Tu sei qui

MotoGP, CLAMOROSO: la Honda offre tecnologia a Ducati

Suppo: "Nakamoto ha offerto a Dall'Igna la piattaforma inerziale". Gigi 'troppo furbo' per Nakamoto

Share


Dopo il Gran Premio di Olanda si è discusso quasi esclusivamente del sorpasso fra Marquez e Rossi all'ultima variante. La collisione ed il successivo taglio di variante di Rossi è stato vivisezionato fornendo ampio materiale di discussione ai tifosi.

in realtà non è stato questo il fatto più importante del Gran Premio, nonostante i 9 punti guadagnati da Vale su Jorge permettano ora al pesarese di avere un cuscinetto meno sottile fra sé ed il compagno di squadra.

SCONFITTA POLITICA - Non si è infatti parlato della sconfitta politica della Ducati, privata dei vantaggi regolamentari in vista del 2016 nonostante non abbia ancora vinto un Gran Premio, né della piattaforma inerziale tenuta fuori dalla classificazione 'sensore' che avrebbe obbligato la Honda a rendere disponibile la sua a tutte le Case presenti in MotoGP.

Due punti non da ridere e che avranno una ricaduta tecnica importante sul prossimo campionato.

IL REGALO DELLA HONDA - "Non sono un tecnico, quindi non darò un giudizio di questo tipo sulla vicenda - spiega Livio Suppo, Team Principal del team ufficiale HRC - posso però spiegare il punto di vista della Honda: i componenti della piattaforma inerziale vengono prodotti in piccolissima serie, quindi sarebbe difficile renderli disponibili in grandi quantità, soprattutto in tempi ristretti. Detto questo nel corso della riunione della MSMA Shuhei Nakamoto ha detto a Gigi Dall'Igna che, se vuole e se è in grado di ordinarla per tempo, la Honda è in grado di vendergli la sua piattaforma inerziale".

L'ACCORDO SEGRETO HONDA-FERRARI - Non è la prima volta che il colosso giapponese rende disponibili alcune sue tecnologie ai rivali. Accadde anche in F.1 nel 1992: un accordo, in quel caso segreto, propiziato da Gerhard Berger e Niki Lauda che volò in Giappone a Natale per siglarlo con l'allora presidente della casa alata, Nobuhiko Kawamoto. La Honda si era appena ritirata dalla F.1 e non fece alcuna pubblicità al patto, che emerse comunque. Invece di evitare di parlarne, Luca di Montezemolo smentì con veemenza la collaborazione, temendo di perdere la faccia, e causando la risentita replica di Kawamoto che rese pubblico lo scambio di tecnologia in occasione del salone di Tokyo.

Sono strani i giapponesi. La loro aderenza alle regole è leggendaria anche quando gioca a loro sfavore. Ciò spiega perché da una parte abbiano mostrato apertura verso Dall'Igna, dichiarandosi disposti a cedergli la tecnologia, e dall'altra siano stati rigidi a rigettare la proposta di portare la condivisione della piattaforma inerziale in GP Commission.

ALTOLA' ALLE INTERPRETAZIONI FURBE - Ciò che non è piaciuto ad Honda (e Yamaha) è stata la propensione dell'ingegnere italiano a trovare 'buchi' nei regolamenti. Così quando Dall'Igna,  con l'appoggio di Suzuki ed Aprilia e dunque del 60% della MSMA, ha chiesto di portare in discussione la piattaforma inerziale unica, Nakamoto ha fatto notare che il regolamento interno prevede il 66%. Per questo la proposta non è passata.

La perdita delle concessioni, invece, è stata decisa dalla GP Commission, quindi da Carmelo Ezpleta praticamente, con l'introduzione del nuovo sistema a punti. Un altro segno di quanto Ducati debba lavorare politicamente. Perché non c'è dubbio che questa, anzi soprattutto questa, sia stata una sconfitta.

Ma avrà influenze nel prossimo campionato? Secondo Livio Suppo no.

IL NODO DELLE MICHELIN - "La mia impressione, sempre da non tecnico, è che nel 2016 conteranno invece molto di più le gomme. Il fatto che l'anteriore Michelin stia creando qualche problema perché meno performante della Bridgestone potrebbe favorire una casa piuttosto che un altra, così come un pilota piuttosto che un altro. Non è vero infatti che dall'oggi al domani lo sviluppo possa essere incentrato sui nuovi pneumatici. Voglio ricordare che Makoto Tamada, quando correva con gomme Bridgestone, aveva l'identica moto utilizzata dal compagno di squadra Max Biaggi che invece usava le Michelin. Su certe piste la soluzione Bridgestone era vincente, punto. Eppure la moto era la stessa. Una cosa che posso confermare accadde anche in Ducati quando fu deciso di passare dal gommista francese a quello giapponese. La moto rimase praticamente la stessa ma si adattava meglio ai nuovi pneumatici".

Si potrebbe dire che il diverso rendimento degli pneumatici è un discorso attuale. In Olanda infatti Lorenzo si è lamentato di non riuscire a guidare con piena fiducia con le coperture portate ad Assen. Cosa che ha condizionato il risultato.

LA FURBIZIA DI ROSSI - "Personalmente ci credo poco. Penso piuttosto che sia bravissimo Valentino Rossi a sfruttare i punti deboli degli avversari instillandogli dubbi. Nel nostro caso, infatti, anche Marquez, come Jorge, si era lamentato di quelle gomme, ma poi in gara è andato fortissimo. Per la cronaca, aveva il telaio 2014 e proprio con quelle gomme aveva vinto il mondiale, per cui…".

Inutile domandare a questo punto a Suppo una opinione sulla famosa ultima variante.

"Se ne è parlato anche troppo - la sua conclusione - certo sarebbe stato meglio avere una decisione da parte della Direzione Gara. Chessò, il risultato al giro precedente. Non avrebbe cambiato il risultato ma sarebbe stato un segnale ai piloti che qualcuno li tiene d'occhio e che non è detto che ciò che oggi è stato permesso lo sia anche nel futuro".

__

Articoli che potrebbero interessarti