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Fiorani: ora in SBK conta più la moto del pilota

"Per la corsa tecnologica c'è la MotoGP. Al vaglio un sistema di handicap. Nel 2016 Honda ci sarà"

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L’inizio di luglio è un periodo cruciale per tutti i Costruttori, impegnati a definire i budget per la prossima stagione. Non fa eccezione il team Honda Ten Kate. La squadra, supportata formalmente dalla costola europea della Casa di Tokyo, ha fin qui vissuto una stagione in salita. Sylvain Guintoli e Michael Vd Mark sono rispettivamente sesto e ottavo in campionato, con poche chance di lottare ad armi pari con i primi della classe (Kawasaki in primis, ma anche Ducati e Aprilia).

Alle problematiche agonistiche si è aggiunta quella dello sponsor, Pata, che nonostante un legame solido con i vertici della squadra sta apertamente valutando alternative. Una su tutte, Yamaha, ma anche in questo caso la trattativa è in stallo in attesa di comunicazioni da Iwata sul da farsi (radio paddock, intanto, ha affiancato il nome di Guintoli a quello di Melandri nel roster della futura squadra).

Nonostante corra con un progetto datato, Honda non ha però intenzione di lasciare le derivate di serie. Anzi, il suo responsabile corse in Europa, Carlo Fiorani, ha recentemente avviato una discussione (insieme ad altri Costruttori) con il promoter Dorna per studiare un regolamento più bilanciato per tutti. Nel frattempo, è arrivata la conferma (quasi) definitiva che la Casa dell’ala continuerà a correre in SBK.

“Stiamo discutendo il budget con Giappone e Honda Motor Europe, mentre con Pata stiamo ancora parlando per capire cosa si può fare – ha detto Fiorani – La cosa positiva è che al 99% non ci saranno problemi, in un mercato così difficile non era scontato”.

Recentemente Guintoli ha mostrato una certa insoddisfazione con il contesto tecnico. A questo proposito, si è fatto il suo nome nella lista della spesa Yamaha…

“Con Sylvain abbiamo un contratto annuale con un’opzione per il secondo. Non ci ho ancora parlato, ma posso immaginare il disappunto. Anche noi non siamo contenti, non di lui, ma della situazione in generale”.

Vd Mark invece è saldamente legato a Honda. Nel caso lo scenario tecnico rimanesse invariato, lo mandereste in MotoGP?

“Michael ha 2 anni con un’opzione per il terzo. Continueremo con lui sicuramente. Se poi avesse delle proposte in MotoGP, ma solo con Honda, le valuteremo”.

Quest’anno Kawasaki e Jonathan Rea hanno sbaragliato la concorrenza…

“Stiamo pensando ad alternative per avvicinare le varie moto in griglia. In questo momento, conta più la moto del pilota. Se poi il pilota più forte è sulla moto più competitiva, c’è poco da fare. Se hai una moto di produzione un po’ datata, e senza una volontà aziendale di fare una special, fai fatica”.

Ci sono tempistiche definite per la chiusura del tavolo delle trattative?

“No, ne stiamo parlando con Dorna. È un discorso accennato a Misano, che ha marcato la terza gara consecutiva praticamente con lo stesso ordine d’arrivo. Da lì è nata l’esigenza di pensare a qualcosa di diverso. Abbiamo parlato delle concessioni, ma non solo. Faccio l’esempio della Nascar, dove si corre motori diversi ma potenze uguale per tutti e vige un sistema di handicap basato su aerodinamica e zavorre. Alla fine, in gara sono tutti molto ravvicinati, e c’è lo spettacolo”.

D’altro canto, chi ha investito di più sulla SBK storcerà il naso…

“Secondo me è un discorso che va a vantaggio di tutti, anche di chi corre con moto prodotte in serie limitata, che sono molto costose. Tutti sentono la crisi di mercato. L’appoggio diretto di una Casa è un grande aiuto a livello agonistico, ma comporta anche dei costi aggiuntivi”.

In altre parole, oltre alla proposta delle concessioni sulla falsariga della MotoGP e degli handicap, si parla di un’ulteriore passo indietro a livello tecnico?

“Il nocciolo della questione è come dare valenza sportiva ad un’attività che al momento ha una valenza solo tecnica. La SBK non è il posto per cimentarsi con la tecnologia, per quello c’è la MotoGP. Finché arrivavamo a 3/4 secondi andava bene, ma ora il gap è il troppo alto. In più è difficile controllare quanto alcune moto, che non si vedono per strada, siano conformi al regolamento”.

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