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SBK, Il "buen retiro" di Checa: test sì, gare no

"Quel libro per me è chiuso, ma Biaggi ha fatto bene. Rossi-Marquez? Nulla di sporco"


Prima Bayliss, poi Biaggi, ora Checa? Nell’anno dei grandi ritorni in SBK, la notizia dei test dello spagnolo in sella alla Panigale al Mugello – al posto dell’infortunato Scassa – ha fatto trattenere il fiato agli appassionati. Soltanto per un attimo però, perché il “Toro” ha subito messo le mani avanti, dicendo chiaramente che le gare non gli interessano.

In vent’anni di onorata carriera, Checa non è mai stato incline ai ripensamenti. Lo spagnolo merita che gli si creda, con un pizzico di malinconia, sulla parola. Tornare a mettersi casco e tuta, a quasi due anni da un brutto infortunio all’anca, sa già di lieto fine. Non che Checa sia andato piano, anzi. Le prime indiscrezioni parlano di un 1’51.5, a meno di due secondi dal record ufficioso della SBK, con gomme usate. L’appetito, a volte, vien mangiando.

“Sono andato forte, ma non troppo, altrimenti mi chiedono di tornare a correre – ha scherzato Checa a fianco del suo vecchio compagno di avventure, il responsabile SBK Ernesto Marinelli – Dopo due anni, non è male. Alla prima uscita, ho provato tante emozioni… L’eccitazione e l’adrenalina erano le stesse di molti anni fa, ma ho sentito anche la nostalgia, i dubbi sulle mie capacità attuali. Fare il pilota mi piace, ma competere è bello quanto duro. Girare da solo mi dà soddisfazione, ma le gare sono un’altra storia”.

In che senso?

“La lotta è più intensa e, dopo 20 anni di professione, culminati in una stagione perfetta che mi ha portato al titolo, non sento la necessità o la motivazione per tornare a gareggiare. Ma se vedessi una possibilità di vincere (ride), non si sa mai…”

Quindi anche tu lasci aperto uno spiraglio?

“No, per me è un libro chiuso. Ho sempre voluto fare altre cose nella vita, aprire i miei orizzonti. Continuo a volare e vorrei imparare a fare qualche acrobazia, ed anche l’enduro mi piace molto”.

Che ne pensi del recente ritorno di Max Biaggi?

“Ha fatto molto bene, si è visto quanto fosse preparato. Forse non era troppo convinto quando ha smesso. È stata una cosa positiva per il campionato in generale, ed ha permesso a lui di togliersi dubbi e soddisfazioni”.

Nel 2011, tu e Max siete stati protagonisti di una bagarre intensa all’ultima chicane di Assen al penultimo giro. Che ne pensi del duello tra Rossi e Marquez?

“A me accadde qualcosa di più simile nel 2002 con Ukawa. Ci siamo toccati, io ero all'esterno e sono finito largo, lui è caduto e così ho chiuso al terzo posto. Le chicane non si devono tagliare, ma se ti mandano fuori c’è poco da fare. Devi sorpassare prima che l’altro imposti la curva, e Rossi stava già piegando”.

Sia Rossi che Marquez hanno difeso le rispettive posizioni in Direzione Gara. A chi daresti ragione?

“È normale che nessuno voglia colpe. E comunque non è stata una manovra sporca. Forse anche Valentino ha allungato la frenata, è un ragazzo ‘abbastanza’ furbo (ride) in queste cose. Tornando al mio sorpasso su Biaggi, avvenne prima. Fu una manovra pulita, del resto una carenata non sarebbe stata nel mio stile”.

Sei sempre stato un pilota pulito anche come stile di guida. Come ti sei ritrovato in sella, a due anni dall’ultima gara? L’anca infortunata ti ha ostacolato?

“Mi dà ancora un leggero fastidio al massimo angolo di piega, ma si sta rimettendo completamente a posto. Questo inverno sono riuscito a sciare, e poco fa ho partecipato al rally di Sardegna, c’era anche Marc Coma. Ho anche provato la 1299 al DRE. Quando mi hanno chiamato per fare questo test, ho pensato ‘perché no?’”

I tempi ufficiosi sono già di tutto rispetto…

“Una cosa è andare in moto, un’altra è portarla al limite. Credo di esserci molto vicino anche se la staccata all’ultimo alla San Donato o fare l’Arrabbiata ai 180 km/h non è affatto facile”.

Come hai trovato la Panigale, moto che tu hai visto nascere?

“La moto è sempre la stessa, particolare. L’elettronica è più raffinata, intuitiva, mentre manca ancora qualcosa in termini di potenza nonostante ai bassi regimi la moto vada molto meglio”.

Che programma state seguendo qui al Mugello?

“Sto provando varie combinazioni di assetto e aggiornamenti di elettronica. Fin qui, il mio feedback è stato coerente con quello di entrambi i piloti ufficiali, anche se forse sono più vicino a Davide che a Chaz come stile di guida”.

Cosa hai provato quando, ad Aragon, la Panigale ha ottenuto la sua prima vittoria?

“Sono stato contento, anche se mi dispiaceva non aver potuto essere il primo a portarla in cima al podio (ride). Quell’anno, sapevo che vincere il titolo era impossibile, ci mancavano una ventina di cavalli. E poi non girava niente per il verso giusto. Il progetto però è cresciuto costantemente…”

Come vedi questo campionato?

“La SBK è sempre stata molto imprevedibile. A parte, in tempi recenti, nel 2010 e 2011. Quest’anno Kawasaki ha una supremazia tecnica e di piloti. La moto va forte con tutti, è la più bilanciata, ma Rea è più forte di Sykes, oltre ad avere più fame. Se lo meritano comunque, hanno lavorato tanto ed investito più di chiunque altro su questo campionato”.

Se arrivassero altre vittorie della Panigale dopo questo test, le sentiresti anche un po’ ‘tue’?

“Quello dipenderà da molti fattori, ma spero sicuramente che il mio lavoro aiuti la causa. Sono qua per questo, per trovare una direzione chiara. Mi ha dato una grande ricarica emotivamente, mi sento mentalmente fresco. Forse faremo altri test”.

Da come lo hai descritto, il tuo sembra davvero un “buen retiro”…

“La vita da pensionato non è male, almeno la mia. La parte più stressante di questo test, ad esempio, è stata la perdita della valigia (ride) all’aeroporto di Firenze”.

Nell’anno dei ritorni di fiamma, Checa sembra voler semplicemente godersi qualche istante lontano dagli occhi indiscreti con la sua Panigale. L’ha vista nascere, ora è divenuta una donna e lui, come un padre affettuoso, è pronto a lasciarla in buone mani.


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