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MotoGP, Petrucci: i complimenti? Più stressanti che le gare

"Dopo Silverstone il telefono squillava sempre. Più a mio agio a zappare in un campo"

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Una volta sedimentate le emozioni del primo podio in carriera, Danilo Petrucci è pronto a tornare in sella alla sua Ducati – ora una GP14.2 – a Misano. Anzi, il ternano è addirittura sollevato, perché il suo telefono ha squillato ininterrottamente da quando è sceso dal podio di Silverstone, con buona pace del suo carattere riservato, ai limiti della timidezza.

“È stata una settimana durissima – ha ironizzato il pilota di Pramac – Ricevere così tanti complimenti è bello, ma non mi piace essere al centro dell’attenzione quindi ho dovuto gestire lo stress. Per me è più facile zappare un campo. Non vedevo l’ora di tornare in sella, in confronto è rilassante”.

Ed ora lo farai sulla GP14.2…

“È più aggiornata, ma l’ho provata solo qui a Misano una volta, senza fare una comparativa con la 14.1. In compenso ho fatto un aggiornamento anche del mio motore. Tardozzi mi ha sottoposto a dei test atletici sul tapis roulant (ride)”.

Cosa ti aspetti dalla ‘nuova’ moto?

“Il carattere sembra lo stesso, ma dovrebbe permettermi di essere più costante, con piccole migliorie in ogni area. In teoria perdona anche di più gli errori, ma non saprei quantificare la differenza in tempi sul giro”.

Sei ancora ‘scosso’ per il podio?

“No, voglio innanzitutto dimostrare di poterci salire ancora, non solo con la pioggia. Al momento non credo sia possibile, ma bisogna sfruttare ogni occasione. Ne baratterei volentieri un’altro sul bagnato per finire una gara nei primi cinque sull’asciutto”.

Come hai celebrato la tua ‘prima volta’?

“Non ho festeggiato, per scaramanzia. Anzi, in futuro vorrei potermi incazzare per un secondo posto. So che fa ridere, ma io ci credo. Comunque a Silverstone non avrei potuto fare di più”.

Cosa ti resta da migliorare per avvicinarti ai primi sull’asciutto?

“Sono ancora molto istintivo, non abbastanza leggero su gas e freno. Prendo più rischi e a volte consumo le gomme più degli altri. E poi fatico ad aumentare il ritmo. Solitamente sono molto veloce e costante appena uscito dai box, ma poi accuso un piccolo calo. Invece vorrei fare un crescendo”.

A cosa imputi i tuoi limiti attuali?

“Beh, io sono arrivato direttamente in MotoGP, senza fare le categorie minori. È come se non sapessi nuotare e ti buttassero nell’oceano per imparare. Finivo sempre ultimo, a volte doppiato, ma mi sono sempre motivato, anche quando ero lontanissimo, pensando che un giorno sarebbe arrivato il mio momento”.

Il momento più scoraggiante da pilota?

“A Brno nel 2012 fui doppiato all’ultimo giro da Pedrosa e Lorenzo. In quei casi, è importante darsi comunque degli obiettivi. Se c’era una possibilità di finire penultimo, mi buttavo all’ultima staccata come se mi giocassi la vittoria. Diciamo che sono stato bravo a resistere”.

Ora che obiettivi ti poni?

“Quelli cambiano. A inizio anno volevo chiudere ogni gara a punti. Poi ho iniziato a puntare alla top ten. Ora Dall’Igna mi ha detto che devo stare sempre nei primi otto (ride)”.

L’anno prossimo il regolamento subirà un notevole rimaneggiamento. È più un’opportunità o un rischio?

“Non saprei, ma io parto comunque più indietro rispetto agli ufficiali che hanno già provato più volte, per fare un esempio, le Michelin. Le gomme cambieranno radicalmente, ed anche la centralina unica è una bella incognita. Ducati avrà più restrizioni, come un minor numero di motori a stagione, mentre Honda e Yamaha avranno alcune concessioni. Ma è improbabile che quelli che ora si giocano la vittoria arrivino ultimi (ride)”.

Sarà importante farsi trovare pronti e, a giudicare da quanto visto in Inghilterra, “Petrux” ha tutti gli attributi necessari per segnare “dalla panchina”.

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