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Moto Guzzi Eldorado e Audace: vivere la strada

LA PROVA - Moto Guzzi continua a volare alto con le sue ultime creature. Due animi distinti vissuti in sella

Moto - Test: Moto Guzzi Eldorado e Audace: vivere la strada

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I western hanno sempre avuto un fascino particolare. La libertà, la selvaggia solitudine che avevano i cowboy hanno sempre fatto presa. Suoni da armonica, vallate e distese desertiche che a pensarle puoi quasi sentire l'odore acre della polvere. Soli con il proprio destriero, e poco importa la meta. E' un lato avventuroso che oggi solo la moto può offrirti.

E' vero, forse da pistaioli incalliti alla ricerca del centesimo può leggermente stonare. Eppure, cosa sono le due ruote se non una ricerca, in varie forme, di quella libertà. California Dreamin raccontava una canzone dei Mamas e Papas.

C'è un signore di Pasadena, argentino a dire il vero, che quel sogno l'ha coltivato, disegnato, creato. Miguel il suo nome.

Lui la California, con lo stemma dell'Aquila, l'ha realizzata. Oggi ci mostra le sue evoluzioni, le proprie figlie.

Audace una, Eldorado l'altra. Imponenti, massicce, grandi. Certo, per dei pesi piuma come noi, sembrano quasi eccessive. Eppure, se c'è una cosa che questo mestiere ci ha insegnato, è che i destrieri, le moto, vanno vissute per capirle.

Certo, trecento chili non sono uno scherzo. Due millequattro - anzi, 1380cc per la precisione - con le teste bene in vista, sella comoda, manubrione una, barra quasi da bobber l'altra. Due caratteri diversi. "Scendi da poco dall'Aprilia RSV-4, queste sono un'altra cosa" mi dicono. Vero, quella era un'arma affilata da cordoli. La Audace e l'Eldorado sono più due destrieri, compagne d'avventura.

Intendiamoci, questi non sono ronzini, quanto dei purosangue. Spartane ma raffinate, d'alto rango. Ruvide come le metti in moto. Insomma, ci solleticano quel senso di avventura da subito. Le accendi e vibrano, dai gas in folle da fermo e senti l'albero motore vibrare e generare quella coppia di rovesciamento che smuove verso destra.

Suono roco, duro, ruvido. Ci piace. la Audace è più bobber. La triangolazione porta a sentirsi più protesi in avanti, con le pedane avanzate, il manubrio dritto, la sella più stretta. La nostra prova inizia con lei. Dove ci troviamo? Nella casa di Moto Guzzi, a Mandello del Lario.

Le moto devi viverle, dicevamo. Perchè talvolta l'apparenza può ingannare. Ne avevamo già avuto prova con la California.

La Audace ci offre subito le stesse sensazioni. Un destriero selvaggio, probabilmente più della Eldorado che proveremo più avanti. La seduta, per noi che i 170 centimetri di altezza risultano un obiettivo oramai irraggiungibile, è forse leggermente sacrificata nella triangolazione.

Ce ne accorgiamo in alcuni tornanti di montagna molto stretti. Se però, per una moto da 300 kg è questo l'unico neo, allora vuol dire che in Guzzi hanno fatto centro. La ruota con il cerchio anteriore da 18 e le pedane più alte ci danno una buona luce a terra, l'impostazione più sportiveggiante, permette anche di togliersi qualche sfizio. Si, parliamo di pieghe. Ma come? Con un mastodonte del genere? Si, senza indugio.

Perchè telaisticamente la Audace è una moto eccellente, e forse anche di più. La ripartizione dei pesi ed il baricentro poi fanno il resto. Non impegna nella guida, ma anzi, è un fido compagno selvaggio. Sorprende a maggior ragione nel misto stretto.

Paradossalmente nel misto veloce eravamo quasi coscienti di quello che ci attendeva. La muovi facilmente nei cambi di direzione, solo con un movimento di anca, con il busto. Ecco forse nei tornanti molto stretti eravamo leggermente 'corti' con le braccia, cosi come nelle manovre a manubrio girato.

Ma è il carattere, l'animo di questa moto. Senza troppi fronzoli. Non elitario, ma puro. Mi vuoi? Sono così, ti piaccia o meno.

La Eldorado è più accomodante in questo. La ruota con il cerchio anteriore da 16'' offre ancor più stabilità, ma è tutta l'impostazione ad essere differente. Più chopper, con il manubrio a corna di bue che porta ad avere una seduta più comoda, anche per le pedane più basse.

