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SBK, Donington, FP1: sorpresa Camier con MV Agusta

Il britannico precede Sykes, Giugliano e Davies. I primi quattro in 63 millesimi, poi Rea


È grande festa nei box di MV Agusta al termine della FP1 della Superbike a Donington. Tra i tanti piloti britannici indicati come favoriti alla vigilia, l’unico escluso era forse Leon Camier, che però ha portato la F4 in vetta con un 1’29.314. Un risultato storico – è la prima volta che la Casa di Schiranna sale in cima alla classifica dei tempi da quando è tornata in SBK – e, a giudicare dalle reazioni delle squadra, inatteso anche per i diretti interessati nonostante il grande lavoro di sviluppo (soprattutto di elettronica) svolto negli ultimi mesi.

Camier ci ha messo del suo, facendo la differenza soprattutto negli ultimi settori, contraddistinti da forti staccate e ripartenze. I tempi, a rigor di cronaca, sono ancora alti. Basti pensare che i record in gara e qualifica – entrambi appartenenti a Tom Sykes – sono rispettivamente di 1’28.074 e 1’27.378.

Alle spalle del britannico, la concorrenza scalpita: solo 63 millesimi separano i primi quattro piloti in classifica, con Tom Sykes (+0.035) a precedere le Ducati ufficiali di Davide Giugliano (+0.053) e Chaz Davies (+0.063). Il passo dei primi, fin qui, resta di 1’29 medio con gomma nuova.

Quinto il leader in classifica Jonathan Rea (+0.368), che accumula la maggior parte del distacco nel T2 e T3, davanti ad un sorprendente Ayrton Badovini su BMW. Più attardati Leon Haslam (7º, +0.730), Sylvain Guintoli (8º +0.842), e Michael Vd Mark (12º, +1.226).

Gli altri italiani: decimo Matteo Baiocco (+1.077), senza tempo Niccolò Canepa, penalizzato da un guasto tecnico alla sua Kawasaki, che ha sparso olio in pista ad inizio turno costringendo i commissari ad esporre brevemente le bandiere rosse. Ricordiamo che tutte e tre le sessioni di prove cronometrate, valevoli per l’accesso alla Superpole, verranno disputate oggi. Considerando l’onnipresente rischio di pioggia, ogni giro di pista in condizioni di asciutto si trasformerà nel tipico “time attack”.

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