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MotoGP, Rossi e Ducati all'attacco della Spagna

A Jerez si rinnova il duello: gli italiani in forma, Marquez infortunato, Pedrosa ritorna, Lorenzo in crisi

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Il motomondiale torna in Europa ed è la Spagna la prima tappa sul Vecchio Continente, come è ormai tradizione. A Jerez ci sarà il pubblico delle grandi occasioni ma questa volta i tifosi iberici non sono così sicuri di potere festeggiare i proprio beniamini. Solo dodici mesi fa la situazione era ben diversa: Marquez aveva conquistato tre vittorie e i piloti spagnoli avevano occupato 7 dei 9 posti sul podio disponibili nei primi GP. Questa volta, invece,  hanno salvato l’onore solo con il solito Marc, autore della vittoria, mentre gli italiani (Rossi, Dovizioso e Iannone) si sono presi 7 podi e 2 vittorie. Come ciliegina sulla torta, il trio è in testa al Mondiale.

Una situazione inaspettata, figlia di errori e sfortuna. I primi valgono per Marquez, che ha perso punti importanti in Argentina con il contatto con Valentino e in Qatar per il lungo alla prima curva. Senza quelle sbavature la sua posizione in classifica sarebbe ben altra, ma nelle prime gare ha imparato che quest’anno ogni sbavatura si paga a caro prezzo. Compresa la caduta in allenamento: l’infortunio al dito non è troppo grave ma in gara potrebbe rallentarlo e finché non salirà sulla RC231V non saprà quanto potrà essere un problema.

Pedrosa è invece completamente mancato a causa della sindrome compartimentale che gli affliggeva l’avambraccio destro. A Jerez proverà a ritornare in sella, ma è presto per dire quando potrà tornare sui suoi livelli.

Per Lorenzo la situazione è più complicata. In Qatar è stato rallentato da un problema al casco, in Texas dalla bronchite, in Argentina non ha comunque brillato. Il maiorchino non è mai salito sul podio quest’anno e deve invertire la tendenza. Jerez potrebbe essere la pista giusta per lui (ha vinto due volte in MotoGP) ma dovrà vedersela con tanti avversari.

Ed eccoci arrivati agli italiani, e non si può partire se non da Rossi. Che Valentino sia in uno stato di forma invidiabile è fuori discussione e le prestazioni su circuiti ostici come Austin e Termas de Rio Hondo non possono che avere fatto bene al morale. A Jerez ha vinto 6 volte nella classe regina (una sulle 500) e lo scorso anno era già salito sul podio. I ragionamenti su quanto possa favorire o meno il circuito la Yamaha lasciano il tempo che trovano, perché il Dottore sa che per giocarsi il titolo non può mostrarsi debole in nessun GP e per adesso il piano sta funzionando.

Dovrà certamente fare i conti con la Ducati, perché la GP15 è ormai una certezza e ha dimostrato di non soffrire nessun tracciato. È vero che la Desmosedici a Jerez ha vinto una sola volta (era il 2006 con Loris Capirossi) ma il vento sembra essere cambiato. Sarà anzi un altro banco prova per verificare il lavoro fatto dai tecnici e togliersi qualche altro dubbio, che non fa mai male.

Neppure Dovizioso ha mai brillato sul circuito spagnolo, ma il forlivese sembra un altro da quando ha trovato una moto che gli permette di fare quello che vuole e questa è la notizia più importante. Lo stesso discorso vale per Iannone che pur avendo vinto a Jerez in Moto2, in MotoGP non ha mai terminato il GP di Spagna. L’abruzzese è in crescita e ha voglia di risalire su quel podio che ha già occupato a Losail.

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