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Kawasaki Z300 - Ritorno al futuro

LA PROVA - estetica simile alla sorellona Z800, la piccola Naked di Akashi sorprende per facilità di utilizzo ed equilibrio

Moto - Test: Kawasaki Z300 - Ritorno al futuro

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Le colline che avvolgono Asti, con il loro misto stretto; quel dito sulla frizione, come ai vecchi tempi, pronto a dare quella leggera pizzicata che ti faceva salire i giri e uscire meglio dalla curva. Quella sensazione di piantata leggerezza tra le gambe, seguendo il tuo compagno tra una curva e l'altra, e mirando negli specchi. Cavoli, sembra la sorella maggiore. Ma le sensazioni mi hanno portato indietro nel tempo. Oggi sono tornato ragazzino, in sella ad una moto facile, divertente, spensierata. Una piccola con l'anima da adulta. Oggi, abbiamo provato la Kawasaki Z300

PICCOLO E' GRANDE - Che il mondo delle due ruote abbia cambiato i propri orizzonti è oramai un qualcosa di risaputo, di acclarato. La cara vecchia Europa è paradossalmente divenuto un mercato settorializzato ma dai numeri estremamente inferiori a mercati quali il sud-est asiatico.

In tema d'Asia un vecchio detto recitava come 'problema e opportunità si scrivono con lo stesso idioma'. Non è la prima volta che utilizziamo questa allegoria, ma effettivamente, non potevamo farne a meno con Kawasaki.

Akashi è la casa delle iperbole: è in grado di tirarti fuori un prodotto di nicchia come la H2R, ma è stata precorritrice nel puntare fortemente alle piccole cilindrate da introdurre in Europa. Ci ha creduto fino in fondo con la Ninja 300, quasi costringendo le rivali a 'correre ai ripari'. Sportiva piccolina la Ninja, ottima per imparare. Ma i giovani d'oggi - evidentemente - non hanno cultura del circuito fin dai primi passi.

Ecco allora che una Naked dura e pura, una 'streetfighter', una famiglia di stradali aggressive potrebbe essere una chiave di volta. Dalla costola della Z1000, dove nacque la fortunata famiglia della Z50 e della Z800, ora escono le piccole. E la Z300, fin dal suo primo sguardo, vuole apparire matura, esteticamente più grande della sua tecnica. Ma sopra ogni cosa, appetibile, ed in grado di far sognare. Perchè in fin dei conti, è questo l'obiettivo ultimo di una moto nata per i più giovani.

UN PO' DI TECNICA - Piccola dunque, ma con chiare intenzioni da grande. L'estetica con il proiettore, il frontale, i fianchetti ricordano fortemente le sorelle maggiori. Spigolosa ma senza quell'idea di 'giocattolo' su cui può cadere una moto del genere. Tecnicamente ci troviamo di fronte ad un propulsore bicilindrico parallelo da 296 cc, 4 tempi, raffreddato a liquido.

Stiamo parlando di un'unità in grado di erogare 39 cavalli a 11.000 giri. Nessuna concorrente riesce a fare di meglio, ad eccezione della KTM che con la Duke ha 44 cavalli, anche se la cubatura arriva a 390. Non solo potenza, perchè anche in tema di coppia la Zetina si mostra preponderante per la cilindrata: 27 Nm a 10.000 giri. I pistoni hanno un nuovo rivestimento in Alumite, un materiale di rivestimento in grado di proteggere dalle temperature troppo elevate di esercizio.

Una piccola-grande dicevamo. Già perchè tecnicamente non si è lasciato nulla al caso. Un esempio? I deflettori laterali portano l'aria calda del motore lontano da pilota. Inoltre la ventola, in caso di attivazione, spinge l'aria verso il basso in modo tale che il pilota non venga 'investito' dal flusso quando ci si ferma.

