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MotoGP, Corti: stra-gasato e stra-preoccupato

"La Yamaha Open mi ha stupito per la sua facilità. Voglio fare bene... e senza disastri"

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Qualcuno ha bussato alla porta di Claudio Corti e quando è andato ad aprire ha trovato sulla soglia una di quelle occasioni a cui è impossibile rinunciare. Il comasco dopo 8 mesi lontano dalle piste è stato chiamato dal team Forward per sostituire Bradl al Sachsenring sulla Yamaha Open. Una sfida emozionante e al tempo stesso non facile da gestire, ma Corti la sta affrontando nel modo giusto.

“Mi ha dato del gran gusto guidare una MotoGP - esordisce - Prima di iniziare ero stra-gasato e stra-preoccupato insieme, penso che sia il connubio giusto per affrontare questa avventura. Era da novembre, ultima gara della SBK, che non andavo in pista”.

Ti sei tolto un po’ di ruggine?

Il tanto tempo senza guidare si è fatto sentire e per questo non abbiamo toccato niente sulla moto. Ho usato il setup di Stefan anche se sapevamo che non si sarebbe adattato al mio stile di guida, ci sarà tempo domani per fare delle modifiche”.

Come hai trovato la Yamaha?

Molto facile da guidare. Ha molta potenza ma la trasmette con una progressione dolce, tutto il contrario della FTR che guidavo nel 2013”.

Anche l’elettronica è cambiata molto?

Direi che è un mondo a parte, a confronto due anni fa usavamo dinamo e bobina (ride). Se devo fare un confronto con quella che usavo in SBK sulla MV Agusta lo scorso anno, direi che è 10 passi avanti, se non 100. In un certo senso è stata una fortuna non avere guidato nessuna moto da mesi, avrei dei riferimenti completamente sbagliati”.

Tornare alle Bridgestone è stato un problema?

Al contrario, è stato un trauma quando sono passato alle Pirelli in SBK. Queste sono delle vere gomme da gara ma non le sto ancora sfruttando al massimo, ne sono consapevole”.

Ti sei dato un obiettivo?

Sì, ma non a livello di prestazioni. Innanzitutto devo conoscere meglio la moto e poi fare un passo avanti. Il riferimento in questo momento è Baz, il mio compagno di squadra, voglio avvicinarmi alle sue prestazioni. Soprattutto non devo fare disastri, un errore stupido fa perdere solo tempo. Il risultato in sé non mi interessa, diciamo che mi piacerebbe ripetere il 1’23” che feci con la FTR quando la conoscevo già bene”.

Hai trovato un livello più alto in MotoGP?

Assolutamente, di molto, è normale perché non ci sono più due categorie come con le CRT. Questo per me rappresenta uno stimolo in più”.

Bradl era nel tuo box, ti ha dato dei consigli?

Ci siamo parlati, anche perché lui conosce bene questo circuito, e ieri ho esaminato con i tecnici i dati dello scorso anno. Stefan è anche venuto a vedermi in pista, mi ha dato delle indicazioni, sicuramente il mio margine di miglioramento è ancora grande”.

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