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SBK, Assen, Rea mette le mani sul titolo

L'INTERVISTA: la crescita con Honda, la consacrazione con Kawasaki, ed una famiglia da corsa

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Ancora una volta, la quinta in sette gare, Jonathan Rea è salito sul gradino più alto del podio. Il pilota in attività più vincente ad Assen ha raggiunto quota sei successi sul TT Circuit, eguagliando il record di Troy Bayliss. Al nordirlandese, plausibilmente, interessa però la classifica: i punti di vantaggio su Haslam sono ora 38, 62 su Davies e 88 su Sykes. In gara come in campionato, l’asso Kawasaki ha fatto una selezione graduale, mostrando una costanza di risultati ed un controllo, fin qui, assolutamente ineguagliabile. Siamo solo al quarto round, ma non è esagerato parlare di ipoteca sul titolo.

“Non è stata una gara facile, ma penso che all’ultimo giro Davies abbia fatto un errore – ha commentato Rea a caldo – Non lo sentivo più alle spalle, quindi ho capito di avere un po’ di margine. Sono molto contento”.

Hai impressionato facendo il record della pista al penultimo giro…

“Mi ha ispirato Chaz, perché in staccata negli ultimi giri è sempre un matto (ride). Volevo evitare rischi. Ho svuotato il serbatoio per staccarlo. Però mi aspettavo che Sykes fosse della partita, quindi aver guidato dall’inizio alla fine mi ha sorpreso. Sapevo di non poter scappare, quindi ho cercato di fare una selezione graduale”.

Stai vivendo il momento migliore della tua carriera. Come ti senti?

“Un po’ come se, dopo tanta attesa, i tasselli si stessero finalmente incastrando. Con la Honda ho dovuto imparare ad accettare che, in certi giorni, un quarto posto sarebbe stato un risultato eccezionale. Però non so se si tratti di una mentalità che mi ha passato mio padre o semplicemente come sono cresciuto, ma ho sempre avuto una mentalità competitiva”.

Alla quale ora, sembra, puoi dare libero sfogo...

"Vincere qualche gara non mi bastava. La prima volta che sono salito sulla Kawasaki, ho capito subito il livello della moto. Da fuori mi ero fatto un’idea, si vedeva che con Baz e Sykes la moto andava già forte ed era sempre competitiva, ma solo dopo averla guidata per la prima volta ho capito che era superiore alle mie aspettative”.

Cosa è cambiato, in particolare?

“È un team ufficiale. Non mi devo convincere di poter salire sul podio quando arrivo su un circuito al giovedì. So che posso farlo, se lavoriamo metodicamente. Ho uno dei ‘giocattoli’ migliori del paddock a mia disposizione. Con la squadra cerchiamo semplicemente di sfruttarne al meglio le potenzialità, mettermi a mio agio, e dopo posso semplicemente fare il mio lavoro”.

In questo senso, sembra un aiuto dal punto di vista mentale…

“Gli anni in Honda mi hanno fatto maturare, soprattutto nella comprensione del limite. All’inizio della carriera non lo accettavo, come è successo a Laverty lo scorso anno. Non riusciva ad accettare di finire sesto. Ma, a volte, un sesto posto è il meglio che puoi ottenere. A me non andava giù, e a volte finivo nella ghiaia”.

In effetti ora cadi meno…

“Non sono mai stato un cascatore, secondo me, ma sicuramente ero a terra più spesso di adesso. A volte finivo all’ospedale, a volte la stagione terminava prima, ma ora ho imparato a capire i limiti, miei e della moto. Lavoro al massimo per ottenere il miglior risultato possibile”.

E infatti hai chiuso il 2014, forse un po' a sorpresa, in terza posizione.

“Lo scorso anno è stata la mia migliore stagione fin qui. Con il materiale a disposizione, penso che abbiamo ottenuto risultati superiori alle nostre possibilità teoriche. Abbiamo battuto un’Aprilia ed una Kawasaki ufficiali nella classifica finale. Per me ha rappresentato una grande soddisfazione”.

E poi sei diventato padre…

“Mi ha completato come persona, ora sono più equilibrato come carattere. Prima avevo molti alti e bassi. Se vincevo ero al settimo cielo, se cadevo diventavo quasi depresso”.

Immagino sia qualcosa che ti cambia completamente prospettiva anche sulla vita sportiva/lavorativa…

“È fantastico potermi muovere e venire alle corse con la mia famiglia. Mi diverto a fare questo lavoro, e capisco che dall’esterno, per chi ti paga per lavorare, possa non essere facile accettare il fatto che tu sembri così rilassato, ma nel mio caso funziona”.

In che senso?

“Quando la squadra mi capisce, quando mi diverto in sella, è tutto più facile. Un lavoro non è mai facile, per me, per te, per chiunque. Fare il pilota sembra ‘fico’ visto dalla TV alla domenica, ma è una vita fatta di hotel, aeroporti, ritardi. Viviamo con la valigia in mano per  intere settimane”.

Non è facile costruire una famiglia così…

“O sei il tipo che riesce a partire e lasciare la famiglia a casa per molto tempo, o vai ‘all-in’ e lo fate insieme. Io ho preso questa strada”.

Quanto conta il fatto che tua moglie sia originaria di Phillip Island? Immagino che sia cresciuta con le gare…

“In realtà lei è più un tipo da camminate nella natura. A Cowes faceva la cameriera, anche se ha lavorato nel paddock, ma era soprattutto per poter viaggiare”.

E tuo figlio (Jake, di un anno e mezzo, nda)? Sembra che gli piaccia davvero giocare nei box e con le moto…

“Sa che sono un pilota, e spesso lo vedo dietro ai pannelli nel box. Capisce quello che faccio, ed ama le moto. Gli piace stare in sella. È ancora molto piccolo, ma sta vivendo in mezzo ad adulti, e credo che questo abbia accelerato la sua crescita in un certo senso. Non è viziato e si fa capire, fin qui è stato molto facile crescerlo”.

Stai pensando di allargare la famiglia?

“Ne abbiamo parlato, anche per farlo sentire meno solo. Ma non abbiamo ancora deciso, perché ti resta sempre un dubbio… Siamo stati così fortunati ad aver un figlio così tranquillo, che puoi portare con te in giro per il mondo, ma non va sempre così”.

Dalle dolci colline dell’Irlanda del Nord, passando per il fango delle piste da cross, Jonathan Rea è partito alla conquista del mondiale SBK. Non è stato un viaggio facile, né breve. Il suo percorso è stato costellato di alti e bassi, vittorie spesso inaspettate e cadute dolorose, ma il pilota Kawasaki sembra, a 28 anni compiuti, sembra finalmente vedere la destinazione...

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