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MotoGP, Assen, FP2: Rossi chiama, Honda risponde

Il Dottore (3º) ha il passo di riferimento, Pedrosa primo con record davanti a Marquez

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Quello del riscatto pare essere il tema principale del venerdì della MotoGP ad Assen. Da una parte, il team ufficiale Honda chiamato ad una reazione dopo varie battute d’arresto dovute ad uno sviluppo troppo “radicale” (e qualche errore di troppo dei piloti). Dall’altra, Valentino Rossi con le spalle al muro dopo troppi problemi in qualifica che hanno, tra l’altro, favorito le quattro vittorie consecutive del compagno di squadra. Tutti hanno risposto “presente”, ma nessuno come Dani Pedrosa, capace di siglare un 1’33.450 che è anche il nuovo record di categoria al TT Circuit.

Il catalano non è stato veloce solo sul giro secco, ma ha anche mostrato un passo di 1’34 netto. Il primo ad abbattere il muro di 1’34 è stato però il suo compagno di squadra e campione in carica Marc Marquez, che ha scelto definitivamente di utilizzare il telaio 2014 nel tentativo di risolvere i problemi in staccata che lo hanno ostacolato in questa prima metà di campionato. Scelta, a quanto pare, azzeccata: lo spagnolo commette ancora qualche errore – qualche lungo qua e là – ma si tratta di piccole sbavature piuttosto che di topiche grossolane. Non sembra risentirne particolarmente il suo passo di gara, sostanzialmente identico a quello del compagno di squadra.

Sotto questo punto di vista, il riferimento è Rossi, terzo a +0.202 ma capace di girare costantemente in 1’33 alto con gomma nuova sul finale. Al momento, il Dottore è il più veloce nell’ultimo settore, mentre paga quasi tutto il distacco nel T1 e T2. Più in difficoltà Jorge Lorenzo, che accusa un ritardo marginale (+0.291) in sesta posizione, ma paga dazio sul passo, che sale a 1’34 alto dopo pochi giri. Per quanto riguarda la scelta dei telai, Lorenzo ha già sciolto le riserve ed userà quello nuovo da qui in poi. Rossi sembra orientato versa la stessa decisione, ma la comunicherà definitivamente alla squadra soltanto in serata.

Risalgono le Ducati, sfruttando anche la mescola più morbida a disposizione per il posteriore. Andrea Iannone ha limato quasi due secondi rispetto alla FP1, portandosi al quarto posto (+0.249). Tempi simili per Dovizioso, settimo a +0.394. Per entrambi, il problema principale resta quello del grip. Continua a stazionare nella Top 10, con la “vecchia” GP14, anche Danilo Petrucci (nono a +0.683).

Perdono posizioni, rispetto alla FP1, Maverick Viñales (da 7º a 10º) e Pol Espargaró (da 5º a 11º), mentre risale Cal Crutchlow (da 12º a 5º, a +0.284). Ancora indietro le Aprilia: 20º tempo per Alvaro Bautista a +2.039, mentre Alex De Angelis e Marco Melandri continuano a fare da fanalini di coda, a circa tre secondi e mezzo dai primi.


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