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MotoGP, Rossi: non posso giocare in difesa

"Tornare a lottare per il titolo è un sogno. Gli scontri diretti faranno la differenza, devo sparigliare le carte"

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Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare ed è la situazione in cui si trovano Rossi e Lorenzo. Sette round ancora da disputare, con gli imperativi di non commettere errori e contemporaneamente di arrivare l’uno davanti all’altro. Una guerra di nervi, in cui la velocità non deve essere solo in pista ma anche di pensiero.

Valentino, si riparte da zero?

E’ una lotta molto bilanciata quella fra me e Jorge, è incredibile essere a pari punti dopo 11 gare. Anche se lui è virtualmente primo per numero di vittorie, sono contento di essere ancora davanti a tutti e orgoglioso dei miei risultati”.

Ma non sono bastati per scappare…

Da qui in poi sarà tutto più difficile, dopo la pausa estiva Lorenzo si è presentato in gran forma e qui a Silverstone lui e Marquez hanno dominato negli ultimi anni. Questa pista mi piace, ma ci sono stati dei problemi nella nostra relazione (ride). L’anno scorso ero stato felice del podio ma non la mia velocità non era stata sufficiente per stare con Jorge e Marc. Dare loro filo da torcere sarebbe già un buon obiettivo”.

Vuoi dire che è un GP da giocare in difesa?

In teoria sarebbe così, ma non si può iniziare un fine settimana pensando che il tuo avversario è più forte di te o hai già perso in partenza.

Chi è il favorito in questo momento?

Sulla carta rimangono più piste in cui è Lorenzo avvantaggiato, quindi dovrebbe essere lui però il confronto è molto equilibrato. L’importante sarà riuscire a sparigliare le carte, come avevo fatto dopo Barcellona quando era arrivato a un solo punto da me, poi l’avevo battuto sia in Olanda che in Germania. Sono gli scontri diretti quelli che faranno la differenza”.

L’andata qui a Silverstone è in casa di Lorenzo, il ritorno a Misano che è la tua…

“Il problema è che il campionato non finisce dopo Misano e poi Jorge va forte anche lì. Come ho detto, da qui a Valencia non ci sono circuiti dove non sia veloce”.

La differenza di età può fare la differenza?

E’ sempre meglio essere più giovani (ride) ma, scherzi a parte, non credo. Non mi sento più stanco in questo finale di stagione. Il problema non è l’età di Lorenzo ma la sua velocità.

Però è diverso lottare per il titolo a 36 anni?

E’ dal 2009 che non mi trovavo in questa situazione, lo scorso anno mi ero classificato seconda ma senza essere mai in gioco per il Mondiale. Da una parte era il mio obiettivo, dall’altra un sogno perché non ero sicuro di potercela fare. Sapevo di potere migliorare ma puntare al titolo è diverso. Spero di resistere e lottare fino a Valencia”.

Fino a ora sei sempre salito sul podio…

Sono stato molto regolare e per questo ho gli stessi punti di Lorenzo anche se lui ha vinto di più. Sono felice ma devo migliorare e non mi dimentico di Marquez, che sta dimostrando di potere lottare per la vittoria ovunque. Inoltre, su questa pista anche Pedrosa e le Ducati potrebbero essere della partita”.

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