Si chiama Franco Morbidelli, nelle vene per metà gli scorre sangue brasiliano ma abitando a Tavullia era logico che al pallone preferisse i motori. Il Morbido - che fa parte della VR46 Academy - a Indianapolis è salito sul podio per la prima volta da quando corre in Moto2. Non è una sorpresa, già al Sachsenring avrebbe potuto riuscirci ma era caduto in vista del traguardo per un errore. L’America è stata amica e il tabù infranto.
Franco, questa volta è andata bene…
“Sono felice di questo risultato, ma non ero deluso dopo quanto successo in Germania. Avevo capito di essere a un buon livello in quella gara, dovevo solo continuare a spingere e sapevo che prima o poi il podio sarebbe arrivato”.
Ed è successo, qual è il segreto?
“Questa volta sono stato più tranquillo, ero pronto anche a non arrivare nei primi tre. Invece al Sachsenring volevo il podio a tutti i costi e infatti non è arrivato (ride)”.
Qual è stato il momento chiave della gara?
“Quando ho risposto al sorpasso di Rabat. Eravamo entrambi al limite, ci si è chiuso l’anteriore e abbiamo anche rischiato di cadere. E’ stato un rischio, ma dopo quell’episodio ho preso coraggio e mi sono accorto che eravamo tutti in difficoltà. Ho passato Aegerter, poi volevo attaccare anche Zarco, ma ho pensato che un terzo posto andasse bene”.
Il podio stava diventando un’ossessione?
“No, forse interessava più alla gente che mi stava intorno che a me. Mi spiego meglio, a me importa soprattutto essere un pilota forte e piano piano lo sto diventando. Ho una lunga carriera davanti a me e spero che arrivino altri bei risultati”.
Quest’anno eri partito bene, poi hai avuto un momento di flessione. Ora è tutto risolto?
“Penso che qualche guaio possa capitare in una stagione così lunga. E’ vero, ho avuto qualche problema ma ora sembrano risolti. Finalmente riesco ad andare forte anche in prova e partire davanti rende tutto più facile rispetto a quanto parti 20°. Poi in gara riesco sempre a tirare qualcosa in più, anche se non so il perché. Devo continuare così”.