Il lupo perde il pelo ma non il vizio, neanche quello della velocità. Le dichiarazioni prudenti di Max Biaggi si sono sciolte come ghiaccio al sole appena ha abbassato la visiera e ha girato la manopola del gas. Il Corsaro ha gettato la maschera e ha messo tutti in riga nella prima giornata di libere a Misano.
I tifosi lo accolgono con grida e applausi, gli avversari lo guardano in cagnesco abbozzando qualche sorriso di circostanza. “Dovevo fare il paio con Bayliss, lui pilota Australiano è tornato in Australia, io italiano in Italia”, gigionegggia Max davanti al suo pubblico.
Primo a fine giornata, cosa ne pensi?
“Non mi aspettavo di essere così competitivo, anche se so che domani molte cose cambieranno. I primi due turni sono stati al di sopra delle aspettative e soprattutto qui a Misano è una gran festa, la si sente nell’aria. La metà dell’obiettivo è raggiunto”.
Come ti sei trovato nei box?
“Sono contento perché ho con me il test team, che all’incirca è costituito ancora dalla gente che seguiva Marcellino Lucchi negli anni ’90. Sono ragazzi che lavorano solitamente nell’ombra, manca loro il ritmo della gara ma fanno il paio con me che sono vecchietto (ride). Scherzi a parte, sono felice che abbiano avuto questa possibilità, vedo la gioia nei loro occhi e questo mi ripaga dell’impegno”.
Come hai visto i tuoi avversari?
“Meglio che in tv! Rea è senza dubbio il pilota più in palla e anche quello con un pacchetto tecnico migliore, ma oggi si è ancora nascosto. Più si andrà avanti e più tutto sarà difficile, perché non si potrà più sbagliare. Inoltre non ho mai provato la nuova formula delle qualifiche. Non sono abituato a dare tutto subito e basta avere un po’ di fiducia in meno degli altri per buttare tutto all’aria”.
Non corri da tre anni e sei primo, viene da pensare che il livello attuale della SBK sia basso…
“Non arriverei a una tale conclusione. Rea è un pilota che quando ha corso in MotoGP, su una moto che non conosceva, è stati nei primi dieci. I primi 4 o 5 piloti vanno veramente forte”.
Considerate le tue prestazioni, hai pensato a quanti Mondiali avresti potuto vincere se non ti fossi ritirato?
“Non ho fatto certi ragionamenti, non mi piace pensare ai ‘se’. Quando ho deciso, ho chiuso un libro senza pensare ai possibili risvolti. La priorità è diventata la famiglia, dopo 20 anni di corse”.
E’ stato facile?
“No, è stato difficile, soprattutto il primo anno, quando ho detto basta ho rinunciato a un grande amore. E’ dura fare a meno di quella routine a cui eri abituato. Me lo diceva Cadalora: ‘mi svegliavo e cercavo il casco, invece ero a casa nel mio letto’. E’ così”.
Ti mancava l’adrenalina?
“E’ strano, col tempo ho capito che l’adrenalina serve a due cose. La prima è che ti spinge a dare di più. La seconda è che ti aiuta a guarire prima. Bisognerebbe fare uno studio a proposito (ride)”.
Come hai ritrovato la ’tua’ Aprilia?
“Meno in forma e meno facile da sistemare. Non è colpa dei tecnici ma dei regolamenti che ne hanno castrato le prestazioni. Anche avere spostato il motore di 5 millimetri ha fatto la differenza”.
E tu come ti sei ritrovato?
“Come l’Aprilia, un po’ meno in forma di quanto ricordavo (ride). In verità non posso nascondere che stia andando tutto bene, ma è solo la prima giornata. Domani ci saranno le qualifiche e domenica le gare, questo fine settimana sembra non finire mai”.
Dovrebbe finire come è iniziato…
“E allora sarei contento. Ma non sono più abituato alle gare, questo mi rendo più soggetto a fare errori, se così non fosse sarei un robot”.
Un allenamento per Sepang?
“Innanzitutto voglio ringraziare il presidente Colaninno per questa opportunità e voglio ripagarlo. Ho pensato anche a Sepang, la pista mi piace molto ma non corro lì da 10 anni. Se ci fosse la possibilità di andare prima per un test sarebbe diverso”.
Oppure potrebbe liberarsi un posto in MotoGP…
“Devo scappare, mi stanno aspettando (ride)”.