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SBK, Biaggi: Rossi a bordo pista? Sarebbe il benvenuto

"Ho già visto Stoner. Se verrà anche lui sarà divertente, ma non una motivazione in più"

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Il ritorno di Max Biaggi – per quanto temporaneo – in Superbike è chiaramente l’argomento più gettonato alla vigilia del GP di Misano. A quasi 44 anni (li compirà il 26 giugno), il Corsaro è pronto a issare nuovamente le vele e andare a caccia di tesori nella Riviera, dove ha fatto doppietta nel 2010 e 2012. Una scelta coraggiosa, quella di rimettersi in gioco dopo essersi ritirati da campione del mondo, ma le “sirene” della pista esercitano un fascino al quale è difficile resistere.

“Seguire da commentatore i primi GP dopo il ritiro è stato difficile, strano, particolare – ha raccontato Biaggi – A Phillip Island, alla prima gara da commentatore, mi sono trovato a vedere le moto dalla prospettiva opposta, e mi è venuta un po’ di nostalgia. Poi però è andata calando quando il campionato è tornato in Europa”.

Come mai?

“Perché quando sei vicino a casa hai meno tempo per pensare. Nelle gare oltreoceano le giornate sono più lunghe, e bisogna partire prima per raggiungere la destinazione. Lì è più facile farsi prendere dalla nostalgia, mentre in Europa sei sempre vicino a casa, ed è tutto più digeribile”.

Nonostante l’impegno da giornalista-commentatore, non hai mai smesso di correre.

“In realtà ho fatto solo due test, prima con Ducati e poi con Aprilia, tutti a distanza di un anno, prima di diventare collaudatore Aprilia. Più che altro, mi sono sempre divertito con il supermotard, girando con amici che conosco da vent’anni”.

Quando hai deciso di rimetterti in gioco?

“Lo abbiamo deciso dieci giorni fa. In realtà quando sono stato ingaggiato per fare il tester ho girato con una moto 2014 con delle strategie della MotoGP. La SBK 2015 l’ho provata a fine marzo, facendo solo due test”.

Però ci stavi pensando da un pezzo…

“L’idea è nata un mese e mezzo fa. Alla fine, essendo un evento in Italia, è un’opportunità sia per me che per Aprilia. La location è ideale, i costi minori. Esserci non è stato complicato, ma da domani in avanti è tutto da vedere”.

Cosa hai provato a rientrare nel paddock da pilota?

“Sono cambiate molte cose. I turni ora sono da 45 minuti, ci sono meno gomme, si corre con il flag-to-flag. Ho dovuto aggiornarmi (ride). Vedremo con calma come va, anche se là fuori non ti aspetta nessuno”.

Come ti sembrano i valori in campo?

“È indubbio che, tra i Costruttori al top, Aprilia ha la moto che è rimasta più indietro. Basta guardare i risultati, Kawasaki ha fatto un passo avanti enorme, Ducati ha beneficiato dal nuovo regolamento ed ormai è una moto vincente. Aprilia era la moto di riferimento ma quest’anno ha vinto una sola gara, un po’ poco anche soltanto rispetto alla scorsa stagione”.

Tu però, oltre a svilupparla in pista, la porterai nelle case dei tifosi all’interno di un esperimento mediatico particolarmente innovativo…

“In effetti sarà una gara molto interattiva. Abbiamo puntato molto sulla comunicazione, con aspetti inediti da mostrare, come il dialogo tra me ed il capo-tecnico o gli ingegneri di pista. Non penso che gli avversari abbiano segreti da imparare da me, faccio la wild-card, mica torno a tempo pieno”.

Penserai di più al tuo ruolo da pilota o quello di commentatore?

“È un’iniziativa sia sportiva che mediatica, una corsa con obiettivi multipli. Anche perché averne uno solo (inteso come risultato sportivo, nda) non è fattibile. Abbiamo fatto un passo indietro, per fare e mostrare cose mai viste. Mi sono prestato a fare cose che nessun top rider farebbe durante il campionato”.

Che aspettative hai?

“Non credo una vittoria sia alla portata, a meno che quelli davanti non buchino le gomme (ride). Detto questo, facendo un passo indietro, dopo i primissimi si può fare qualcosa di significativo. Non è stato facile accettarlo inizialmente, perché ero abituato ad entrare in pista con un obiettivo unico”.

Rossi ha detto che, se verrà, potrebbe anche tifare per te. Che ne pensi?

“La scorsa settimana ero a Barcellona, e l’ho osservato con attenzione. Se viene è una cosa piacevole e divertente. Ho già visto Stoner in giro. Personaggi del genere aiutano lo sport”.

La presenza del tuo grande (ex) rivale potrebbe darti una carica aggiuntiva?

“In altre circostanze cerchi il pelo nell’uovo e ti attacchi a tutto per trovare motivazioni in più, ma non sarà il mio caso. Se ci sarà, mi farà piacere vederlo”.

Prima Bayliss, ora tu. Sembra quasi che alla SBK manchino nuovi personaggi…

“Non posso rispondere perché non sarei obiettivo. Ma è stata una casualità che sia io che Bayliss siano tornati a fare una gara nello stesso anno. Non penso che succederà più. Certo, rispetto alla MotoGP è ovvio che manchi un personaggio, là ci sono tanti campioni del mondo”.

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