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SBK, Aprilia e Ducati con le spalle al muro

I NUMERI: il dominio Kawasaki nasce dal mercato piloti, non solo da scelte tecniche

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L’uno-due di Kawasaki a Donington – il secondo consecutivo dopo Imola, anche se a ruoli invertiti – ha confermato definitivamente quello che ormai si poteva evincere da tempo: la Casa di Akashi fa il buono e il cattivo tempo in SBK. Il nuovo regolamento, che teoricamente avrebbe dovuto livellare la competizione, sembra aver penalizzato Aprilia più di quanto abbia aiutato Ducati. Entrambe le Case italiane, che hanno fatto la storia delle derivate di serie (31 titoli complessivi per Borgo Panigale, 7 per Noale), arrancano. D’altro canto, vista l’indiscutibile capacità dei rispettivi reparti corse, viene da domandarsi se le difficoltà non siano dovute anche alla scelta dei piloti.

Analizziamo qualche numero: Tom Sykes è il pilota più vincente degli ultimi anni, con 23 vittorie (su 24 in carriera) dal 2012 ad oggi. Jonathan Rea, da molti ritenuto il più grande talento inespresso delle derivate di serie, ne aveva realizzate 7 nello stesso periodo, ma non ci ha messo molto a rifarsi sotto, vincendone 8 in questo inizio di stagione. In tutto, i due sono nettamente la coppia di maggior successo in attività, con 47 vittorie e 99 podi totali combinati.

Il confronto con gli ufficiali di Ducati e Aprilia è, numericamente almeno, impietoso: Haslam ha vinto soltanto 4 gare delle 194 disputate in classe regina, mentre Torres non ha fatto fin qui faville nell’anno d’esordio, con un terzo posto (da lui stesso definito “fortunoso”) ad Imola come miglior risultato. Anche la coppia Ducati, dal buon potenziale sulla carta, visti gli stili diversi ma equamente aggressivi di Davies e Giugliano, non regge il paragone: 5 vittorie (tutte di Davies) e 29 podi complessivi.

Certo, si tratta di comparazioni da prendere con le proverbiali pinze. Ciascun pilota corre ogni anno in un contesto particolare, difficilmente paragonabile a quello di chiunque altro, se non di un compagno di box. Proviamo dunque ad affiancare le rispettive scelte di Aprilia e Kawasaki – Haslam e Rea – che hanno convissuto due anni in Honda. Anche quando erano coinquilini, Rea ha surclassato l’amico-rivale: 5-0 le vittorie, 8-1 i podi, 310-278 i punti nel biennio 2013/2014, nonostante il nordirlandese abbia saltato due gare in più per infortunio.

Resta quindi l'impressione che Kawasaki stia vincendo la battaglia proprio grazie alle mosse fatte sul mercato piloti: lo sfratto del vicino scomodo dal temperamento bizzoso come Baz – dal potenziale, fin qui, largamente incompiuto (8-0 le vittorie per Sykes solo lo scorso anno) – e la “scommessa”, ampiamente vinta, su Rea deluso dal mancato riconoscimento da parte di HRC del talento e dei sacrifici. Per contro, Ducati ha forse pagato l'azzardo di legarsi ad entrambi i propri piloti con contratti biennali – ma d'altro canto era difficile convincere i prospetti migliori a scommettere sulla Panigale senza garanzie di continuità dopo un 2012 disastroso – mentre Aprilia ha fatto, suo malgrado, i conti con la decisione presa all'ultimo minuto di impegnarsi sia in MotoGP che SBK.

Insomma, Aprilia e Ducati, pur trovandosi a fare i conti con alcuni limiti tecnici, dovranno rispondere in fretta anche sul mercato, che ha appena iniziato a muovere i suoi lenti ingranaggi. Voi che ne pensate? Scriveteci QUI!


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