La lotta si allarga e per rimanere in piedi bisogna tenere la guardia ben alta e mirare bene i colpi. “Ci sono sei moto che possono lottare per la vittoria”, mette in chiaro Rossi subito dopo la fine del secondo giorno di test in Qatar. I conti sono presto fatti: le due Yamaha, le due Honda e le due Ducati. “Senza dimenticarsi le Suzuki in qualifica e poi Crutchlow e Pol Espargarò – aggiunge – Avevo già avuto questa sensazione in Malesia e ho avuto la conferma qui: non è un caso quando ci sono 14 moto in un secondo”.
Metti i due Andrea fra quelli che hanno il potenziale per vincere?
“Assolutamente sì, i più veloci sono le Ducati e Marquez, sia sul giro secco che sul passo di gara. Dovi e Iannone stanno guidando bene. Poi ci siamo io, Lorenzo e Pedrosa, non troppo lontani”.
E’ questa la ‘classifica provvisoria’?
“Non lo dico io, lo dice la lista dei tempi. Anzi, a ben guardare forse le Ducati vanno anche meglio di Marquez. Non ho avuto l’occasione di trovarli in pista ma si vede che la GP 15 è una bella moto”.
Detto così, sembra che tu sia preoccupato.
“Non è detto, qui la situazione cambia di giorno in giorno, figurarsi in una settimana. Anche l’anno scorso in tanti sembravano volare nei test poi nel GP siamo stati tutti più lenti”.
Questa giornata ti ha dato delle sicurezze?
“E’ stata difficile, a un certo punto non dico di essere stato disperato ma molto preoccupato sì. Stavamo cercando di migliorare il grip al posteriore, ma per quante modifiche facessimo non avevamo mai i miglioramenti che ci aspettavamo, anzi a volte andavamo perfino peggio”.
La classica coperta corta.
“Per semplificare, la M1 va molto bene all’anteriore e meno al posteriore. Se si guadagna di una parte si perde dall’altra”.
Poi cos’è successo?
“Ci siamo fermati e abbiamo analizzato la situazione. Silvano ha avuto delle buone idee, per certi aspetti abbiamo fatto un passo indietro per altri abbiamo preso nuove strade: ed ha funzionato. Sono molto soddisfatto dell’ultima ora e mezza, ho migliorato il mio tempo e il crono è praticamente identico a quello di Lorenzo. Ma soprattutto sono riuscito a girare costantemente in 1’55”, che dovrebbe essere il passo della gara. Abbiamo fatto tanti sforzi, ma siamo stati ripagati”.
La prima gara si avvicina.
“Infatti domani vogliamo fare più lavoro possibile, per portarci avanti. C’è ancora un po’ di strada da fare”.
Di tutt’altro umore è invece Jorge Lorenzo, per niente soddisfatto della sua quarta posizione. Un piccolo passo avanti rispetto a ieri c’è stato ma non abbastanza per restituirgli il sorriso. “Sono stato più veloce, è vero, ma lo sono stati tutti. Il merito è più della pista che di altro”, confessa.
Vuoi dire che i problemi sono rimasti?
“Sì, un po’ da tutte le parti e dobbiamo pensare come fare a risolverli. Non sappiamo ancora bene in quale direzione andare, per il momento non sono soddisfatto né del mio tempo sul giro secco né del mio passo. Sono stati due giorni difficili, mi sono avvicinato un po’ a Marquez ma non a sufficienza”.
Sei preoccupato?
“Per nulla e non devo esserlo. Bisogna rimanere concentrati e lavorare bene, non come l’anno scorso in cui ne avevo la possibilità e non l’ho fatto. Certo eravamo messi meglio a Sepang ma anche lì non sono mai riuscito a essere il più veloce di tutti, che rimane il mio obiettivo”.
Questa pista dovrebbe essere favorevole alla M1.
“Lo è stato in passato, ma negli ultimi due anni non è stato così. Honda è migliorata, Ducati è forte, le gomme sono cambiate, è un insieme di fattori”.
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