Ciclisticamente ci troviamo di fronte ad un telaio a diamante in tubi di acciaio ad alta resistenza, con fazzoletti di rinforzo e supporti motore in gomma. Si è cercato la rigidità ad Akashi, si è voluto porre e presentare una moto il cui acmè è quello di una moto invero facile da sfruttare, didattica, ma al contempo con standard ben definiti. Ed in questo, non si può fare a meno di contemplare le sospensioni, con una telescopica anteriore da 37 mm di Showa, con un mono Uni-Trak al posteriore di casa Koyaba, regolabile in precarico. Cerchi da 17 con pneumatici da 110/70 e 140/70. E per frenare? Disco singolo all'anteriore da 290 mm e 220 al posteriore, con tanto di ABS. Prezzo? 5190 Euro.

IN SELLA: RITORNO AL FUTURO - Dove eravamo rimasti? Ad Asti dicevamo, dove la piccola 300 è schierata in bella mostra insieme alle altre sorelle della famiglia. E' un pò come un ritorno al passato questo, di quando eravamo giovanissimi motociclisti e, bramavamo le moto da grandi, cavalcando le nostre piccole. Solo che quei giorni sono arrivati. Di moto e di potenze ne abbiamo cavalcate, ma quell'alone di nostalgia sovrastato da un sorriso ogni qualvolta si torna in sella a queste piccole ci coglie fortemente.

La guardiamo questa Z300. E' una piccola che vuol essere grande. Ben curata, anche nei dettagli. La strumentazione è presa dalla sorella carenata Ninja 300: uno schermo LCD abbinato ad un tachimetro analogico, in grado comunque di riportare informazioni come l'indicatore di consumo, chilometraggio anche parziale, orologio.

Manca la marcia inserita: disquisizioni di gente cresciuta, perchè fin da giovani si sapeva che rapporto si aveva.

Salgo in sella su questa piccola Naked: la triangolazione mi piace, ben caricata in avanti, con un mono che in fase statica è ben precaricato, ed una sella che sostiene ma non è troppo morbida.

170 i chilogrammi in ordine di marcia? Si, non è un peso piuma questa 300, ma non si avvertono. Evidentemente il lavoro sulla ripartizione dei pesi ha dato i suoi frutti. Ok, è ora di partire e tornare adolsecenti. La speranza è quella almeno. Di quando si saliva per i tornanti di montagna dietro casa.

Giro la chiave, metto in moto, inserisco la prima e....spengo la moto. Va bene voler tornare giovani, ma non 'rookie'. La leva della frizione è invero di burro, morbidissima, ma ha una corsa forse troppo lunga e bisogna - decisamente - farci la mano.

Ok, ricominciamo: prima in dentro - e gli innesti sono diretti e precisi - diamo gas e partiamo.

E non c'è bisogno di fare tanti metri per scoprire che questa Z300 ha un'erogazione eccellente. Lo ammetto, i ricordi delle care vecchie due tempi sono vividi, con quell'erogazione netta, dura, ma lineare. Questa Zetina però mi ricorda la diretta corrispondenza tra erogazione e gas di un tempo. Si, l'erogazione è diversa, chiaro, ma è fluida, non ha buchi ne scalini di erogazione. Sale progressivamente ma non in maniera fiacca. Insomma: è pronta ma non mette in crisi. Ed è esattamente ciò che si prefigge Akashi da questa piccola premium. Per le vie cittadine infatti, si rivela praticamente perfetta.

L'angolo di sterzo permette manovre in estrema facilità, il motore e la rapportatura del cambio sono estremamente elastici, permettendo di guidare in maniera sciolta, fluida, senza pensieri, ma concentrandosi sulla dinamica di guida.

Si, tutto bello ok, ma la voglia di provarla in qualche passo serio sale sempre di più.

Ecco allora che, lasciata Asti, ci dirigiamo verso le colline fuori porta. Ora ci si diverte e si torna sul serio ragazzi.

Iniziamo a tirare il collo a questa Z300. Gas spalancato praticamente sempre. Ci puoi giocare senza alcun problema. La connessione tra manopola e gas è eccellente.

