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SBK, Tailandia: il Bello, il Brutto, il Cattivo

Rea guida la British Invasion, Bayliss stupisce nuovamente dicendo "basta", Ducati si consola con Baiocco

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A Jonathan Rea erano stati necessari diciannove round per ottenere la prima doppietta con la Honda in Superbike, mentre gliene sono bastati due per ripetere l’impresa con Kawasaki. Tra il nordirlandese e la ZX-10R è stato davvero amore a prima vista, ed in Tailandia i due sono scappati in gara con la stessa rapidità di una coppia di adolescenti verso un mal consigliato matrimonio a Las Vegas. L’unico in grado di disturbarli è parso Leon Haslam, rigenerato dalla “cura” RSV4 come molti altri prima di lui e rimasto a 10 punti in classifica grazie a due solidi secondi posti. Più lontani ma comunque sul podio, Alex Lowes e Tom Sykes hanno completato il tris di Union Jack sui rostri. Viene da chiedersi se sia la SBK o il BSB…

IL BELLO – La marcia di Rea in Kawasaki – 3 vittorie ed un secondo posto in quattro manche – sa tanto di giusta ricompensa da parte degli Dei delle due ruote. Per anni il pilota di Larne ha fatto la gavetta con la Honda, portandola spesso al di là dei suoi limiti, come dimostra un rapido confronto con i risultati dei suoi compagni di box. La lealtà di Rea non è stata però ripagata da HRC con una sella competitiva in MotoGP, ed al nordirlandese non sono mancate le motivazioni per fare i bagagli e mostrare a tutti il proprio valore. Di questo passo, potrebbe riscrivere diversi record…

IL BRUTTO – Quattro manche e 12 posti sul podio disponibili, tutti rigorosamente carpiti da piloti britannici. In attesa di Giugliano, Torres, Vd Mark, Guintoli, etc., non resta che assistere alla British Invasion. Un peccato per l’orgoglio nazionale, che ha sempre trovato terreno fertile nelle derivate di serie, ed anche un potenziale problema per l’organizzatore. Certo, qualche personaggio di richiamo era rimasto, ma è parso più conveniente fargli i ponti d’oro per la MotoGP…

IL CATTIVO – Dopo un rientro clamoroso, che ha dato nuova linfa al campionato, il ritiro (definitivo) di Troy Bayliss è passato quasi sotto silenzio. Un paio di tweet e nessun tributo da parte di Dorna per colui che, quasi interamente da solo, ha trascinato in pista un pubblico che non si vedeva da tempo ed incollato al divano un esercito di appassionati. L’ipotesi terza moto era tutt’altro che campata in aria, ed il dietrofront assomiglia tanto ad un anticlimax. In attesa di scoprire i retroscena, ringraziamo comunque l’eterna icona australiana per averci provato.

LA DELUSIONE – Un settimo posto come miglior risultato in quattro gare e la quindicesima piazza in campionato. Francamente ci si aspettava di più da Randy De Puniet, tornato alle competizioni dopo un anno passato a sviluppare la GSX-RR pronta ad esordire in MotoGP. In Tailandia il francese ha lamentato non meglio identificati problemi ai freni, anche dopo che la squadra ha sostituito ogni componente. Sarebbe un peccato che un pilota dal suo blasone svanisse nell’anonimato. Urge un cambio di rotta (e, probabilmente, di mentalità).

LA CONFERMA – Nonostante i cambi regolamentari, la Panigale fatica a tenere il passo della concorrenza sui tracciati veloci e stop-and-go. In Tailandia, Bayliss ha chiuso 8º e 11º, mentre Davies ha provato a spingere di più rimediando due cadute in altrettante gare. Un brutto sintomo, in attesa di ulteriori esami sulle piste europee.

L’ERRORE – Chi più e chi meno, aver sottovalutato Rea, visti i 95 punti conquistati sui 100 a disposizione. Chiedere a Tom Sykes…

LA SORPRESA – Il ruolo di difensore della bi-cilindrica tricolore di Matteo Baiocco. Silenzioso quanto efficace, il pilota di Osimo si è imposto come ducatista di riferimento in Tailandia. Una bella rivincita per tutti i colletti blu.

IL SORPASSO – Deve averne perso il conto Sylvain Guintoli, partito dalla pit-lane e sesto al traguardo in Gara Due. Il campione in carica sta ancora recuperando dall’infortunio nei test pre-stagione, ma ha dato segni di ripresa, regolando tra l’altro l’arrembante  Vd Mark in un duro quanto corretto duello tra compagni di squadra.

LA CURIOSITÀ – Il nuovissimo circuito di Buriram appartiene al politico (dalla storia controversa) Newin Chidchob, proprietario anche della squadra di calcio locale. Una volta erano “panem et circenses”, ora palloni e carenate.

IO L’AVEVO DETTO – “Saremo in più di uno a giocarsi la vittoria domenica”, le parole di Haslam dopo la Superpole. La chiaroveggenza non è il suo forte, o semplicemente non ha senso partire già battuti. Tra gli inseguitori, è stato quello che più ha resistito alla cavalcata di Rea. In Spagna la rivincita.

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