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MotoGP, Pernat: Honda ha ancora peccato di presunzione

"Supponenza a livello tecnico. Brutta paga per Rossi, ma prima di Aragon non possiamo fare previsioni"

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Con sette ancora da disputare, il GP di Brno ha sancito il “pareggio” al vertice della classifica iridata tra Jorge Lorenzo e Valentino Rossi (lo spagnolo è primo per maggior numero di vittorie). Un duello impreziosito dal fatto che i due contendenti condividano i box Yamaha, ma la reciproca “marcatura a uomo” potrebbe giovare a Marc Marquez, battuto da Lorenzo ma comunque capace di accorciare le distanze dal vertice, ora ridotte a 52 punti.

“Si ricomincia da capo – ha analizzato Carlo PernatÈ un campionato meraviglioso, ma adesso sarà difficile da commentare perché ogni gara sarà diversa. Almeno fino ad Aragon, dove cominceremo a fare conti e potremo capire la piega che prenderà la lotta per il titolo”.

Secondo il manager genovese, i prossimi tre appuntamenti hanno altrettanti favoriti diversi.

“Ora c’è il rischio che Lorenzo bastoni tutti a Silverstone e Rossi faccia lo stesso a Misano, con Marquez a salire in cattedra ad Aragon. Quindi, fino alla Spagna, non potremo fare previsioni ma soltanto fare istantanee di ogni gara”.

L’ago della bilancia è stato spostato più volte nel corso della stagione, ma ora pende a favore del numero 99.

“Lorenzo è quello più accreditato per vincere, ad oggi – ha aggiunto Pernat – Rossi ha preso una brutta paga, ed è stato anche fortunato. Senza l’incidente di Pedrosa con i conseguenti guai al piede ed il problema di Iannone alle trombette che gli ha tolto cinque secondi, avrebbe potuto arrivare quinto. Sarebbe stato un risultato pesante per la classifica e forse anche per la sua testa”.

Come aggravante ad una gara da lui stesso definita sottotono, Rossi “non ha nemmeno scusanti, perché è partito dalla terza posizione. Deve riflettere e forse presentarsi con un altro approccio tecnico a Silverstone. Non credo sia un problema fisico, perché lui è preparatissimo, ma dieci secondi da Lorenzo e cinque da Marquez sono tanti”.

Sul banco degli imputati, nonostante le prestazioni in crescita di Marquez, c’è però sopratutto la Honda.

“Devono fare un mea culpa. Se Marquez è indietro è anche perché ha esagerato, si sentiva invincibile e intoccabile ed è caduto troppo, ma la supponenza di dire che la moto è sempre giusta ha portato via il mondiale a Honda. Alla fine sono dovuti tornare al telaio 2014. È un errore di presunzione che ha già fatto in passato, lasciando andare via Valentino dicendo che il mondiale lo vinceva la moto e non il pilota, senza poi vincere il titolo per anni”.

Discorso opposto, invece, per quanto riguarda Ducati.

“Dall’Igna si è assunto le proprie responsabilità, dimostrandosi maturo e motivando ancora di più i piloti, che trattati in quel modo danno anche di più di quello che devono dare. Peccato, perché nel weekend si era capito che direzione prendere, al di là del fatto che Dovizioso abbia usato motore e carena nuovi e Iannone no. Hanno trovato grip e capito come procedere. Senza un inconveniente tecnico, il podio era ampiamente alla portata. Credo che d’ora in poi si giocheranno sempre queste posizioni”.

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