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MotoGP, Ducati: siamo veloci senza gomma morbida

Iannone: "solo aspetti positivi e possiamo ancora migliorare". Dovizioso: "sono il primo a essere sorpreso"

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La Ducati ha visto la luce nella notte del Qatar. Iannone e Dovizioso hanno piazzato un uno-due che li ha portati in testa alla classifica in sella alla sorprendente GP 15. Gli avversari hanno ventilato il sospetto che la prestazione sia anche figlia della gomma extra-morbida ma i due piloti hanno rispedito le accuse al mittente. Di certo, la Desmosedici di Dall’Igna è un diamante che, seppure ancora grezzo, risplende di luce propria.

Per il momento questo primo posto serve solo per il morale, ma non sottovaluto la performance di oggi – l’analisi di IannoneCi sono alcuni aspetti che mi rendono felice: il primo è che siamo riusciti a migliorare costantemente, ogni cosa che ho provato ha funzionato. Poi sono riuscito sempre a essere costante anche con gomme usate, un’area in cui soffrivamo e che mi dà fiducia. Infine, questa moto mi permette di essere veloce senza fare troppe regolazioni”.

Il punto di partenza è ottimo.

Però bisogna continuare lo sviluppo, si può ancora migliorare – avverte – Ero andato via dalla Malesia abbastanza soddisfatto e gli ingegneri hanno avuto tante informazioni su cui lavorare. Sono arrivate delle idee nuove e alcune le abbiamo già provate”.

Chissà cosa succederà con la gomma morbida.

Non ci voglio proprio pensare – sorride – La moto è nuova e bisogna pensare alla gara e quello pneumatico non si può usare per il GP. Sicuramente lo proverò perché voglio soddisfare ogni curiosità dei miei ragazzi”.

Andrea DoviziosoAnche Dovizioso è raggiante, anzi Desmo Dovi come recita la sua nuova tuta. Solitamente il forlivese non è facile all’entusiasmo ma nella notte del Qatar si è tolto già qualche bella soddisfazione.

Sono veramente felice – esclama – Siamo stati molto veloci, la nostra base è molto buona che in Malesia. Il risultato di oggi è positivo perché permette di facilitare il lavoro dei prossimi giorni. Sinceramente non me lo aspettavo, ero tornato a casa da Sepang non completamente soddisfatto”.

Cosa significa?

Che non conosciamo ancora bene questa moto e che dobbiamo riuscirci – spiega – Da parte mia voglio migliorare l’ultima parte della frenata, è importante sia per il mio stile di guida che in ottica gara. Comunque sono contento, non ho mai usato la gomma morbida e ho tenuto un passo tra il 1’55” e il 1’56” basso”.

Ora bisogna lavorare di fino.

La rivoluzione è già stata fatta, dobbiamo concentrarci sul migliore bilanciamento e stare con i piedi saldi a terra. Non so ancora dire quale sia il potenziale e so che per limare gli ultimi decimi ci servirà tempo. È normale”.

Ma se il buon giorno si vede dal mattino… pardon, dalla notte.

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