La Ducati ha fatto tremare il circuito del Qatar – e gli avversari – nei primi due giorni di test. La GP15 non è neanche lontana parente della vecchia Desmosedici, non solo nelle forme ma, soprattutto, nelle prestazioni. Gigi Dall’Igna, gran capo e progettista della rossa a due ruote, può a ben ragione sorridere pensando che la prima gara sarà su questo circuito fra due settimane. “Non siamo andati male, anzi bene e con entrambi i piloti – afferma soddisfatto – Ma abbiamo ancora tanto lavoro da fare e bisogno di altro tempo per migliorare”.
Il progetto è ancora giovane.
“E diverso dalla GP14, per questo abbiamo bisogno di conoscere meglio la moto. È importante fare verifiche e provare diverse strade per capire come reagisce. A volte facciamo degli esperimenti perché in altri circuiti potremmo avere degli altri problemi e tutto questo lavoro ci farà guadagnare tempo nei weekend di gara”.
Qualche avversario sta già storcendo il naso per i benefici che il regolamento vi concede.
“Mi sembrano critiche assolutamente inutili: c’è un regolamento e noi lo stiamo rispettando. Anzi, ci eravamo già adattati al primo regolamento, quello Open, ma poi abbiamo accettato dei compromessi venendo incontro a chi ci stava criticando. Abbiamo dei vantaggi ma li perderemo quando dimostreremo con i risultati di avere raggiunto un certo livello di competitività”.
Polemica chiusa?
“Io penso che questo regolamento sia giusto e anche bello per il campionato. Senza queste concessioni non avremmo già raggiunto questo livello di competitività, sarebbero serviti tre anni e il campionato ci avrebbe perso. Inoltre i costruttori che sono rientrati in MotoGP lo hanno deciso anche per via di queste regole. Posso dire che abbiamo fatto del bene al campionato”.
Passiamo alla tecnica e alle ‘ali’ comparse ai lati della carena.
“Abbiamo voluto provare qualcosa di diverso, per ora è un esperimento che ci serve per raccogliere dati, al 99% non utilizzeremo queste appendici in gara”.
Quali sono gli obiettivi di questi alettoni?
“La loro forma è diversa rispetto a quelli che Ducati aveva usato in passato e uno degli obiettivi è migliorare l’entrata in curva. Abbiamo cercato di adattare al meglio questi ali per l’utilizzo sulle moto, ma per ora siamo ancora lontani dall’ottimo e non so se porteranno i risultati sperati”.
Dovizioso ha detto che è diminuita la tendenza all’impennata.
“Queste ali sono state fatte per cercare di aumentate il carico sulla moto, i loro effetti sono ancora in fase di studio”.
Sulle auto sono molti usati gli alettoni, sulle moto no.
“Perché è più semplice sulle auto, stanno più ferme, sulle moto diventa tutto complicato: bisogna ragionare, per così dire, in tre dimensioni. I comportamenti sono diversi e anche i ragionamenti che bisogna fare”.
Si sta aprendo una nuova frontiera?
“E’ un po’ presto per dirla, per ora non siamo ancora assolutamente certi che possano rivelarsi un vantaggio. Bisogna raccogliere informazioni prima di saperlo”.
C’è la possibilità di montare alettoni anche su altre parti della moto?
“La zona dove li abbiamo applicati è quella che si presta meglio per questo tipo di appendici perché il flusso d’aria è più ‘stabile’, per usare un termine non molto tecnico ma che rende l’idea”.