Ecco, proprio quest'ultime sono un leggero limite. Limite direte voi? Si, perchè la bontà ciclistica di questa sorella si rivela anche in questo caso. Più stabile, leggermente meno veloce nella piega - anche se nella prima fase si muove più velocemente - ma le pieghe sono il suo habitat. Non del tutto naturale, perchè le pedane - si, proprio loro - sono basse al punto che raschiarle per terra, quando si alza il ritmo, non è affatto una chimera.

La sella, anzi, le selle, sono comode, sia per la più sportiva Audace che per la Eldorado.

E poi, tutte quelle vibrazioni a moto ferma...dove sono finite? Quel borbottio forte si avverte, lo senti tra le mani, ma le vibrazioni...niente!

Quelle vibrazioni che pulsano dal motore da 1380 cc che ogni volta ci sorprende sempre di più. Già con la progenitrice California ne eravamo rimasti ammaliati. Ce lo ricordavamo bene e lo abbiamo ritrovato. Corposo, potente e tanto, elastico. Il perfetto compagno di viaggio. Un tiro diretto, senza alcuno strappo e robusto fin dai 1000 giri.

Così, viaggiare senza impegno, osservando e lasciando correre lo sguardo e la mente verso paesaggi assolati e degni della libertà che brama questa moto, risulta naturale, sia essa una high-way Californiana direzione Baja, sia esso il lago di Como tra i paesini intorno Mandello del Lario.

Allo stesso tempo però, quando si vuole vivere le prestazioni di questo V2, l'esaltazione si impossessa in un batter d'occhio. Esagerati? No in realtà, perchè la coppia è strabordante se la si vuol sfruttare per bene.

Entrambe le gemelle (diverse) - Audace ed Eldorado - ti tirano fuori in maniera esagerata, con una trazione veramente eccellente. Affrontare dei passi di montagna diventa piacere. Certo, stiamo sempre parlando di moto con un'anima libera, accomodante, maestosa ma di certo non equiparabile ad una Naked.

Eppure vi è un "lato oscuro della luna" per queste Moto Guzzi, dato proprio dal motore e dalla ciclistica. Senza dimenticarci inoltre, l'eccellente lavoro dal punto di vista elettronico. Qui si gioca in casa, con tutto il know-how sfruttato dalla costola sportiva Aprilia. L'erogazione come detto, è lineare, prorompente, senza strappi.

Anche cambiando mappatura, si avverte il cambio di passo, di tiro, di grinta ma non vi è un'erogazione nettamente differente. In altre parole, la Veloce non mette in difficoltà, non si è ottemperato rendendo l'apertura del gas più aggressiva. Grintosa si, ma mai invasiva.

Il Controllo di trazione poi non è mai invadente. Un compagno silenzioso pronto ad intervenire quasi senza accorgercene. L'impianto frenante è veramente potente, e non potrebbe essere altrimenti dovendo frenare una mole del genere, ma al contempo ben modulabile. Il comportamento delle moto però è buono.

Spirito antico, old style quello di Audace e Eldorado. Moto Guzzi continua a volare alto con le sue ultime creature. Difficile migliorare un mezzo come la California. Eppure a Mandello ci son riusciti.

Due anime distinte. La Audace vive nelle parole di Gothe: "Qualunque cosa tu possa pensare di fare o sognare di poter fare incominciala. L'audacia ha in se genio, potere e magia. Comincia adesso".

Diretta, con un suo lato oscuro ma libero, brama maggiormente le curve, con uno stile e una guida più aggressiva.

La Eldorado riprende il nome de El indio Dorado, quel luogo leggendario in cui vi sarebbero immense quantità d'oro.

Quel luogo mitico, come mitica fu la prima Eldorado, più improntata sul viaggio da turismo, sull'avventura. Predilige le curve si, ma la accosti ad un'armonia, una musica folk.

Certo, vi saranno sempre le crossover o le naked, ma qualunque sia la vostra strada, con la Audace e la Eldorado, il turismo assume il sapore della libertà, con negli occhi quel misto di high-way, polvere, strade assolate e curve. Perchè le moto, vanno vissute anche cosi.

I prezzi: 18.990 la Eldorado, disponibile nei colori Nero Classico e Rosso Pregiato, 18.690 Euro invece la Audace, in Nero Travolgente e Rosso Impetuoso.

In sella alla Audace e la Eldorado di Moto Guzzi con i seguenti capi Dainese


 

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