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SBK, Ducati, Giugliano: ho esorcizzato le mie paure

"Avevo poche certezze, il 3º tempo mi rende più tranquillo". Davies: "Davide era mancato a tutti"


Ogni pilota, per definizione, ha un rapporto travagliato con il limite. Lo cerca, ammiccandogli, senza però volersi mai spingere oltre. Trovarlo senza oltrepassarlo però è impossibile. Piuttosto, va costantemente ridefinito. Possibilmente, spostandolo più in alto, ma a volte il concetto stesso si trasforma in un ostacolo insuperabile, mentalmente prima ancora che fisicamente.

Tutto questo, e molto di più, ha oltrepassato i pensieri di Davide Giugliano prima di rientrare in sella, ad oltre tre mesi dalla spaventosa caduta nei test a Phillip Island. È bastata qualche curva, tuttavia, perché il romano – terzo in prova a +0.238 da Jonathan Rea – ritrovasse sé stesso.

Non me la sono voluta prendere troppo con calma (ride) – ha confessato – In questi casi penso sia giusto capire cosa uno può fare veramente. Devi anche esorcizzare i demoni, perché anche noi piloti siamo essere umani, con le nostre paure. Sono stato veloce ovunque. Ci resta solo da mettere insieme tutto quanto. Avevo tre decimi di vantaggio all’ultimo giro, ma ho fatto un’errore all’ultima variante”.

Come hai ritrovato la Panigale dopo questi mesi forzatamente a distanza?

Mi ha dato subito molta fiducia. La giornata è stata buona ma attenzione: siamo solo al venerdì, e gli altri hanno più esperienza di me. Io ancora devo capire molte cose sulla moto. È diversa da quella che ho guidato l’ultima volta in Australia, in senso buono però: è migliorata. Certo, sono sempre rimasto in contatto con il reparto corse quindi sapevo che piega aveva preso lo sviluppo”.

Ti sei tolto un peso?

In verità no, piuttosto dei dubbi. Quelli erano tanti, le certezze poche. Ora sono più tranquillo. Fisicamente però sono un po’ stanco. Stare fermo tre mesi non mi ha aiutato, ma era importante per il mio recupero. Il riposo mi ha portato ad essere qui, non rimpiango nulla. Soffrirò un po’ fisicamente, ma ci guiderò sopra”.

Cosa avresti potuto chiedere di più a questa prima giornata di prove?

Realisticamente, nulla. Da pilota vuoi sempre essere primo, ma terzo e primo su Ducati non è male. È stata una giornata molto emozionante. Ho vissuto questa giornata come un inizio di un cammino nuovo. Il mio comincia da qua”.

Immediatamente alle spalle di Giugliano, Chaz Davies ha chiuso con il quarto tempo (+0.342). Il gallese, pur avendo tolto quattro decimi rispetto al mattino, ha perso tre posizioni. Come passo, tuttavia, è in linea con il compagno di squadra e le Kawasaki ufficiali.

OK, non sono contentissimo perché ci sono un po’ di piccoli problemi da risolvere. Nessun disastro, ma ci manca qualcosa in frenata, anti-impennamento, grip, potenza. Piccole cose, davanti e dietro. I briefing servono a questo (ride)”.

Qual è la situazione sul passo?

Ho portato una gomma sulla distanza di gara con un buon passo, 1’47 e mezzo, ma resta da scoprire cosa stiano combinando quelli in verde (Kawasaki). Siamo già su tempi simili allo scorso anno, e le condizioni della pista non cambiano radicalmente da mattina a pomeriggio”.

Ti ha stupito il terzo tempo di Giugliano?

In verità no, Davide ha fatto bene i compiti a casa, prendendosi il tempo necessario per la convalescenza. Non c’era motivo per cui non tornasse ad essere veloce da subito. È sempre un ottimo punto di riferimento, specialmente sul giro secco. Sono contento di riaverlo al mio fianco, è mancato a tutti”.

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