per il the. Ma, in anni di corse, il 28enne ha sviluppato un’elevata sintonia con la cultura italiana. Tanto che, dopo due anni insieme, lui e Ducati hanno deciso di proseguire l’avventura anche nel 2016.

“Era dai tempi delle minimoto che non correvo tre anni con la stessa moto - ha scherzato Davies, che ritroverà nei box l’attuale compagno Davide Giugliano – La continuità è fondamentale. Nel corso di questa stagione siamo arrivati molto vicini alle Kawasaki, che al momento restano le moto da battere. L’obiettivo per il 2016 è quello di lottare per il titolo. È possibile”.

Davies ha vinto tre delle ultime quattro gare in SBK, scalando la classifica (4 vittorie e 14 podi in totale) fino ad imporsi come seconda forza in campionato. I miglioramenti rispetto alla passata stagione sono netti: a fine anno, Davies aveva accumulato 215 punti, nel 2015 ne ha già 308 con tre GP ancora da disputare.

“Lo scorso le cose sono andate come ci aspettavamo, o forse un po’ peggio – ha commentato – Avevamo tutte le risorse a disposizione per fare bene, ma serviva del tempo e sapevo che avrei dovuto avere pazienza. Certo, non vincere nemmeno una gara è stato difficile da mandare giù…

Al terzo GP di questo campionato, ad Aragon, Davies è entrato di diritto nella storia di Ducati, portando per la prima volta la Panigale sul gradino più alto del podio. Eppure nella gara precedente, in Tailandia (dove Davies ha chiuso 11º e 15º nella prima e seconda manche rispettivamente), il morale suo e della squadra avevano subito un duro contraccolpo.

“È stato uno shock – ha ricordato il ducatista – Nel 2015 i tasselli hanno cominciato ad incastrarsi, abbiamo lavorato sodo sullo sviluppo facendo passi avanti notevoli durante l’inverno. Tutti dicevano che il regolamento ci avrebbe dato un grande vantaggio, ma tra Phillip Island e Buriram era chiaro che non fosse così. Abbiamo dovuto cambiare alcune cose nell’organizzazione interna per risalire la china”.

A piccoli passi, con continuità, pilota e squadra hanno ridotto il gap da Kawasaki e superato Aprilia. Dopo la vittoria di Aragon – pista sulla quale ha spesso fatto la differenza – Davies ha mancato l’appuntamento con il podio soltanto ad Imola (due ritiri per problemi tecnici).

“La cosa che più mi conforta sono le vittorie a Laguna Seca e Sepang, due piste diversissime tra loro. Nella prima serve una ciclistica perfetta, nella seconda potenza. Abbiamo dimostrato di potercela giocare ovunque. Peccato che non fossimo a quel livello fin da inizio anno, altrimenti…”

Con le Kawasaki nel mirino, Davies e Ducati hanno già le idee chiare sullo sviluppo necessario per il sorpasso. “Dobbiamo lavorare sul cambio perché è difficile trovare il rapporto perfetto, ma anche sulle strategie elettroniche per migliorare nelle fasi finali delle gare”.

Intanto, l’ex cavaliere errante gallese sembra aver trovato finalmente casa con i colori di Borgo Panigale.

“Adoro la cultura italiana. Sicuramente c’entra il cibo (ride). Ho lavorato con molte squadre italiane nella mia carriera, ma il supporto che ho trovato nel team ufficiale Ducati e nei ducatisti è incredibile. C’è un legame stretto con la Casa, le corse sono nel suo DNA e le sue radici affondano nella velocità. Sono sempre tutti di buon umore, è qualcosa di nuovo per me”.

Forse, le distanze tra il Galles e Borgo Panigale non sono poi così difficili da colmare…

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