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SBK, Donington, Sykes e Rea fanno scintille

Tom: "Duello duro? Doveva essere così, nulla di personale". Johnny: "Non mi farò da parte"

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“Il compagno di squadra è il primo dei rivali”, recita uno dei comandamenti del pilota, e quasi mai nascono amicizie all’interno dei box dei migliori team. Tom Sykes e Jonathan Rea sono due gentleman e – complici anche le poche occasioni di entrare in contatto in pista nelle prime gare del campionato, dominate dal nordirlandese – avevano mantenuto un atteggiamento professionale, di non belligeranza. In altre parole, strette di mano e sorrisi davanti ai fotografi, poi ognuno per le strade sue.

In Gara Uno a Donington, tuttavia, la coppia Kawasaki ha gettato la maschera e indossato i guantoni. Sykes e Rea sono andati in fuga dopo pochi giri, per poi ingaggiare un duello ravvicinato, fatto di staccate al limite, incroci di traiettorie, e qualche carenata. Spettacolare quanto corretto, anche se i due hanno espresso pareri differenti.

“Io ho fatto qualche sorpasso senza poi riuscire a prendere la corda, e lui ha preso il gas in mano e mi tirato con sé in un paio di occasioni. Quando lasci un gap, non ti puoi aspettare altro. L’avrei fatto anch’io”, sono state le prime parole di Rea, ma il suo linguaggio del corpo tradiva un certo fastidio: nessun sorriso, tono dimesso, nonostante un secondo posto di tutto rispetto. In gara, il leader in classifica si è anche voltato guardando Sykes alla prima staccata e facendogli un cenno con la mano sinistra. Cosa voleva dire?

“‘Dopo di te, signore’ – ha spiegato il diretto interessato – Non ero sicuro di riuscire a fare l’andatura. Ogni volta che l’ho passato, provava a rimettersi davanti. Mi ha quasi centrato sul fianco in un paio di occasioni. Allora volevo dire ‘se vuoi andare, vai. Hai una marcia in più a Donington, sei Mr. Donington, smettila di giocare e vai’”.

Peccato – per Rea e per gli spettatori – che Sykes abbia seguito il consiglio a pochi giri dalla bandiera a scacchi.

“Ho provato a stargli dietro ma ho fatto un grosso errore a cinque giri dalla fine, ha cominciato a piovere nell’ultimo settore, ed ho preferito essere un po’ più cauto e pensare a come migliorare per Gara Due – ha concluso Rea – Non ho scuse né rimpianti, ho fatto del mio meglio e sono contento. Se c’è un posto dove Tom ha un vantaggio è qui, ma non sono pronto a farmi da parte. Se avessi voluto passarlo, l’avrei fatto”.

Da parte sua, Sykes ha stretto la mano al compagno/rivale per poi badare per quanto possibile soltanto a sé stesso in parco chiuso e sul podio. La soddisfazione per la vittoria era evidente sul volto del pilota di Huddersfield, così come una certa tensione. Anche nel suo caso, i sorrisi sono arrivati col contagocce.

“Sono contento di averne finalmente messo una vittoria in cascina – ha commentato senza particolare entusiasmo il 66 – Jonathan si è avvantaggiato meglio di me del nuovo regolamento e ha fatto un ottimo lavoro, ma io mi sono progressivamente avvicinato. Ora ho una moto ancora non perfetta, ma più costante”.

Interrogato sulla dura battaglia con Rea, Sykes ha risposto: “Doveva essere così, nulla di personale, ma Jonathan era molto aggressivo in staccata per spezzare il ritmo, cosa che rende le gare più interessanti. Ho sempre avuto un buon passo qui, e credo che lui volesse andare in testa e disturbarmi. Per questo io cercavo di ripassarlo subito”.

In situazioni del genere, una doppia caduta è sempre dietro l’angolo – o la curva.

“Ci siamo andati vicino in due o tre occasioni, ma nulla di che. Non saremmo mai andati oltre, c’è rispetto tra noi, siamo due piloti di livello, entrambi in lotta per lo stesso obiettivo”.

Fatto sta che, dopo l’ennesimo sorpasso duro, Sykes ha scosso chiaramente la testa passando davanti alla squadra sul rettilineo. “Non credo di aver scosso la testa – ha dichiarato – Se l’ho fatto, deve essere stato subconsciamente. Non ero frustrato, mi sono divertito in battaglia”.

Uscirne vincenti aiuta. “Se dovessimo fare un’altra piccola ’rissa’ in Gara Due, ho una moto che me lo permetterà – ha chiosato Sykes – Mi sono trovato dal lato sbagliato dei sorpassi diverse volte in questi anni… Il campionato è ancora aperto, tutto può succedere, basta un problema tecnico. Tutto è possibile”.

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