La piccola Z asseconda. L'arco di erogazione del motore è ampio, ed ha una vigoria nella coppia che sorprende per la cilindrata che ci troviamo tra le gambe. L'allungo anche, fin quasi ai 13.000 giri della Rossa è piuttosto sorprendente. Non è un'erogazione corposa, ma comunque piena. Lo ammetto, torno ragazzo. Mi basta vedere un collega davanti a me in questo misto stretto che si riaccende la luce

Dito sulla frizione, motore sempre in tiro a sentire quel suono acuto che, con l'Akrapovic offerto come optional è anche meglio, ti entra tra le mani. Manubrio largo ma posizione abbastanza caricata, senza forzare però. La frenata è piuttosto potente, ma se si vuol andare bene tra le curve non serve avere un impianto molto aggressivo. Questo non lo è. E' ovviamente efficace, ma non tanto da mettere in difficoltà. Forse l'unico neo è la leva che dopo qualche strizzata di troppo diviene leggermente spugnosa. Destra-sinistra in seconda piena, la moto la sento realmente in mezzo alle gambe. E' un tutt'uno, reattiva proprio per la sua distribuzione dei pesi e la sua posizione in sella.

La si muove solamente muovendo le anche, a testimonianza dell'egregio lavoro telaistico e di ripartizione fatto dai tecnici di Akashi che donano alla moto un equilibrio dinamico in grado di mantenere sempre bene in assetto la moto.

Disquisizioni tecniche per dire che questa moto è talmente facile e senza pensieri che ci si concentra solo sul divertimento tra le curve.

Ecco, scomporla, forzarla, arrivare al limite di questa moto diviene puro esercizio stilistico, perchè la Zetina mostra la sua forza nell'accompagnare chi deve e vuole cominciare a sentire una percorrenza di curva divertendosi ma senza strafare, o chi vuole tornare in sella dopo anni di assenza.

Ecco quindi entrare in ingresso in un tutt'uno, con un affondo della forcella sostenuto (cosa non da poco sopratutto per le moto di piccola cilindrata) e poi subito gas in mano, dando quella 'pizzicata alla frizione' per uscire ancora meglio e riportare la mente a tempi andati. La Z300 ha il carattere della sportiva, si intuisce. L'impostazione in sella, l'ingresso diretto in curva, la facilità con cui la si può muovere nel misto stretto che inizialmente può anche spiazzare. E' precisa nel tenere la linea; peccato solo per gli pneumatici di primo equipaggiamento che non mi hanno convinto fino in fondo in quanto a fiducia.

Certo è che questa Z300 di piccolo vuole avere solo la cilindrata, perchè la cura con cui nulla è stato lasciato al caso è evidente perfino nei manubri che riescono ad assorbire perfettamente le vibrazioni, non ritrovandosi quindi quel formicolio fastidioso tra le mani. Un plauso anche all'ABS. In questo 'Ritorno al passato', da bravi simili -adolescenti non potevamo che cercare in tutti i modi di metterlo in crisi. Niente da fare, l'antibloccaggio montato sulla Z300 si è comportato sempre in maniera egregia. Percorrere quelle

La Zetina è una piccola premium, non una entry level (per quella fascia Akashi ha portato la Z250 che vi racconteremo a breve). Rifinita, adulta nelle linee, nelle forme, ma anche nell'animo. Il misto stretto e medio è la sua specialità. Insegna perfettamente chi è alle prime armi, regalando ore di divertimento permettendo di concentrarsi alla guida. Didascalica ma con la giusta e sana dose di aggressività. Matura nello stile e nelle linee, cosi come nelle rifiniture.

Mai come in questo caso, la piccola si fa grande. Il nostro Ritorno al futuro è stato quanto di più divertente e scacciapensieri potessimo ricordare.

