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MotoGP, GP Commission: novità per test e sensori

Un sensore libero per ogni costruttore e non potrà comunicare con la centralina


La Grand Prix Commission, l’organo che si occupa della stesura dei regolamenti, si è riunita a Misano per deliberare sull’uso dei sensori addizionali concessi ai costruttori. Ogni Casa potrà scegliere un solo sensore addizionale che potrà non essere disponibile per tutte le altre squadre. I dati di questo sensore potranno essere usati solo per raccogliere informazioni e non per controllare le strategie in gara. Saranno quindi solo sensori ‘passivi’ e non ‘attivi’, come ad esempio il famigerato torsiometro.

Oltre a questo sensore, verrà pubblicata una lista di dispositivi liberi che saranno gli unici a potere comunicare con la centralina elettronica.

Ci sono poi delle novità nei test permessi ai piloti in tutte le classi. Incominciamo dalla MotoGP, i piloti delle squadre ufficiali potranno provare per un massimo di cinque giorni su solo un circuito deciso come sede delle prove. I tester potranno provare con il limite della disponibilità delle gomme.

I piloti dei team satellite potranno provare su qualsiasi circuito per un massimo di 5 giorni, mentre non sarà concesso l’utilizzo di collaudatori.

Non ci sono cambiamenti per i team che usufruiscono delle concessioni regolamentari (Suzuki e Aprilia).

Passiamo a Moto3 e Moto2, dove i piloti potranno provare su due circuiti scelti, uno ospitante un Gran Premio e l’altro no. Per il momento non ci sono limiti, ma in futuro le regole sono destinate a cambiare e i piloti potranno provare su ogni circuito per un massimo di 10 giorni.

Per tutte le classi, il periodo di stop a ogni test andrà dal 31 dicembre al 31 gennaio e non sarà possibile provare su un circuito a meno di 14 giorni dalla gara che ospiterà.

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