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SBK, Sepang: Biaggi lancia Bradl in Aprilia

"Le sue esperienze con Honda e Yamaha sono un bonus. A Sepang la mia ultima gara, forse…"

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A due anni e mezzo dal ritiro, Max Biaggi ha risposto “presente” alla seducente chiamata della pista. Dopo Misano, dove ha sfiorato il podio in Gara Due, il Corsaro farà il bis questo fine settimana a Sepang. “Non c’è due senza tre”, recita il proverbio, ma per regolamento un pilota può effettuare soltanto due gare da wild-card nel corso di una stagione e, guardando al 2016, il 44enne romano non sembra intenzionato a rimettersi alla prova in un contesto ufficiale.

“È più probabile che questa sia la mia ultima gara – ha confessato – Fare la wild-card ha una componente di sorpresa che, dandole un aspetto più continuo, verrebbe a mancare. Correre per sviluppare la moto in gara è stimolante, ma non vorrei farlo se fosse una cosa fine a se stessa”.

Continuerai a fare il collaudatore?

“Non so, perché Aprilia deve ancora decidere cosa fare. Sicuramente dedicheranno maggiori energie alla MotoGP, quindi ci saranno comunque molti componenti da sviluppare, ma è una risposta che deve dare Albesiano”.

A proposito di Aprilia, che ne pensi della candidatura di Bradl per affiancare Bautista sulla RS-GP?

"Forse per Aprilia è un bel regalo. Lui avrebbe una chance di guidare, e la Casa ha bisogno di uno che abbia voglia di lavorare sodo e dare sempre il 100%. La moto ha bisogno di crescere il più in fretta possibile, e Stefan ha guidato Honda e Yamaha, ha l’abilità e la sensibilità necessarie per dare un feedback preciso su come deve cambiare la moto. In Moto2 era velocissimo, e a volte anche in MotoGP è andato forte. Credo che sia ancora giovane e, con le giuste motivazioni, non ha nulla da invidiare a Bautista. Mancano ancora otto gare, e dopo due o tre potrebbe fare dei buoni risultati..."

A Misano, il tuo ritorno alle competizioni è stato documentato minuto per minuto tra TV e social. Qui invece?

“Non ci saranno telecamere speciali sulla moto, ma avrò un operatore dedicato e faremo molte interviste botta-e-risposta, ma solo durante le prove e qualifiche. Rispetto a Misano, sarò un po’ meno sotto i riflettori. Poi, da Jerez in poi, tornerò a fare semplicemente il commentatore. Abbiamo già un accordo verbale con Mediaset per il prossimo anno, è un gruppo col quale mi trovo molto bene, ma manca la firma”.

Tornando alla gara, il circuito ha chiesto insistentemente la tua partecipazione. Si può dire che avrai il compito aggiuntivo di fare da ambasciatore e portavoce delle derivate di serie?

“L’anno scorso, per la SBK, c’era un numero di spettatori simile a quello della MotoGP negli anni '90. Il pubblico locale non conosce bene la differenza tra i due campionati, e conoscono poco la SBK in generale. Ad otto anni dal mio ultimo GP in Malesia da pilota, sono tornato qua tre anni fa per aiutare con il commento della MotoGP. A Kuala Lumpur c’erano ancora persone che si ricordano di me. Non me lo aspettavo”.

Perché hai scelto proprio questa pista per la seconda gara?

“Vengo da Roma, un posto generalmente caldo. Per me, sotto i venti gradi fa freddo. Questione di punti di vista, la prospettiva di Rea e Haslam sicuramente è diversa. Comunque, in queste condizioni sono sempre riuscito ad ottenere il massimo dalla moto”.

Hai obiettivi specifici o, viste le difficoltà create dal meteo durante i test, non sai cosa aspettarti?

“Questa gara è rimasta un punto interrogativo fino a poco tempo fa. Abbiamo preso la decisione definitiva ai primi di luglio, quindi ho sì continuato ad allenarmi, ma non ogni giorno. Non devo costruire nulla per il futuro, ma devo mantenere la competitività che ho trovato nel corso di quest’anno, che è abbastanza buona”.

I giochi per il titolo sono ormai chiusi. Che idea ti sei fatto dei valori in campo?

“La SBK è molto competitiva in qualifica, mentre in gara sembra che ci sia un solo protagonista. Rea e Sykes hanno la stessa moto, ma Jonathan è semplicemente più veloce. La Kawasaki pare essere diventata l’Aprilia dello scorso anno, è sempre competitiva e consistente, mentre dietro a lei gli equilibri stanno cambiando rapidamente. La RSV4 ha pagato il cambio del regolamento e Ducati sta recuperando molto terreno”.

Pensi che Rea potrebbe togliersi soddisfazioni anche nel motomondiale?

“Johnny è andato bene in MotoGP. Se avesse una moto di punta, credo che sarebbe subito dietro ai ‘fantastici quattro’. Non bisogna però che si guardi indietro. Quando vinci, devi goderti il momento. Il pubblico si ricorda solo i tuoi risultati più recenti, spesso dimenticandosi del passato. E poi cambia tutto ogni anno. Faccio un esempio. Nel 2010, dopo una mia vittoria, un certo pilota disse che io avevo vinto con una "MotoGP". Quando però è passato ad Aprilia, non ha combinato un gran che. Bisogna stare attenti a fare certe dichiarazioni…”

Il riferimento ovviamente è a Melandri, che a proposito delle vittorie di Biaggi in Superbike fece intendere che la sua RSV-4 fosse, in effetti, una MotoGP 'travestita'...

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