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Moto3, Manzi e Ferrari: attenti a noi due!

A colloquio i piloti del Team Italia. Matteo: "ho imparato tanto". Stefano: "che emozione essere in tv!"

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Il Team Italia sta festeggiando la sua 30° stagione di corse, era il 1985 quando iniziò l’avventura e nel 2015 è schierato nel Mondiale Moto3, oltre che nelle derivate di serie. La FMI ha deciso di rinnovare la fiducia a Matteo Ferrari, che ha già vestito il tricolore lo scorso anno, e al debuttante Stefano Manzi. I due sono anche vicini di casa, oltre a condividere una silhouette da spilungoni. La moto è la Mahindra, che sta investendo molto per recuperare il gap da Honda e KTM.

Ferrari è il pilota a cui si chiedono i maggiori risultati, ma l’inizio di stagione non è stata semplice e i punti sono arrivati solo in Texas. “Sono il primo a darmi un giudizio negativo in queste prime gare - ammette - Mi aspettavo di stare costantemente nei 15 e invece è stata una partenza in salita. Il maltempo ha condizionato i nostri test invernali e siamo riusciti a trovare un setup di base solo nei test di Jerez il martedì dopo la gara”.

Le sicurezze arrivano dalla moto, “Mahindra ha lavorato tanto ed è migliorata tanto in poco tempo e a livello ciclistico è migliore di KTM”, ora Matteo deve lavorare su se stesso e riflettere sui suoi errori.

Matteo FerrariDue anni nel Mondiale sono importanti, ho imparato tanto sia dai momenti belli che da quelli brutti - racconta - Ho capito che l’approccio fa la differenza, che arrivare in circuito con la mente sgombra aiuta. In passato stavo troppo dietro agli altri piloti, invece devo trovare la mia strada da solo. Il riferimento al momento è Bagnaia, il migliore con la Mahindra, non c’è nessuna ragione perché non possa fare i suoi stessi risultati”.

Stefano Manzi, invece, è talmente giovane da avere dovuto saltare il GP di Losail per raggiungere il traguardo dei 16 anni che apre le porte del Mondiale. Per lui è l’inizio di una nuova avventura e sta dimostrando maturità nell’affrontarla a discapito degli anni.

Per adesso è andato tutto bene, forse un po’ meglio di quanto mi aspettassi - dice - Il problema? Vanno tutti veramente forte e fare la differenza con questi piloti non è per nulla facile. Del resto lo scorso anno li vedevo in tv e ora sono in mezzo a loro: è un’esperienza bella e insieme difficile. Un po’ di pressione la senti quanto pensi di essere in diretta in tutto il mondo”.

Per Stefano è tutto nuovo, anche se avere corso nella Rookies Cup è un aiuto, conoscendo molti dei circuiti che si troverà ad affrontare.

Stefano ManziNon penso sarà il problema più grande, anche se arriveranno circuiti che non ho mai visto - continua - Giocare con la Playstation serve a poco, meglio studiarli in scooter il giovedì pomeriggio”.

Parlare di obiettivi sarebbe prematuro e Manzi lo sa.

Non ci voglio proprio pensare, meglio solo lavorare e stare concentrati sulle prove - sottolinea - Partire davanti è importante, come imparare a essere veloci da soli. La Mahindra mi piace, è facile da guidare e il motore spinge forte”.

Il clima nel box è sereno, Stefano e Matteo si conoscono “dai tempi della minimoto - ricorda il primo - Per ora non gli ho ancora chiesto consigli, non so se me li darà”. Ferrari interviene: “meglio che li chieda a qualcuno di più veloce”. Una risata conclude lo scambio di battute prima di pranzare insieme, poi, quando si metteranno il casco, diventeranno rivali.

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