Siamo tornati adolescenti in sella a questa piccola grande Z300 con i seguenti capi Dainese:

Casco AGV AX8 Evo Naked

L’AX-8 Evo Naked è un casco stradale dall'aspetto aggressivo adatto a una vasta gamma di motocilette che comprende le moderne Streetfighter, le Supermoto ma anche le Naked entry level. Si rivolge ad una nuova generazione di road riders dalla forte personalità, alla costante ricerca di un look distintivo e di emozioni forti. Linee tese e moderne, peso contenuto, grande aerazione sono caratteristiche che lo rendono adatto anche ai motociclisti più evoluti. La calotta in fibra tricomposita vetro-aramidica-carbonio garantisce sicurezza e leggerezza (1500 g nella taglia M, versione ECE 2205). La finestra visiera di grandi dimensioni offre una visuale ampia anche nelle condizioni più difficili. La visiera è antigraffio e antifog. Il CX da primato (0,55) ne fa un casco ideale per moto poco protettive aerodinamicamente. La calotta esterna è in 3 taglie con stratificazione SSL (Fibra di vetro, aramidica, Carbonio). L’interno offre la ventilazione IVS (Integrated Ventilation System) con ampie canalizzazioni ricavate direttamente nella calotta per un flusso d’aria più efficace all’interno del casco e migliori prestazioni aerodinamiche, e sulla calotta ci sono 3 prese d’aria anteriori e 2 estrattori posteriori. In più una presa aria sulla mentoniera con posizione aperto/chiuso facilmente removibile e sostituibile senza attrezzi e intercambiabile con quella dell’AX-8 EVO. La visiera è in policarbonato antigraffio ed antifog, e il meccanismo ha la possibilità di personalizzazione apertura. Interni completamente removibili e lavabili, cinturino con regolazione a doppia D. 8 taglie (fino alla XXXL).

CARBON COVER

Anima racing e aggressività caratterizzano questo guanto corto in pelle bovina, pensato per aggredire l’asfalto in sella alla propria moto godendo di un’ergonomia e protezione di alto livello, grazie agli inserti brevettati Microelastic ed all’ergonomia studiata per la guida sportiva.

Dotato di inserti compositi in fibra di carbonio sulle nocche, sulle dita e costruzione del mignolo rinforzata con inserti in TPU, Carbon Cover ST è la scelta dell’utente sport tourer più esigente. Palmo in pelle di capra, costruzione con un pannello unico di pelle a protezione delle cuciture sul taglio della mano, cinturino antiscalzamento e foratura sul lato interno delle dita completano questo guanto disponibile anche in versione Lady.

SUPER SPEED PELLE

Abbinare un’ergonomia eccellente ad una tecnicità senza paragoni è da sempre un must per Dainese. Super Speed Pelle diventa il nuovo riferimento per i giubbotti sportivi da moto, grazie agli inserti brevettati Microelastic ed all’esclusiva ed estremamente resistente pelle bovina D-Skin, abbinata al resistentissimo tessuto S1, dalle proprietà elastiche bi- direzionali, nei punti che necessitano maggior mobilità. Spalle co-iniettate con inserti in alluminio, predisposizione per paraschiena e protettore toracico, foratura piazzata, prese d’aria su petto e fianchi, gobba aerodinamica e fodera trattata con ioni d’argento e con inserti in tessuto 3D Bubble sapranno soddisfare anche i motociclisti più esigenti.

 

P. D1 DENIM

Pantaloni in tessuto denim, rinforzi interni con maglina in fibra di marca. Kevlar® ; Pro-Shape: protettori morbidi certificati secondo la norma EN 1621.1/97

LONG RANGE C2 D-WP

Viaggiare, attraversando valli e monti, città e campagne, fino al mare ed oltre. La moto come mezzo per scoprire il mondo e lasciarsi la quotidianità alle spalle. Long Range è studiato per i moto-turisti attenti a sostanza e qualità.
Dotato di inserti in nylon sui malleoli e inserto in TPU sulla tibia, questo stivale impermeabile in pelle bovina presenta una chiusura laterale con zip e velcro dalla facile apertura. L’ergonomia della tomaia e l’utilizzo di inserti in tessuto elastico facilitano il movimento del piede durante la guida e una volta scesi di sella, per consentire un comfort adeguato anche dopo molte ore di utilizzo.

 

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