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MotoGP, Dall'Igna: doppio podio? un gioco di squadra

Parla il direttore di Ducati Corse: "voglio abbracciare tutti i ragazzi che hanno fatto sacrifici per la GP15"

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Dopo la gara del Qatar il box Ducati è immerso nel silenzio. I meccanici dopo avere festeggiato sotto il podio lavorano sulle Desmosedici, preparandole per la spedizione in Texas. Dall’Igna è seduto su una sedia, gli occhi fissi sul cellulare. Poi la serranda si alza e spuntano i due Andrea, spumante in una mano e coppa nell’altra. L’ingegnere corre incontro loro con gli occhi lucidi per l’emozione, li abbraccia, gli chiede informazioni sulla gara. I tecnici fanno cerchio intorno a loro, prima di scattare la foto che vedete qui a lato, ricordo indelebile del doppio podio all’esordio della GP15. Dopo la festa, Dall’Igna parla del GP appena concluso.

Da papà cosa si prova vedere la propria figlia passare il primo esame?

«E’ un’emozione grandissima e il pensiero va a tutte le persone che hanno contribuito a renderla possibile, io sono quello che ha diretto i lavori ma questo è un gioco di squadra. È una moto con pochi chilometri e vederla già così competitiva è bellissimo».

Non hai sperato di vincere?

«E’ stato possibile fino all’ultimo metro. Da metà gara in poi ho avuto la sensazione che si potesse fare qualcosa di speciale».

Gli ingegneri sono uomini di scienza, ma ti sei commosso?

«Prima di tutto sono umano (ride). Ho pensato a tutto il lavoro fatto in azienda e questo mi ha emozionato, so quanti sacrifici ci sono dietro a questo risultato».

Il Qatar per la Ducati era tabù dal 2009, dopo questo doppio podio le aspettative sono maggiori?

«Le possibilità ci sono tutte, non conosciamo ancora a pieno la GP15 e con più tempo in questo gara avremmo già potuto fare meglio. Le speranze di vederla sempre con i migliori sono aumentate».

Hai incrociato lo sguardo dei rivali giapponesi dopo la gara?

«Sono stati tutti sportivi e mi hanno fatto i complimenti. Immagino che possano essere amareggiati e sorpresi, l’obiettivo di una vittoria è più vicino ma non siamo ancora riusciti a raggiungerlo. Bisogna mantenere i piedi per terra».

Quando hai capito che la GP15 era capace di questi risultati?

«Già al primo test di Sepang a fine febbraio ho visto qualcosa di buono e nel secondo in Qatar avevamo questo potenziale, anche se non avevamo mai fatto una simulazione di gara».

Consideri questa moto il tuo capolavoro?

«Sicuramente è venuta bene ma non so se sia la migliore, fortunatamente ho avuto molte emozioni da questo lavoro e le ricordo tutte con gioia».

Qual è stato il segreto?

«L’umiltà di avere saputo analizzare il passato e avere tenuto quello che c’era di buono nel vecchio progetto. Non ho fatto l’errore di buttare via tutto per ricominciare da zero, come spesso accade».

Sarà un problema correre su piste in cui non avete mai provato con la nuova Desmosedici?

«Restano ancora dei punti da sistemare, come la fase di frenata, ma penso che con questa base potremo fare bene nella maggior parte dei circuiti».

Cosa dici ai tuoi due piloti, Dovizioso e Iannone?

«Che hanno fatto una gara intelligente e delle bellissime battaglie con un Valentino in ottima forma. A entrambi vanno i miei complimenti».

Come festeggerai?

«Per prima cosa voglio condividere questa gioia con la mia famiglia che ha sofferto con me davanti alla tv. Poi voglio entrare nel reparto corse e abbracciare uno per uno tutte le persone che vi lavorano».

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