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MotoGP, Ezpeleta: Dorna pagherà le moto satellite

Il manager espone il suo accordo con le Case: "massimo 20 GP a stagione, già un'offerta dalla Tailandia"

I prossimi mesi saranno decisivi per il futuro della MotoGP, perché a fine 2016 scadrà il contratto fra Dorna e le Case costruttrici che partecipano alla massima serie e si dovrà trovare un accordo per i prossimi 5 anni. Carmelo Ezpeleta ha voluto giocare d’anticipo e mettere sul tavolo la sua proposta.

Ci sono 6 costruttori che si sono già impegnati a partecipare – Aprilia, Ducati, Honda, KTM, Suzuki e Yamaha – potranno farlo schierando due moto in forma ufficiale mentre altre due saranno affidate a un team satellite”. Fin qui non cambia molto, ma il boss poi cala l’asso: “sarà Dorna a pagare il leasing della moto satellite, in modo da garantire la loro competitività, e tutte useranno una centralina unica. Abbiamo calcolato che il nostro investimento aumenterà del 30%, ma facendo così garantiremo che i team satellite rimarranno quelli attuali con una griglia di 24 piloti e che le squadre private potranno avere la concreta possibilità di prendere in leasing queste moto”.

Si tratterebbe di un cambio epocale, perché l’organizzatore del campionato diventerebbe da una parte cliente della Case, che dovrebbero obbligatoriamente vendere le moto a prezzo calmierato, dall’altra il principale finanziatore dei team satellite. Dorna aumenterebbe quindi la sua forza nei confronti di ambo le parti.

Il limite di moto per ogni costruttore è fissato a 2 ma “se una Casa non può avere o non ha una struttura satellite, a un’altra sarà possibile schierare altre moto, fino a un massimo di 6”, aggiunge Ezpeleta.

Non è l’unico argomento di cui ha parlato il manager spagnolo, perché anche il Gran Premi in calendario potrebbero aumentare. “Fino a un massimo di 20 gare a stagione – spiega Ezpeleta – Già nel 2016 entrerà l’Austria, dal 2017 si potranno sostituire uno o più Gran Premi, o aggiungerne altri. La SBK è stata in Tailandia, la gara è stata un successo e ci sono offerte per ospitare la MotoGP. Mi piacerebbe anche vedere altre tappe in Sud America, purtroppo non siamo riusciti a concretizzare l’accordo con il Brasile. In futuro vedremo, siamo aperti a tutte le opzioni, ma la prima condizione è la sicurezza”.

Il braccio di ferro fra Dorna e Case è iniziato.


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